giovedì 24 dicembre 2020

La distruzione della montagna su DMAX. Il dissenso del Gruppo Regionale CAI Toscana e TAM CAI Massa

Condivido questa lettera che il TAM CAI Massa ed il Gruppo Regionale CAI Toscana, in concomitanza dell'ultima puntata "Uomini di Pietra" in onda su DMAX, ha inviato a diversi soggetti pubblici che, a diverso titolo, hanno promosso e sponsorizzato il serial "Uomini di Pietra" su DMAX
Al momento, a distanza di un mese, solo Toscana Film Commission ha risposto. Per il resto silenzio.



A Trentino Film Commission - Sig. Giampaolo Pedrotti
A Toscana Film Commission - Sig.ra Stefania Ippoliti
p.c. Presidente della Provincia di Trento - Maurizio Fugatti
Presidente della Regione Toscana - Eugenio Giani
Assessora Regione Toscana per le politiche della Montagna - Stefania Saccardi 

Il 19 di Novembre è cominciata una serie televisiva sul canale digitale DMAX intitolata “Uomini di pietra” sostenuta da Trentino Film Commission e promossa da Toscana Film Commission.
Vi scriviamo, Sig. Giampaolo Pedrotti e Sig.ra Stefania Ippoliti, per comunicarVi il nostro assoluto dissenso.
In questa prima puntata la narrazione del lavoro in cava si è basata su 3 punti: 
la montagna pericolosa, quasi a giustificare l’accanimento contro di essa; 
la lotta contro la natura, che ricorda approcci datati che la comunità internazionale oramai condanna senza possibilità di appello;
le esigenze del mercato che va sopra a tutto, ricordando il Leviatano di Hobbes.
Su questi tre assi abbiamo assistito a 46 minuti di distruzione della montagna, di una montagna che è pericolosa, di una natura, “matrigna”, cattiva al punto da non far rispettare gli impegni con i clienti (Arabi, Cinesi, Inglesi e tutti palazzi lussuosi, zero arte per intenderci). Perchè bisogna soddisfare i clienti.
Abbiamo assistito ad una contrapposizione natura-uomo che innalza quest’ultimo ad eroe, al tempo stesso dominato del mercato che detta tempi e modi per vincere contro la natura. (l’appellativo “bastardo” da parte di un cavatore contro un pezzo di monte che non vuole cadere come vuole lui, è la quintessenza di tutto questo).
Tutto questo è vergognoso e antistorico.
Di tutto questo ci meravigliamo delle vostre posizioni e vi proviamo a spiegare perché.
La Trentino Film Commission, Sig. Pedrotti, ha lanciato l’iniziativa “Green Film” per stimolare la riduzione degli impatti ambientali delle produzioni cinematografiche: “ al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale” cita il vostro disciplinare. In questa produzione “Uomini di pietra”, che voi sostenete, esaltate un’attività estrattiva che inquina un ambiente unico come le Alpi Apuane. 
Vi sarebbe bastato leggere qualche relazione dell’Agenzia Regionale Per l’Ambiente della Toscana per appurare questa nostra affermazione. 
Vi sarebbe bastato, da esperti in filmografia, guardare il film “Antropocene” che narra dei maggiori disastri ambientali mondiali e uno di questi disastri è, appunto, l’escavazione del marmo in Apuane.
Vi chiediamo quindi come potete far convivere nei vostri obiettivi, la sponsorizzazione di una serie televisiva che narra della distruzione della montagna (in parte dentro i confini del Parco Regionale delle Alpi Apuane) e l’iniziativa “Green film”
L’11 aprile del 2018 il consiglio della Provincia Autonoma di Trento, ente da cui dipende Trentino Film Commission e che ci risulta lei, Sig. Pedrotti, esserne dipendente, ha approvato una mozione per l’ “Adozione delle linee guida finalizzate all'individuazione delle attività umane incompatibili con le peculiarità dei territori montani” con l’impegno della Giunta Provinciale “a monitorare le situazioni di conflittualità legate ad utilizzi di dubbia sostenibilità delle aree alpine, con particolare attenzione alle zone soggette a tutela ambientale ed ai territori dolomitici inseriti nei beni UNESCO”
Richiamando l’UNESCO ci corre l’obbligo di ricordare che l’inserimento delle Dolomiti nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO è dovuto soprattutto perché “ I paesaggi naturali ed i processi essenziali al mantenimento dei valori del bene e della sua integrità si trovano in buono stato di conservazione e sono ampiamente integri” (UNESCO, Dichiarazione di eccezionale valore universale, Integrità)
Ci troviamo davanti ad un altro paradosso che qualcuno ci deve pur spiegare. Nel vostro territorio promuovete linee guida per le attività umane incompatibili con le peculiarità dei territori montani (tipo l’inquinamento acustico dei mezzi di trasporto sui passi Alpini oppure i concerti musicali tenuti in alta quota ), dall’altra sostenete produzioni cinematografiche che esaltano le capacità di mezzi di lavoro di 50 tonnellate con 450 cavalli di potenza all’interno di aree protette come il Parco Regionale delle Alpi Apuane. Vi domandiamo se avete mai sentito un mezzo di questi in azione, così, per nostra curiosità.
Chiediamo poi a lei sig.ra Ippoliti di Toscana Film Commission se ha visto la serie in anteprima oppure no. 
Non tocchiamo la questione ambientale in Apuane perché è un tema stradiscusso a partire dal PIT per arrivare alla recente approvazione del Piano Regionale Cave che ha visto l’allora presidente del Consiglio Eugenio Giani, ora Presidente della Regione Toscana, rigettare la quasi totalità degli emendamenti pro ambiente presentati in Aula consiliare.
Vogliamo chiederLe, se appunto non lo ha fatto, di visionarlo perché troverà interessante vedere come in cava, nonostante le telecamere possano indurre a maggior rispetto delle norme, si sottovalutano i presidi di sicurezza. Vedrà usare il martello pneumatico senza guanti, senza occhiali senza sistemi di protezione acustica, vedrà maneggiare filo diamantato, molto tagliente, senza guanti, vedrà salire scale di oltre 3 metri con il casco non allacciato, oppure vedrà girare nel cantiere il capocava, esperto, senza casco. Capocava che la narrazione del filmato ce lo presenta come ligio “alla etica del lavoro”. Ci chiediamo a quale etica.
Le consigliamo la visione perché Regione Toscana sulla sicurezza in cava ci ha investito circa 2,5 milioni di euro, soldi pubblici, suoi e nostri, ha implementato risorse umane, ha messo la propria faccia per garantire maggiore sicurezza in un settore che purtroppo piange continuamente perdita di vite umane: una pochi giorni fa proprio nel bacino marmifero versiliese dove si sono girate le scene di questa rappresentazione televisiva.
Insomma da una parte di spendono soldi pubblici per la sicurezza in aziende private e dall’altra si invita alla visione di una serie che mostra cosa non si fa per la sicurezza.
Infine il patron di Henraux che dialoga a distanze ravvicinate con i suoi collaboratori, stringe mani, pacche sulle spalle, alla faccia delle precauzioni anticovid, salvo poi scoprire in una scena che la mascherina la tiene ordinatamente al polso.
Insomma tutta una serie di messaggi che andrebbero censurati senza se e senza ma.
Per questo riteniamo veramente inopportuno sia il sostegno come Trentino Film Commission, cioè Provincia Autonoma di Trento, che la promozione sul sito di Toscana Film Commission, alla produzione “Uomini di Pietra”.
Crediamo che un passo indietro da parte vostra sarebbe opportuno per mantenere quella credibilità che in tanti anni di storia della Provincia Autonoma di Trento avete conquistato con le vostre valli, le vostre donne e i vostri uomini che non meritano certamente le contraddizioni che avete invece mostrato in questa operazione.
Vi invitiamo inoltre, sig. Pedrotti e sig.ra Ippoliti, a visitare le nostre Alpi Apuane, le nostre valli, le nostre emergenze ambientali che sono ogni giorno messe sotto pressione (giusto per usare un eufemismo) dalle attività di escavazione. Sarete nostri ospiti. 
Forse potrebbe servire, a tutti.
Gruppo Regionale CAI Toscana
TAM CAI Massa

Che ne diresti di leggere un altro articolo a caso del blog? Potresti trovarlo utile e interessante!

Nessun commento:

Posta un commento