In questo caso le due fontane si pongono a sentinella di una cappella votiva dedicata a San Rocco.
Non è certo un caso che proprio l'acqua con la sua proprietà purificatrice si avvicini al culto di questo santo (1346-1376), venerato come protettore contro la peste ed ogni malattia infettiva, contro le grandi catastrofi come i terremoti, sempre vicino ai più derelitti e disperati, ma anche invocato nella cultura contadina a protezione degli animali.
San Rocco sarà dal Medioevo all'Ottocento il Santo più amato dal popolo e tutti gli artisti lo hanno dipinto o scolpito nello stesso modo, per ricordare la sua storia, la storia di un pellegrino, con bastone, mantello, bisaccia, sandali, che nonostante una piaga sulla gamba, cammina e cammina in compagnia di un cane, suo unico amico, per alleviare le sofferenze della gente colpita dalla peste.
Anche in questo caso, il tondo in bassorilievo del santo che si trova nella cappella non dimentica il cane fedele, che è lì accanto a lui e gli porge con la bocca un pezzo di pane.
La scultura è opera di Guido Cheli, scultore gallicanese, nato nel 1885 dal geometra Alessandro e da Giuseppina Lucchesi, quarto figlio della famiglia, sua madre, la Pina degli Osti, come veniva da tutti chiamata era proprio una di quei Lucchesi che in Piazza erano proprietari della casa, con emporio, locanda, vendita di commestibili e stallaggio annessi.
Guido seguirà la sua vena artistica studiando e lavorando a Lucca e nel 1908 crea questa immagine in creta e quindi in bronzo, prendendo, così si dice, a modello il coetaneo Leonetto Biagioni, che negli anni cinquanta diventerà sindaco di Gallicano, e lo fece forse su commissione della nonna Adelaide.
Sotto il bassorilievo si legge infatti l'epigrafe: "Col simulacro di San Rocco-Adelaide Lucchesi-restituì la cappella al culto del popolo-1911".
Con tutta probabilità la cappella esisteva già e la sua riapertura fu quindi un'opera di fede e di valorizzazione della casa, un dono della famiglia ai gallicanesi.
Guido Cheli segue la sua vena creativa lontano da Gallicano, ha contatti con gli artisti lucchesi del tempo e con le famiglie più importanti di Lucca, conosce anche Giovanni Pascoli in seguito ad un dono da lui portatogli nel 1909, un San Lorenzo, ricordo della poesia e del tragico X Agosto e che ancora si trova nella casa del poeta.
Le sue opere più intense sono di tipo funerario, Guido si impegna fino alla fine nell'ottenere successo e riconoscimenti pubblici, partecipando anche al concorso per realizzare la statua di Pinocchio a Collodi.
Nel 1965, anno della sua morte, torna a Castelvecchio Pascoli in visita e ritrova con orgoglio il suo dono, ricordando come il poeta lo avesse denominato "il Donatello di Gallicano”.
La cappella di San Rocco appartiene ancor oggi alla famiglia Lucchesi.
Le notizie sono state riprese dal libro di Arrigo Giannini “Guido Cheli, scultore gallicanese”edito da Vincenzo Lo Faro Editore- 1991, che fu presentato nella Sala Consiliare del Comune di Gallicano, all'interno del Progetto ECHO. Il manifesto pubblicitario fu curato e realizzato dal pittore Fabrizio da Prato.
Fonte: Circolo Culturale G.Tognotti Gallicano
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