Notizie storiche riguardanti il pubblico oratorio della Natività di Maria SS. di Ponte Guelfino a Gallicano. Pisa, Ungher & cc., 1889
Da un ritrovamento di Moreno Maffucci |
Alla distanza di circa seicento metri dal centro del paese
di Gallicano alla sinistra del fiume Turrita, contiguo all’antico Ponte
Guelfino, sorge su duro macigno, quattro metri sopra la riva dell’acqua, un
pubblico oratorio dedicato alla Natività di Maria SS. ed all’Angelo Custode.
Questo Oratorio fu fatto a spese del Comune di Gallicano nel 1571, molto
ristretto non potendo contenere più di 10 o 12 persone. Era una Cappelletta con
un cancello davanti, dove si radunavano ogni sera alcune pie persone per
recitarvi il S. Rosario.
Nel 1680, ad istanza di persone divote, l’Eminentissimo
Cardinale Giulio Spinola Vescovo di Lucca, in data del 19 giugno, dava facoltà
di ampliare l’Oratorio e di potere usare per tal fabbrica della materia di un
casamento disfatto e ruinato che avea servito di convento di Monaci, posto
nelle selve. Nell’anno pertanto 1682, a spese del Prete Francesco Micheli, l’Oratorio
era tirato a perfezione. Il vuoto di esso Oratorio era come anche al presente
braccia 14 di lunghezza, ed 8 di larghezza. E’ cosa certa che nell’Oratorio,
oltre l’altare maggiore, vi è stato un altro altare dedicato al martire S.
Ansano. Riguardo però a questo secondo altare non si sa in quale anno vi fosse
eretto, né in qual’anno sia stato demolito. E’ certo peraltro che nel 1718 vi
esisteva ancora. Un quadro del Santo martire, che probabilmente sarà stato al
suo altare, si vede anche presentemente appeso alle pareti dell’Oratorio. Anche
riguardo alla statua di legno d’intero rilievo che si trova all’altare maggiore
rappresentante S. Anna che tiene in braccio la vergine Maria bambina, non si è
trovato niente di scritto. Quindi se ne ignora l’artefice ed il tempo in cui vi
è stata collocata. Si sa però che fu ricolorita circa l’anno 1852, e le fu
tolto il vestito che avea di seta, giacché la veste viene rappresentata dal
legno stesso di cui consta la statua.
Madonna in trono col Bambino* |
Nel medesimo anno 1682 una Congregazione da ereggersi, e già
notata, dava informazione alla Curia Vescovile di Lucca qualmente l’Oratorio
era tirato a perfezione e la pregava di delegare un Sacerdote, qualunque le
fosse piaciuto, a benedirlo onde poterlo uffiziare.
E la Curia in data del 9 settembre dello stesso anno dava facoltà al M. R.
Stefano Cheli, Rettore della Chiesa Parrocchiale, di visitare l’oratorio e
trovandolo in regola di benedirlo. La benedizione però fu differita fino al 2
luglio del seguente anno 1683, nel qual giorno fu eseguita con gran solennità e
divozione, concorso di popolo e celebrazione di 10 Messe.
Nell’anno 1687, il suddetto prete Francesco Micheli chiedeva
licenza di apporre all’Oratorio una campanella e di potervi mettere una
cassetta per le limosine, ed in data del 6 luglio di quell’anno medesimo
otteneva il seguente rescritto: «Si
concede licenza all’Oratore di poter mettere a detto Oratorio una Campanella,
purchè non si faccia campanile, e la Campanella non ecceda il peso di libbre
150, non si suoni nei giorni di festa in tempo de’ divini offizi né avanti la
messa Parrocchiale, e circa la cassetta si cavi il denaro e si conti». Si ha per
tradizione che detta campanella in progresso di tempo fu derubata. Quella che
vi è attualmente vi è stata collocata il 1852. Porta l’iscrizione: «Ad honorem Nativitatis B. Maria V. de
Ponte Guelfino. A benefactoribus Gallicani facta fuit. F. Grilli fudit 1852».
Nell’anno 1714, in data del 18 giugno, il medesimo prete Micheli
mediante testamento rogato dall’Egregio Gherardo Serlodovici lasciava a
Francesco del già Giovanni Micheli, nepote di fratello, il medesimo oratorio o
chiesina con tutti i mobili, utensili e suppellettili sacre attenenti all’oratorio,
con tutti i beni propri di esso testatore con varie obbligazioni. Ma ai 13
marzo dell’anno 1718 rivocò questa sua disposizione, e mediante Codicillo
rogato per mano dell’egregio Pompilio Minucciani nell’anno e giorno suddetti,
il Prete Francesco Micheli lasciava l’Oratorio con tutti i mentovati beni anche
di sua proprietà ai tre fratelli Nicolao, Francesco e Giuseppe figli del già
Jacopo Bartoli di Gallicano coi medesimi obblighi e gravezze espresse e
dichiarate nel suddetto testamento, con obbligo ancora ai medesimi Bartoli di
dover far celebrare in detta Chiesina, oltre la messa perpetua nel giorno di
sabato di ciascuna settimana, un’altra messa piana in ogni giorno di Domenica in
perpetuo lasciando però detto sacrifizio in giorno di Domenica libero a
disposizione del Celebrante; con obbligo ancora di dovere far la festa della
Natività della SS. Vergine, e di far celebrare in detta Chiesina n. 4 messe
piane ciascun anno in giorno 8 settembre in cui cade detta festa. Qui si noti
che quanto all’obbligo di farvi celebrare la messa tutte le Domeniche dispensò
Monsignor R.mo Giuseppe Palma Arcivescovo di Lucca il giorno 17 giugno dell’anno
1747, quando visitò l’Oratorio. Il Codicillo è concluso così: «Actum Gallicani in domo habitationis
dictorum fratrum de Bartolis luogo detto al Ponte Guelfino supra ob una viam
publicam, ob alia aquam nuncupatam la Turrite ob alia aream dictorum de
Bartolis eorum et ibidem praesentibus admodum Reverendo Joanne olim Michaelis
Monide Gallicano Sacerdote Lucane diocisis et Philippo olim Francisci Monide
dito loco testibus rogatis. Ego Pompilius Minuccianis Notarius publicus
lucensis de praedictis rogatus scripsi et subscripsi».
Nell’anno 1811 Gio. Nicolao del fu Jacopo Bartoli a nome di Gio.
Battista Bartoli suo consocio opponeva all’Il.mo e R.mo Mons. Filippo Sardi
Arcivescovo di Lucca che per liberare dalla Demaniazione i beni attenenti all’eredità
del Sacerdote Francesco Micheli, sottoposti a perpetuo onere e gravezza di una
messa ogni sabato e più di altre messe quattro piane ogni anno nel giorno della
festa della Natività della SS. Vergine, situati nel territorio di Gallicano,
luogo detto Ponte Guelfino, a forma del Codicillo di detto Rev. Micheli
ricevuto dal fu Ser Pompilio Minucciani ai 13 marzo 1718, o almeno conservare
la metà degli obblighi di dette messe era stato necessario obbligarsi allo
sborso del valore della metà del fondo per l’elemosina manuale di dette messe,
e pagare patrocinatori, viaggi ed altro per esimersi, per quanto era possibile,
da detta Demaniazione e dal pagamento della metà di detto fondo dovuto pagarsi
come sopra. Quindi i Bartoli imploravano di potere alienare una casa ed un
campo contiguo in Gallicano, luogo detto di Cerbastreta, di proprietà di detta
eredità, per il prezzo di circa scudi 130 onde potersi con questi reintegrare
di quanto sopra, ed anche la riduzione perpetua di dette messe alla metà. La
supplica riportava favorevole rescritto in data del 15 novembre di quell’anno
medesimo, accordando Monsignor Sardi di poter alienare casa e campo con la
riduzione delle messe alla metà, cioè un sabbato si e l’altro no, e due piane
il giorno della Natività di Maria SS. col rimanere in futuro, come in addietro,
sempre affetti ed obbligati gli altri beni residuali della menzionata eredità
Micheli, come sono anche ai giorni nostri, in cui li gode e soddisfa agli
obblighi il Sig. Felice Bartoli nepote del suddetto fu Gio. Battista.
Nell’anno 1830, in occasione che fu rialzata la strada contigua
per renderla carrozzabile (nel 1887 detta strada per torle un po' di salita è
stata portata, con nuovo ponte, alla distanza di metri 36 dall’Oratorio), sotto
il governo di Carlo Lodovico di Borbone Duca di Lucca di felice ricordanza, l’Oratorio
restò due braccia sotto il piano della strada con indicibile danno delle sacre
suppellettili per l’umidità cagionata dal soprapposto riempimento, ed in questo
lagrimevole stato è rimasto fino a questi tempi. Circa però la metà dell’autunno
decorso, 1888, il Molto Rev. Sig. Canonico Donati Baldassare progettò di
rialzarlo fino al piano della strada. Il progetto fu applaudito universalmente
dai Gallicanesi e chi prometteva concorrere con oblazioni in danaro, e chi con
l’opera delle proprie braccia. Pertanto il 13 gennaio di quest’anno 1889,
giorno di Domenica, con la debita licenza, infervorati anche dal M. R. Bernardo
Ceccarelli Pievano della Chiesa Parrocchiale, si diè principio al riempimento
dell’Oratorio, che nell’agosto, tirato il lavoro a perfezione, fu riaperto al
culto divino.
maestranza toscana francesizzante sec. ХIII, fine - secolo XIV, inizi
сm 100 х 32 х 30
Gallicano, oratorio di Ponte Guelfino
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