CARRARA. «Il docu-film "Antropocene" ha il merito di aver rivelato a tutto il mondo che tra i 43 disastri planetari dovuti all'azione distruttiva dell'uomo c'è la sistematica polverizzazione delle Alpi Apuane, provocata dalla lavorazione delle cave. Nella pellicola, però, questo impatto ambientale è stato a mio avviso sottostimato».
Ad affermarlo è l'alpinista e scrittore fiorentino Gianluca Briccolani durante l'incontro "Il più grande disastro ambientale della Toscana: lo scempio delle Alpi Apuane", organizzato a Firenze da Cirkoloco.
Le immagini che "Antropocene" dedica alle cave di Carrara mostrano il taglio di enormi sezioni di marmo, che, all'interno di un vicino studio di scultura, viene poi trasformato in oggetti d'arte destinati al mercato di massa, come copie del David di varie dimensioni.
«Questo, però, -spiega Briccolani- è vero solo in parte, poiché appena lo 0,5% dell'estratto è destinato all'arte. Il 24,5% circa, infatti, sono blocchi non lavorati in Italia, che finiscono soprattutto nei bagni delle regge negli Emirati Arabi, mentre il restante 75% serve per il business del carbonato di calcio». Briccolani, ex fotografo professionista adesso socio del Cai fiorentino, è partito dal film "Antropocene", la cui prima carrarese si terrà stasera alle 21 al cinema comunale "Garibaldi", gestito da Silvano Andreini, per presentare un suo reportage fotografico, frutto di oltre 10 anni di lavoro, che intende denunciare una ventina di "situazioni emergenziali" provocate dall'escavazione in territorio apuano.
«Ogni giorno -ha sostenuto Briccolani- all'interno del Parco regionale delle Alpi Apuane, divenuto dal 2011 Geoparco mondiale dell'Unesco, vengono letteralmente sbriciolati crinali e cime, anche oltre i 1200 metri di altitudine. A dettare i ritmi di escavazione sono le multinazionali del carbonato di calcio e, anche se la legge lo vieterebbe, oggigiorno si cava direttamente per fare detrito da mandare ai vari frantoi presenti alle pendici di queste montagne».
«Prima dello scorso agosto -racconta l'ambientalista- non ero mai stato nei bacini estrattivi di Carrara. A me, che credo fermamente nella sacralità della natura, è costato molto andare appositamente in quei luoghi di morte e distruzione per realizzare delle immagini».
Secondo il fotografo, siamo di fronte a «una immane tragedia ambientale che ha fatto estinguere varie specie della flora e della fauna locale, nonché seccare ed inquinare varie sorgenti».Nel mirino, le moderne segatrici che «affettano la montagna come un coltello caldo potrebbe trapassare un panetto di burro».
«La Regione Toscana, - aggiunge Briccolani- attraverso il Piano di indirizzo territoriale, ha decretato la futura morte delle Alpi Apuane, stabilendo che nei prossimi anni si potranno estrarre ancora 47 milioni di tonnellate di marmo. Tanto per avere un termine di paragone, -conclude l'attivista fiorentino, rifacendosi nuovamente al film "Antropocene",- tale quantità di materiale equivale a quella che sarebbe stata estratta se si fossero realizzate due gallerie del San Gottardo, il tunnel ferroviario di 57 km più lungo al mondo».
David Chiappuella
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