Percorrendo la strada comunale che
conduce a Cardoso, dopo essersi lasciati
alle spalle l’abitato di Colle Castiglioni,
meglio conosciuto come Campi, e le
poche abitazioni di località Sonvalle, incontriamo
una piccola fontana a monte
di una curva. Volgendo lo sguardo a
valle la chiesa di San Doroteo fa mostra
di sé, interrompendo per il suo ingombro
e poco più la zona boscata che la
circonda.
È un luogo di culto molto
caro agli abitanti di Cardoso, che il 15
maggio di ogni anno rendono grazie al
Santo con una messa solenne recitata
proprio nella chiesa a lui dedicata.
Tanto
è affascinante la collocazione della
chiesa, quanto lo è la leggenda che
lega San Doroteo a questi luoghi.
Ai tempi in cui questa era terra di Santi
e briganti, con gran prevalenza di questi
ultimi, erano molti i pellegrini che attraversavano
la Garfagnana seguendo
il tracciato della Via Francigena.
Si narra
che, fra questi, tre in particolare fossero
giusti agli occhi del Signore: Pellegrino,
Bianco e Doroteo, tre amici dal passato
diverso ma costellato da sante azioni.
I
tre si trovavano a percorrere la via Francigena
verso nord, quando si trovarono
alle porte della nostra valle. A quel punto
Doroteo, spinto forse da una divina
intuizione, decise di ritirarsi ad eremita
nei boschi in prossimità di Cardoso per
dedicarsi a soccorrere i bisognosi oltre
a contemplare i misteri divini, mentre
Pellegrino e Bianco procedettero nel
loro cammino per poi stabilirsi sull’Alpe
all’altro estremo della valle, dove oggi
troviamo il borgo di San Pellegrino in
Alpe.
Nelle notti più buie, di quelle che
avrebbero dovuto aspettare secoli per
vedere il riverbero di una minuscola
torcia elettrica, si dice fosse possibile
vedere in lontananza i grandi falò
che i tre accendevano per tenersi in
contatto, approfittando della reciproca
visibilità dei propri luoghi di ritiro
spirituale. Doroteo non aveva scelto a
caso Cardoso: l’asprezza del bosco e
la mancanza di acqua erano elementi
che lo avrebbero messo alla prova in
nome della fede.
Un giorno il Signore
decise di ricompensare tanta devozione:
Doroteo conficcò il proprio bastone
a terra, questo diventò subito verde liberando
una sorgente dalle proprietà
miracolose, le cui acque non temevano
alcuna siccità.
Dopo la sua morte Doroteo fu proclamato
Santo, così come i suoi compagni
Pellegrino e Bianco, e come per loro le
sue reliquie furono oggetto di contendere:
sembra infatti che alcuni Barghigiani
avessero intenzione di portare il
corpo del Santo al loro paese, ma appena
questi attraversarono il Serchio
vennero colpiti da gravi menomazioni
che scomparirono non appena fecero
ritorno sulla riva sinistra del fiume.
Gli
abitanti di Cardoso eressero quindi la Chiesa in prossimità della fonte miracolosa,
tanto rigogliosa da alimentare
l’odierno acquedotto che serve le zone
a valle del paese.
Questo è questo quanto ho sentito
raccontare più volte durante la mia infanzia.
Le leggende, si sa, sono in parte
frutto della fantasia. Di certo ci rimane
quella fontana che “non scecca mai” e la
devozione di un paese per il suo Santo
eremita.
Mirko Monti - L'Aringo n. 7 - Settembre 2016
Nessun commento:
Posta un commento