La ferrata Tordini - Galligani (allestita nel 1971 dal CAI di Pisa), meglio conosciuta come "ferrata Siggioli", si sviluppa in un ambiente bellissimo grazie all'anfiteatro della parete nord del Pizzo d’Uccello, sulla quale sono state scritte alcune delle più gloriose pagine dell’alpinismo sulle Alpi Apuane (nel 1940 due bergamaschi, Nino Oppio e Serafino Colnaghi, vincono la Nord del Pizzo d'Uccello, aprendo una magnifica via che sale al centro la grande parete proprio sotto la cima. 700 metri di IV e V che per l'eleganza del tracciato e la suggestione dell'ambiente diventano la Classica, ancora oggi molto frequentata).
La ferrata si sviluppa su uno sperone roccioso che dal Solco porta a Foce Siggioli, sulla Cresta di Capradossa. Il dislivello è 400 metri, dai 1000 metri del punto di partenza ai 1405 di quello di arrivo, con sviluppo lineare di 550. E' di media difficoltà e permette di proseguire tramite sentiero per esperti fino alla cima del Pizzo d'Uccello oppure di intraprendere un più semplice percorso ad anello che riporta al punto di partenza.
Il punto di partenza dell'escursione sono le Cave Cantonaccio, in prossimità del paese di Ugliancaldo (3,5 chilometri di strada sterrata).
Sbarra della Cava Cantonaccio |
L'ultima volta che feci la ferrata era il 19/05/2012 (leggi il post), prima del terremoto del gennaio 2013.
In seguito al sisma del 25 gennaio 2013 di magnitudo locale 4,8 che interessò le vallate della Lunigiana e della Garfagnana arrecando danni alle abitazioni ma fortunatamente non agli abitanti, anche le montagne circostanti ed in particolare la parte settentrionale delle Alpi Apuane, furono interessate da numerose frane e crolli.
Nell’area del Pizzo D’Uccello la ferrata “Tordini - Galligani” subì seri danni nel suo tratto inferiore provocati dalla caduta di un blocco di marmo di almeno 4 metri cubi.
Circa 30 metri del cavo originale ed alcuni picchetti di ancoraggio furono rotti e danneggiati.
In seguito alla delibera del Comune di Fivizzano, che vietava per motivi di sicurezza l’accesso ai sentieri di montagna, il CAI di Pisa dichiarò la ferrata chiusa ed inagibile.
I numerosi sopralluoghi effettuati con esperti alpinisti come Paolo Cremonese e Paolo Bianchini e la perizia geologica di Giovanni Bertini evidenziarono la pericolosità di questo versante caratterizzato da rocce fratturate e instabili.
In alternativa, su suggerimento del Bianchini fu individuato un nuovo tracciato al culmine dello sperone di roccia che la ferrata già percorre nella sua parte superiore.
Il CAI di Pisa iniziò la costruzione del nuovo tracciato nel mese di luglio 2014, affidando al Bertini la direzione del progetto e alla ditta di cui è titolare Carlo Barbolini la messa in opera.
I lavori sono stati effettuati in conformità a quanto richiesto dal CAI per i sentieri attrezzati e le vie ferrate.
Sono stati utilizzati circa 200 metri di cavo inox da 12 millimetri, collocati 44 picchetti di acciaio del diametro di 20 millimetri e 9 staffe alla marinara.
In giallo il nuovo tracciato |
La percorribilità è stata alquanto facilitata da una diffusa gradinatura della roccia.
Il CAI di Pisa ha ricevuto contributi finanziari dai suoi soci, dal Gruppo Regionale CAI Toscana, dal Parco Alpi Apuane e dalle sezioni di Pontedera e Sesto Fiorentino.
Dopo 6 mesi la variante alla ferrata “Tordini – Galligani” è stata collaudata (01/11/2014) alla presenza dell’Ingegnere Marco Passaleva e del presidente della sezione di Pisa Alessio Piccioli ed ufficialmente riaperta dopo 2 anni di chiusura.
Ecco alcune foto dell'escursione di oggi (con Maurizio, Nello e Federico). Per vedere tutte le foto clicca qui.
Un picchetto della vecchia ferrata |
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