E’ proprio vero quello che diceva Edmondo De Amicis:
“Il vino aggiunge un sorriso all’amicizia ed una scintilla
all’amore”. L’ amore per un rione e così è stato per Dorando
Donati, uno dei pioneri del rione Monticello, già
titolare delle omonime autolinee di Gallicano, un uomo
eclettico, trascinatore, che ha saputo infondere quell’ispirazione
perchè il tutto prendesse magicamente vita.
Ma partiamo dall’inizio, partiamo da 45 anni fa, tutto
cominciò al “Baretto” in Via Serchio, Dorando era uno
dei suoi avventori e insieme ad altri amici passava parte
del suo tempo libero fra un buon bicchiere di vino
e le classiche quattro chiacchere.
In questo clima di
simpatia si avvicinava la festa di San Jacopo e questo
gruppo di amici ebbe una pensata tanto spontanea
quanto geniale, perchè non allietare in qualche maniera
questa ricorrenza?
L’idea prese corpo e forma e
nel 1970 Dorando Donati, il Felicino del Baretto (l’allora
gestore del bar), il Ponsacco, L’Andalù, il Jack e l’Ippolito
Battaglia crearono quello che fu il primo carro, se così
si vuol chiamare, del rione Dinamite (come al tempo
si chiamava il Monticello). Com’era fatto questo carro?
Era un semplice carretto (nel vero senso della parola)
agghindato alla bene meglio, trainato da un cavallino
e con sopra una damigiana di vino da distribuire in
allegria alle persone per le vie di Gallicano.
Il paese fu
contagiato dall’idea di costruire dei carretti, infatti due
anni dopo prese ufficialmente il via la sfilata dei carri
allegorici che coinvolgerà tutti e quattro i rioni: Bufali,
Monticello, Roccaforte e Strettoia.
Oramai per Dorando e per i suoi amici (che a tutt’oggi
possiamo considerarli senza mezzi termini “i padri costituenti”
del rione) sbocciò definitivamente l’amore e la
passione per questo rione e il suo palio. I primi carri del
Monticello venivano costruiti in Via Serchio in quella
che nei tempi andati era la rimessa delle diligenze prima
e dei pulmini dopo della famiglia Donati (e che oggi
vede l’abitazione del figlio Augusto).
Da quella che ormai era diventata la sede strategica del
rione, “il Baretto”, venne inoltre l’idea di aggiungere al
gruppo storico di amici anche Mannoni Carlo un vero
e proprio mastro d’ascia, si dice che usasse l’ascia come
pochi, che modellasse il legno come se fosse plastilina.
Dalle mani del Mannoni nacque così la struttura
del primo carro ufficiale che era un gigantesco bufalo,
nato per irridere il rione rivale, ma prestò si presento un
problema, come rivestire esternamente questo bufalo
per farlo sembrare il più reale possibile?
Pensa che ti ripensa
a Dorando venne il lampo di genio. Nel giardino
della sua casa ombreggiavano maestose due palme dal
tronco peloso, non c’era miglior soluzione che spelacchiare
letteralmente queste piante per rivestire così il
corpo del bufalo e così fu senza esitazione.
In quel periodo non era come oggi che ogni rione seguiva
un tema unico per tutti uguale, ma i primi carri di
solito venivano costruiti per prendere in giro bonariamente
gli avversari, come fu quella volta che la Strettoia
nella sua sfilata presentò un pulmino che raffigurava
Dorando Donati, tant’è che a questo pulmino di cartapesta
nella parte anteriore gli furono aggiunti dei baffi
di stile risorgimentale segno indistinguibile di Dorando.
Il clima a quel tempo che si respirava intorno al Palio
era più casereccio e bonario e a sottolineare questo a
fine palio il rione Strettoia donò questo carro a Dorando,
proprio come si fa in guerra, nella grandi battaglie
quando al nemico si rende l’onore delle armi. Il carro
restò in bella mostra in Via Serchio per molto tempo.
Purtroppo a pochi anni dalla nascita ufficiale del palio,
Dorando ci lasciò per sempre, era il 1975 e il Monticello
perse subito uno dei suoi padri.
Gli anni sono passati ma da lassù ogni 25 luglio il cuore
di Dorando torna nuovamente a battere per il suo amato
rione: il Monticello.
Paolo Marzi
Fonte: L'Aringo Il Giornale di Gallicano
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