La chiesa di Petrosciana fa parte della parrocchia di Santa Maria Assunta di Stazzema (e
perciò dell’Arcidiocesi di Pisa), ed è la terza chiesa in ordine cronologico costruita nella vallata
di Petrosciana.
La prima chiesa fu costruita, presumibilmente intorno al 1100, a fondovalle dai Monaci
Agostiniani, che successivamente si trasferirono a Valdicastello, ove eressero una chiesa
intitolata anch’essa a santa Maria Maddalena. Tale prima chiesa di Petrosciana, intitolata alla
stessa santa, si trova citata per la prima volta in un documento dell’anno 1260, custodito presso l’Archivio Arcivescovile di
Lucca, che contiene l’elenco delle chiese dipendenti dalla Pieve dei SS. Giovanni e Felicita, nei pressi di Valdicastello, chiesa
madre della Versilia. Alla chiesa era annesso un ospizio per dare assistenza ai viandanti che percorrevano la via Francigena,
che transitava in prossimità della stessa chiesa, collegando la Garfagnana alla Versilia tramite il valico della Foce di Petrosciana.
In tali documenti il complesso è denominato “Hospitale de Volaschio”. Con tutta probabilità da questo nome deriva la
denominazione del vicino paese di Forno Volasco (ora Fornovolasco), che si sviluppò nel 1300/1400 circa.
La seconda chiesa, non conventuale, ma oratorio della Parrocchia di Stazzema, fu edificata nel 1627 e consacrata nel 1629
accanto alla precedente e primitiva chiesa, sotto lo stesso titolo di santa Maria Maddalena, sempre a fondovalle, lungo la via
Francigena (divenuta nel tempo Via Ducale), che costituiva la strada (mulattiera) di collegamento fra il Ducato di Modena (da
cui dipendeva la Garfagnana) e il Granducato di Toscana (da cui dipendeva la Versilia storica, fra cui il comune di Stazzema).
Tale seconda chiesa, pur presentando una indubbia utilità per i pellegrini e i viandanti, era divenuta, nel corso del tempo,
scomoda per la cura d’anime della popolazione residente nella vallata, le cui case, realizzate per la maggior parte intorno al
1700, erano e sono situate in posizione più elevata, in prossimità di terreni adatti al pascolo ed alla coltivazione.
È questa con tutta probabilità la ragione che spinse gli abitanti del luogo ad edificare l’attuale terza chiesa, presso l’abitato di
“Petrosciana di sotto” nell’anno 1786 (come riporta la lapide sopra la porta d’ingresso), intitolata anch’essa a santa Maria
Maddalena.
Il mobilio e l’arredo della seconda chiesa fu trasferito nella terza ed attuale chiesa.
La seconda chiesa fu ben
presto abbandonata ed assunse la denominazione popolare di “chiesaccia”. Tale denominazione con il tempo è divenuta
ufficiale anche nelle piante catastali. Così peraltro viene chiamata anche la vicina sorgente, detta, appunto, della chiesaccia.
Nel 1872 Vittorio Papanti-Pelletier di
Pisa, Cavaliere Priore dell’Ordine di
Santo Stefano, fece costruire il
campanile e fece fondere le campane,
che recano impresso il suo nome.
Inoltre acquistò per la chiesa un
organo, che venne collocato nella
cantoria che egli fece costruire, e
provvide alla ulteriore dotazione di
paramenti e suppellettili sacre.
Nell’anno 1982 un fortunale
scoperchiò totalmente il tetto della
chiesa. Essa rimase per quattro anni
a cielo aperto fino al 1986, allorché fu
completamente restaurata con la
costruzione di un nuovo tetto ed il
restauro delle mura all’interno e
all’esterno.
Tale opera fu realizzata
dal parroco di Fornovolasco, Don
Felice Del Carlo, con fondi raccolti fra
la popolazione ed altri offerenti.
L’attuale Oratorio di Santa Maria
Maddalena è stato fatto oggetto di una
particolare attenzione da parte del Papa Pio VII, il quale, con il “Breve” del 18 giugno 1805, concesse l’indulgenza plenaria a
tutti i fedeli che, in occasione della festa di Santa Maria Maddalena (22 luglio) visiteranno l’Oratorio a lei dedicato a Petrosciana,
a condizione che pentiti, confessati, e ristorati con la Santa Comunione, rivolgano devote preghiere al Signore per la pace fra gli
Stati cristiani, per superare gli errori umani e per onorare Santa Madre Chiesa.
Nella memoria collettiva non era rimasta traccia
di questo documento giacente nell’Archivio parrocchiale di Fornovolasco.
Dopo il suo ritrovamento, esso è stato catalogato
nell’Inventario dello stesso Archivio, pubblicato a cura dell’Istituto Storico Lucchese.
Questa concessione pontificia è certamente
segno di una particolare attenzione del Papa per questa estrema
propaggine dell’Alpe di Stazzema.
Si può supporre che essa sia stata
originata dalla testimonianza di un forte interessamento religioso e di
una intensa vita di pietà da parte della piccola comunità che allora
viveva nella vallata di Petrosciana.
Il 23 luglio 2016 è stata celebrata la santa messa proprio nella piccola
chiesa di Petrosciana dal parroco di Stazzema, don Simone Binelli,
insieme al nostro parroco don Felice.
Prima della celebrazione,
l’avvocato Papanti-Pelletier ci ha raccontato l’origine storica di questo
Oratorio, come sopra riportata, ed al termine della Santa Messa i
convenuti, giunti sia da Fornovolasco che da Stazzema, si sono rifocillati
con un generoso rinfresco, offerto gentilmente dall’avvocato. (si ringrazia l’avvocato Papanti-Pelletier per la collaborazione
offerta per la stesura di questo articolo)
Laura Giannini - La Tramontana
Laura Giannini - La Tramontana
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