Nelle mie belle estati trassilichine degli anni ’90 spesso sentivo parlare della “Grotta dei
Confetti”, un luogo suggestivo che si trova per i Trassilichini nei pressi del “Canal di Verni” e
per i Vernocchi nei pressi del “Canal di Trassilico” (lasciando pensare che per entrambi è
preferibile attribuirlo al paese vicino.. chissà poi perché!) e ricordo che i miei genitori ci
andarono con l’amico Italo Pierotti.
A distanza di tanti anni, curioso di “saperne di più” di questo luogo senza dubbio misterioso,
ho fatto alcune ricerche, interviste e sopralluoghi.
Italo, che ringrazio per aver accompagnato anche me con le sue informazioni in questa
scoperta, mi ha riferito che è così chiamata perché nel letto del torrente, subito sotto la grotta,
assieme ai soliti sassi, si trovano in quantità piccoli ciottoli tondeggianti e biancastri che
spiccano sul grigio del restante, da lì l'identificazione con i confetti.
Si tratta di una spelonca con una grande apertura a forma semicircolare larga quindici metri,
alta tre/quattro metri nella parte centrale e profonda quindici.
La pavimentazione interna è
rocciosa e in salita, molto scivolosa perché sempre bagnata e coperta da muschi e termina
contro una parete dalla quale scaturisce acqua.
Sul lato destro, entrando, verso la metà in
posizione sopraelevata rispetto al terreno circostante, si trovano due sporgenze rocciose
chiaramente a forma di testa umana, una più definita dell'altra.
La più alta presenta sul
culmine del capo un incavo scavato di forma rotonda.
Secondo Italo sono chiaramente opera umana ma, viste anche da chi si diceva esperto, non si è
riusciti a capire se trattasi di opera di pastori annoiati, che così trascorrevano il tempo, o di
antichi abitatori paleolitici. Considerata la località assai poco accessibile, poiché non c’era la
strada ma solo bosco, le figure sono assai inquietanti.
La “Grotta dei Confetti” è menzionata anche nel volume “Rapporto sulle fortezze del Comune
di Gallicano” nella sezione “Cenni di storia archeologica in area Gallicanese” da Oscar Guidi,
quale cavità naturale all’interno della quale esistono, scolpiti sul pavimento digradante verso
l’ingresso, un volto maschile, più propriamente un “mascherone” e una testa, probabilmente
femminile, a tutto tondo. Entrambi appaiono di una certa antichità, ma lo stile non consente
attribuzioni cronologico-culturali certe. Viene altresì sottolineata l’assonanza tra il nome del
sito, la tradizione (che nella zona parla d’incontri a sfondo sessuale che avvenivano nella grotta)
e la presenza delle due sculture, ipotizzando, anche in considerazione del fatto che dalla grotta
fuoriesce l’acqua, a un qualche culto di fecondità.
I confetti, come sappiamo, sono da sempre simbolo di prosperità, felicità e abbondanza e sono
donati con significato benaugurale e come portafortuna.
Silvia Benedetti mi ha raccontato la leggenda di due fidanzati che, andati alla grotta, rimasero
affascinati dai colori e da quei sassolini simili a confetti. I due giovani avevano un grande
desiderio: avere presto un bambino poiché da molto tempo aspettavano di ricevere questo
dono. Nella grotta con la sua atmosfera magica e abitata da fate, come avevano sentito
raccontare, espressero il desiderio di diventare genitori. Dopo poco per i due innamorati
giunse finalmente la bella notizia e da allora la grotta è stata visitata da giovani coppie con la
speranza di veder realizzato il sogno di avere un bambino. Silvia mi conferma che funziona!
A Verni, la grotta dei confetti è conosciuta invece come “Grotta delle Fate” ed anche nelle
pagine del Micotti Anselmo nella “Descrittione cronologica della Garfagnana, provincia di
Toscana del 1671” è riportata questa denominazione: “Nelle balze d’un gran sasso nei del
borgo di Trassillico trovasi una meravigliosa caverna comunemente chiamata la grotta delle
fate, con tant’ordine e simetria di stanze, che pare più tosto fattura d’ingegnoso Architetto, che
scherzo della natura. Crede il volgo ignorante che in questa spelonca habitassero anticamente le
Fate, che predicevano le cose avvenire, e facevano tante altre cose miracolose: e ciò poté esser
vero, per diabolica illusione, essendo sempre stato solito il demonio ingannare gli huomini con
l’apparenze del bene”.
In Garfagnana esistono altre grotte chiamate “Grotta delle Fate” a Calomini, Corfino, Villa
Soraggio e Fosciandora.
Che si conosca come “Grotta dei Confetti” o “Grotta delle Fate”, in quel del Canal di Verni o di
Trassilico, certe sono le coordinate per chi volesse raggiungerla:
44°02'04.1"N 10°25'01.9"E.
La grotta si raggiunge agevolmente in dieci minuti (circa 700 metri) dall’Agriturismo LaRadice (Loc. Campiglia a metà strada tra Verni e Trassilico) seguendo la sterrata che parte dal
parcheggio della struttura e che scende al Canale di Verni.
Pochi metri prima di raggiungerlo
si sale a sinistra, un po’ a caso, su una sassaia per circa 20 metri, fino a quando la grotta è ben
evidente.
Per vedere altre foto clicca qui.
Articolo tratto da "L'Aringo - Il Giornale di Gallicano" n. 8 Dicembre 2016.
Articolo tratto da "L'Aringo - Il Giornale di Gallicano" n. 8 Dicembre 2016.
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