domenica 30 ottobre 2016

Il Gallicano vince il derby contro il Barga. Il video dei gol


Dopo cinque sconfitte consecutive il Gallicano conquista i suoi primi 3 punti proprio nel derby più sentito ed abbandona l'ultimo posto in classifica a scapito del Barga stesso.
I numerosi spettatori hanno assistito ad una partita combattuta e nervosa nel finale: espulsi 3 giocatori (uno del Gallicano e 2 del Barga) e l'allenatore del Barga Nardini. 

Nel video i gol di Diego Maiorano e Filippo Donati.

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sabato 29 ottobre 2016

La fiaccolata di Gallicano in solidarietà ai terremotati

A distanza di due mesi la terra torna a tremare tra Lazio, Umbria e Marche, proprio mentre arrivavano notizie rassicuranti sulla realizzazione di alloggi in strutture provvisorie in attesa della ricostruzione dalle zone duramente colpite già dal sisma del 24 agosto, in particolare nei paesi di Arquata, Pescara del Tronto, Amatrice e Accumoli. Più forte è la richiesta della popolazione che chiede di non essere lasciata sola, più la gente della Garfagnana si sente vicina e continua a dimostrarsi solidale nei suoi confronti. In queste lunghe settimane numerose sono state le cene a base del piatto tradizionale di Amatrice, la pasta all’amatriciana, come altre iniziative organizzate con l’obiettivo di fare squadra e raccogliere fondi per i terremotati in tutti i Comuni della Valle e il coinvolgimento delle varie associazioni di volontariato del territorio. 
Così dal piccolo gruppo o frazione, senza nemmeno troppa pubblicità, fino al capoluogo con la realizzazione di manifestazioni di più ampio respiro sono stati fatti notevoli incassi convogliati all’Unione Comuni Garfagnana che per intensificare la catena di solidarietà, ha ulteriormente promosso la realizzazione di uno spot mediatico coinvolgendo tutte le associazioni e le realtà locali che si sono adoperate e si adopereranno alla propria raccolta fondi facendola confluire nel conto unico dedicato al sisma per lanciare il messaggio unitario del progetto Garfagnana. Queste iniziative hanno permesso già di raccogliere fondi per oltre 50.000 euro, per realizzare un progetto concreto che dia alla Città di Amatrice un aiuto tangibile e sono stati presi contatti diretti con l’amministrazione comunale per valutare congiuntamente la tipologia di intervento. 
L’impegno di questa operazione, coordinata dall’Unione Comuni Garfagnana, è di continuare a raccogliere fondi e di andare direttamente a realizzare l’opera sul posto; le associazioni, i tecnici, le amministrazioni della Garfagnana, tutti i volontari, indistintamente, cercano di contribuire con il proprio impegno alla rinascita della città. Le associazioni di volontariato della Garfagnana hanno lavorato con continuità dalle prime ore dell’emergenza a S. Angelo, Cornillo e in altre frazioni di Amatrice, e tutt’ora sono presenti nel supporto e nella gestione dei servizi alla popolazione in parte nelle cucine, in parte al Centro operativo comunale. 
Durante la loro permanenza hanno allacciato relazioni di amicizia con la popolazione locale da cui è nata l’opportunità di invitarne in Garfagnana una delegazione per venire a testimoniare in maniera tangibile la tragica situazione per cui il territorio contribuisce in prima linea. 
“Siamo tutti profondamente colpiti dai nuovi eventi sismici, è fondamentale tenere accesa l’attenzione sul tema, come si evince da ciò che sta accadendo anche in queste ore nelle Marche l’emergenza non è affatto finita - afferma l’assessore alla protezione civile dell’Unione Comuni Garfagnana Francesco Angelini –. Siamo stati chiamati a partecipare al tavolo organizzativo della 37esima edizione della fiaccolata di Gallicano prevista per il 7 dicembre e il Comitato della manifestazione ha deciso di dedicare una parte della relativa raccolta fondi al progetto sisma Centro Italia accogliendo per l’occasione la delegazione di Amatrice. L’evento contribuirà a mantenere alto l’interesse sul tema e sarà anche l’occasione per riattivare la partecipazione di tutte le associazioni di volontariato della Garfagnana alla stessa e riaccendere lo spirito e il valore di Fiaccolata della Valle”. 
Le coordinate bancarie per chiunque volesse continuare a contribuire a questo gesto di solidarietà sono: Iban IT 30 D 03242 70130 CC 1604015326 intestato ad Unione Comuni Garfagnana Sisma Centro Italia.

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giovedì 27 ottobre 2016

Rifugio Rossi alla Pania: periodi di chiusura

Nel periodo dal 24/12/2016 al 22/01/2017 il rifugio Rossi resterà chiuso.
 
 
Saranno così interessati alla chiusura, oltre che i giorni feriali, i seguenti fine settimana: 24-25 dicembre 31 dicembre - 1 gennaio 7-8 gennaio 14-15 gennaio 21-22 gennaio.
Resta inteso che la gestione è disponibile ad effettuare, nel suddetto periodo, aperture su prenotazione a gruppi costituiti da un ragionevole numero di partecipanti.

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martedì 25 ottobre 2016

Giro autunnale del Bargetana in MTB

Un bellissimo giro in MTB sull’Appennino Tosco-Emiliano di 43 km e 1500 metri di dislivello.




Punto di partenza e arrivo: Sillano (735 m.)
Lunghezza: 43 Km
Dislivello: 1500 m
Quota massima raggiunta: 1.743 m slm (La Focerella)
Tipo di strada: asfalto 20,1 Km (46,6%), sterrato 11,2 Km (26%), sentieri 11,8 Km (27,4%).
Difficoltà: impegnativo
Interesse dell'itinerario: naturalistico-paesaggistico
Periodo consigliato: da maggio ad ottobre 
Punti di appoggio: Villaggio Anemone - Rifugio Bargetana - Rifugio La Foce

Da Sillano, per strada provinciale 12, raggiungiamo in circa 13,5 Km di salita costante con pendenza media del 6% il Passo di Pradarena a quota 1.580 m. slm.




Al valico che separa la Toscana dall'Emilia, in particolare la Provincia di Lucca da quella di Reggio Emilia, svoltiamo a destra e seguiamo la strada forestale per circa 2 Km fino al Passo della Comunella, posto a 1.619 m. slm. 

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Garfagnana BellItalia spopola su Facebook

Questo video pubblicato sulla pagina Facebook del Blog sta ottenendo un grandissimo successo:
in poco più di 24 ore ha raggiunto, grazie alle 830 condivisioni, più di 50.000 persone!
 
 
Forse sarebbe opportuno modificare le strategie di marketing per la promozione turistica della Garfagnana…

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Daniele Ponziani secondo al "Chianti Trail"

 
Domenica 16 ottobre trasferta in provincia di Siena a Castelnuovo Berardenga in occasione della 10^ Ecomaratona del Chianti. Al "Chianti Trail" su un percorso di km. 21 tra le colline senesi.
 
Daniele Ponziani, al ritorno alle gare dopo un periodo di assenza dovuto ad infortunio, coglie un ottimo 2° posto nella categoria Veterani facendo segnare il tempo di 1.59.49 e Giuliana Pennacchi, categoria Veterane, si piazza al 6° posto con il tempo di 2.20.32. Biagioni Giorgio ha partecipato la "Trail del Luca" con percorso di km. 14 impiegando il tempo di 1.36.24 piazzandosi al 4° posto di categoria.

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domenica 23 ottobre 2016

La Garfagnana dal TGR BellItalia del 22/10/2016

Ecco come appare la Garfagnana arrivando in volo sull'Appennino dall'Emilia alla Toscana. E' una veduta che una volta si potevano permettere solo le aquile...

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sabato 22 ottobre 2016

La Grotta del Vento, una emozione per tutti

Grazie all'intuizione di Vittorio Verole nel 1967 l'antro divenne Grotta Turistica e da allora circa 50.000 turisti ogni anno ne varcano la soglia per ammirarne le meravigliose concrezioni.

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venerdì 21 ottobre 2016

mercoledì 19 ottobre 2016

Autunno, i sentieri da scoprire sulle Alpi Apuane

Vi consigliamo una serie di escursioni tra le bellissime montagne toscane. Qui corrono percorsi in bassa quota, tra boschi di faggi e di castagni, affacciati sul blu del Tirreno.

Il rosso dei faggi, l’arancione dei castagni, ma anche l’azzurro del mare e il bianco accecante del…marmo. In questa spettacolare tavola cromatica, che solo le Alpi Apuane possono offrire, si sviluppa una fitta rete di sentieri di bassa e media quota. Che adesso, dopo le calure estive, vivono il loro momento magico. Via allora, alla conquista di cime facili ma di grande soddisfazione. Con due avvertenze: i rifugi sono aperti solo nei weekend e il meteo è spesso instabile, quindi anche se il mattino splende il sole meglio essere attrezzati adeguatamente.

Rifugio E. Rossi alla Pania
 
Un’escursione semplice, perfetta per i meno allenati, porta alla vetta del Monte Gabberi (1.108 m) una sorta di grandioso balcone panoramico sul Tirreno e sulla piana versiliese. Ci si incammina da Sant’Anna di Stazzema (650 m), tristemente nota per l’eccidio nazista del 12 agosto 1944, seguendo il segnavia n.4 fino alla Foce di Farnocchia. Qui si prende a destra e dopo circa mezz’ora interamente nel bosco si raggiunge la cima (1.30 ore dal via), molto spaziosa e con la consueta croce di ferro. Nelle terse giornate autunnali lo sguardo spazia fino all’Elba e alla Corsica, mentre a nord si ammirano il promontorio di Monte Marcello e il Golfo di La Spezia. Si rientra alla base lungo lo stesso itinerario di salita.

Panorama Procinto, Nona e Matanna
 
Simile come panorama ma dalle inattese curiosità storiche è l’ascesa al Monte Prana (1.220 m), detta anche la montagna dei brasiliani. Già, perché quassù durante la Seconda guerra mondiale si sistemò un battaglione alleato proveniente proprio dal Brasile con il compito di proteggere la sottostante piana di Camaiore. Si spiegano così, per esempio, le numerose scritte in portoghese che s’incontrano lungo il cammino. Il Prana, la cima più meridionale delle Apuane, si raggiunge in due ore da Casoli (403 m) percorrendo il sentiero n. 2 e successivamente il n. 112. Rientro dallo stesso itinerario.

 
Da due vette “vista mare” al cuore delle Apuane. Obbligatoria, tra tutte, l’ascesa al Monte Forato (1209 m) la montagna più fotografata del Gruppo per il grandioso arco di roccia (il “foro”, appunto) appena sotto la vetta e visibile anche da lontano. Lo si raggiunge da Cardoso (278 m) risalendo il sentiero n.12 che in un paio d’ore arriva proprio sotto l’Arco. Da qui in cinque minuti si tocca la croce di vetta. Il panorama è davvero superbo e spazia dal Tirreno alla Garfagnana, ma sono soprattutto le poco distanti vette apuane a catalizzare l’attenzione: a nord il Corchia con le estese cave di marmo e la Pania della Croce, la cima più alta delle Apuane meridionali, a sud invece ecco il Procinto, il Nona e in lontananza il Monte Gabberi. Si torna alla base dallo stesso itinerario di salita, oppure si prendono le indicazioni per la Foce di Petrosciana e successivamente per la Fonte di Moscoso da dove si scende rapidamente a Cardoso.

Monte Forato ed il gruppo delle Panie
 
Monte Forato da Cardoso
 
Tramonto dal Monte Forato
 
L’assalto alla Pania della Croce (1.859 m) può essere portato da più versanti. La vetta-icona delle Apuane richiede buon allenamento e un minimo di attenzione, ma è alla portata di tutti. Bello il sentiero n.122 che parte da Pruno (447 m), sale fino al Passo dell’Alpino e a Foce Mosceta (1.170 m), nei cui pressi si trova l’accogliente Rifugio Del Freo (www.rifugiodelfreo.it). Da qui si prende a destra il sentiero n. 126 che risale il pendio con ampi tornanti e raggiunge la cima (3.30 ore da Pruno). Si torna sui propri passi fino al rifugio Del Freo dove (solo nei week end) concedersi un pranzo rigenerante con specialità locali prima di tornare a Pruno.

Pania della Croce
Il Mar Tirreno e la Versilia dalla Pania
 
Fonte: Action Magazine

Foto: Daniele Saisi

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The Serchio Valley: Barga and the Devil's Bridge



You never return here; you always come for the first time. Because this is an uncontaminated part of Tuscany, a place that will unveil itself to you little by little. 
There’s everything needed to lose the sense of time in this valley. 
There’s the water of its river, the Serchio, and many lakes that suddenly appear and widen the horizon to infinity. 
There are the colours of the seasons, stressed by the chromatic variations of the large chestnut trees. 
There’s the great history which has left an indelible mark, with the Romanesque Duomo and the Medici palaces in Barga and the dense network of old fortresses, perched in strategic positions.
There’s the smaller history of medieval pilgrims who transited this station on the Via Francigena on the way to Rome. 
There’s the hospitality of its people, who make everyone feel at home. 
There are the tastes of authentic cooking, made of real products. 
There are the villages with ancient origins, each with a well-kept secret. 
But the reason for the journey is always different, because there are experiences and emotions that stay inside and tell of these places better than the panoramas and art treasures. 

Video by Alessandro Stefani

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martedì 18 ottobre 2016

Fiorello Achille Saisi: per i Gallicanesi era l'Ingegnere

 
Fiorello Achille Saisi nacque a Gallicano il 17 Ottobre 1928; i cognomi dei nonni - Saisi, Simonini, Mazzanti e Puccetti - attestano le sue origini locali.
Cresciuto in piena era fascista, passò l’infanzia coi compagni di gioco e di “avventure” tra via Roma, dove abitava con i genitori e la sorella minore, e S.Andrea. Riuscì a conseguire la Laurea in Ingegneria Industriale Meccanica, presso l’Università di Pisa, sempre sostenuto dalla famiglia e dal suo entusiasmo, che fortunatamente a Fiorello Achille non mancò, insieme alla tenacia, con una gioventù segnata dai disagi della guerra e da problemi di salute; e, alla fine, furono ricompensati anche il sudore, le fatiche del padre Fernando, “Brugiafero”, fabbro allo “Stendino” e le cure affettuose della madre Angelina.
L’ingegner Saisi è stato per molti anni insegnante e Preside della scuola IPSIA di Castelnuovo Garfagnana, ha esercitato la libera professione fino alla suo scomparsa, progettando opere pubbliche in tutta la provincia di Lucca; si è impegnato politicamente ricoprendo, oltre alle solite cariche di partito - la allora D.C. - anche quella di sindaco, nei lontani anni 50/60, e fu eletto anche consigliere provinciale negli anni a cavallo tra il 1970/80, un suo desiderio era il futuro di Gallicano come importante punto di snodo tra Garfagnana e Media valle.
Tutto questo sempre con lo spirito di un uomo che non temeva le responsabilità, che studiava e si preparava molto prima di realizzare un qualsiasi progetto. E dobbiamo sottolineare la presenza fondamentale, continua e discreta, nella vita di Fiorella dell’amata moglie Eugenia, sia per la parte professionale che per quella familiare, che gli è stata vicino fino all’ultimo istante di vita. Fiorello non disdegnava i piaceri della vita: si svagava con la caccia e amava la buona tavola, dove era capace di passare, mangiando e conversando con la sua famiglia e i pochi amici, anche interi pomeriggi e serate; amava l’arte classica, la storia italiana e il suo paese, di cui cercò di valorizzare gli aspetti storico-architettonici.
Questa passione lo portò a fare ricerche e a divulgare notizie che riguardavano il passato di Gallicano, collaborando con l’Istituto Storico Lucchese; organizzò incontri e scrisse saggi su tutto ciò che riguardava le vestigia antiche dei luoghi e anche sul suo “strano” cognome, prettamente gallicanese, testi conservati nella biblioteca comunale. Negli ultimi tempi, consapevole di essere al tramonto, ha poi voluto ripercorrer con la memoria, la sua infanzia, addirittura raccontandola nel piccolo volume “Anni verdi”.
In esso ha cercato, trasmettendo la sua esperienza diretta di ragazzo, di rievocare quel periodo oscuro della guerra in Garfagnana, che condizionò purtroppo la sua esistenza e quella dei suoi compaesani. Questo scritto, probabilmente si può considerare come un suo estremo grido contro ogni guerra, e, forse, anche un’ eredità di memorie per le figlie e per tutti, lasciata prima della sua scomparsa.
L’Ingegner Saisi riteneva che una persona possa continuare a esistere anche dopo la morte attraverso le sue gesta e le sue opere, e lui ne ha lasciate molte tangibili e non.
L’attaccamento per la sua famiglia, per il suo lavoro e per il suo paese sono senz’altro ancora presenti in chi lo ha conosciuto, e a qualcuno probabilmente mancherà la sua amicizia, la sua capacità di analisi e la sua serietà in questo brutto momento storico che stiamo vivendo.
 
Articolo di Michela Saisi

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lunedì 17 ottobre 2016

Trassilico: ricordato il Presidente Onorario Antonio Pierotti

Ieri, durante lo svolgimento della XIII Festa della Castagna, l'Associazione Paesana di Trassilico ha ricordato con una targa il suo Presidente Onorario Antonio Pierotti che nell'anno 2006 ne fu ideatore e promotore.






Foto di Associazione Paesana Trassilico

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domenica 16 ottobre 2016

4 scatti di Gallicano





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L'idea di un Palio biennale si fa strada anche tra i rioni

Il Tirreno del 16-10-16

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Nuovo consiglio direttivo rione Borgo Antico

In data 13 ottobre 2016 si è costituito il nuovo Consiglio direttivo del Rione Borgo Antico.




Presidente: Monia Rossi
Vice Presidente: Cristian Tofanelli
Segretario: Furio Valiensi
Vice Segretario: Martina Graziani
Cassiere: Lavinia Rinaldi
Vice Cassiere: Gabriele Cardosi

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venerdì 14 ottobre 2016

giovedì 13 ottobre 2016

Venduto a Sassi di Molazzana il biglietto vincente della lotteria di Merano

Una simpatica storia del 1964 raccontata da Aldo Bertozzi nel numero 111 de "La Pania - Notiziario del Comune di Molazzana".

Venduto a Sassi di Molazzana il biglietto vincente della lotteria di Merano (Lire 150.000.000). Un anonimo informatore ha assicurato attraverso numerose telefonate alle redazioni dei giornali di conoscere il nome del vincitore e di essere disposto a rivelarlo dietro compenso di centomila lire. Era corsa anche la voce che il possessore della cartella fosse il pievano di Gallicano.

P.S.: 150.000.000 di lire del 1964 corrispondono a circa 1.600.000 euro oggi (vedi post attualizzatore).

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mercoledì 12 ottobre 2016

Garfagnana - die wilde Seite der Toskana

In uno dei più importanti quotidiani tedeschi, Süddeutsche Zeitung, è apparso il 29 settembre un articolo sulla Garfagnana: "Garfagnana, il lato selvaggio della Toscana".
 
Parla del Podere Concori di Gabriele Da Prato, del Caseificio Marovelli e della Bosa di Careggine.
Buona lettura!
 
 
Die Garfagnana-Region in Italien drohte zu veröden. Jetzt werden dort wieder die höchsten Weinberge der Toskana bewirtschaftet. Und stolze Bauern wagen überraschende Experimente.

Wer Gabriele da Prato besuchen will, sollte ein erstklassiges Navi besitzen und abseitige Wege nicht scheuen. Die Podere Còncori, in der er einen der besten Pinot Nero des Landes keltert, erreicht man über eine steile, durch einen Wald führende Straße, die mangels anderer Häuser den Namen des Weinguts trägt. Nach wenigen Kilometern öffnet sich eine Lichtung und gibt den Blick frei auf ein von Granatapfelbäumen flankiertes Gebäude, einen Weingarten und das klare Wasser des Serchio, der die Garfagnana hinab seinen Weg nach Lucca nimmt.

"Als wir hier oben begannen, gab es im ganzen Tal keine Winzer mehr." Gabriele da Prato, angegraut, doch drahtig und voller Energie, unterbricht sich kurz, zupft ein paar Beeren von einem Traubengerüst, dann geht sein Blick wieder zurück ins Jahr 1999. "Es gab keine Erinnerung an die einst höchsten Weingärten der Toskana. Keinen Wein, der die Geschichte seines Bodens nacherzählen konnte und in dem man das Wetter eines Jahres wiederfinden hätte können."

Angestachelt von Luigi Veronelli, einer Legende des italienischen Weinbaus, beschloss er, auf dem Hof seines Vaters neben ein paar alte Rebstöcke neue zu setzen und damit der Garfagnana ein Stück ihrer Identität zurückzugeben. Die Region war zwar nie Kernland der Weinkultur, Gabriele da Prato aber wollte trotzdem zeigen, dass man auch mit wenig Mitteln eine große Idee verwirklichen kann. Dafür ging er, wie so viele seiner Landsleute vor ihm, erst einmal weg. Als er zurückkam, hatte er Pinot Noir, Chenin Blanc und Syrah im Gepäck und die Erfahrungen einer Lehrzeit, die ihn von der Rhone über das Burgund bis an die Loire geführt hatte.

Das Experiment, französische Sorten in seine Böden zu pflanzen, verband er mit einem traditionellen Ansatz: Gabriele da Prato ist ständig in Kontakt mit seinen Reben, er wirtschaftet biodynamisch. Im Wein soll das Territorium erfahrbar werden - die dichten Wälder und kalten Winter der Garfagnana, die Bergwinde, die den Serchio durch die Schluchten begleiten und sich nur langsam mit den Meereswinden aus dem Süden vermischen.

Authentizität ist gefragt

Gabrieles Wiederbelebung des Weinbaus folgte eine Handvoll anderer Projekte, die sich mit der kulinarischen Vergangenheit der Garfagnana befassen. Waren es zunächst vor allem kleinere Produzenten, die Initiativen starteten, so haben im Laufe der vergangenen Jahre auch die Gemeinden selbst Verantwortung übernommen. Die "Rete del Gusto" - eine Plattform zu den traditionellen Produkten der Regionen um Lucca - öffnet Wege zu den entlegensten Bauernhöfen der Garfagnana, die sich immer öfter fast vergessener Produkte annehmen. Feste, die einzig den Kastanien, dem Pecorino oder der Biroldo, einer kompromisslos angefertigten Blutwurst, gewidmet sind, ziehen zunehmend Besucher aus dem Rest der Toskana an. Authentizität ist gefragt.

Auch bei Gabriele da Prato. Dem einstigen Trend, gewichtige Weine zu keltern, setzte er Versionen entgegen, die erdig und lebendig sind - animierende, das kühle Klima der Garfagnana widerspiegelnde Weine, wie sie ihre Bewohner auch aus alten Zeiten kannten, als man noch gemeinsam in den Osterien hockte und sich über die Geschehnisse in den Dörfern austauschte.

Und zu besprechen gab es immer viel. Jenseits der alltäglichen Geschichten rund um vorbeiziehende Hagelwolken, fallende Dinkelpreise und erfolgreiche Cousins in Chicago und Buenos Aires stritten sich auch immer wieder die Autoritäten von Lucca, Modena und Florenz um die Pfründe eines Landstrichs, der neben Wald und Wildschweinen vor allem Schafe und eigenbrötlerische Bewohner zu bieten hatte.

Ein paar Kilometer weiter im Norden, im Zentrum von Castelnuovo, dem ökonomischen Herzen der Region, verkauft Romina Marovelli in einem kleinen Laden in der Via Farini selbstgemachten Käse. An der Tür hängt ein Plakat mit dem Profil von Cristoforo di Messisbugo, des Zeremonienmeisters der Fürsten von Modena und genialsten Kochs der Renaissance. Die Vorbilder sind also groß, die Referenzen an die Vergangenheit ebenso.

"Die Garfagnana war seit jeher ein Land der Hirten. Und ein Land der Ziegen", sagt Romina Marovelli. Garfagnina heißt die einheimische Rasse, sie ist angepasst an das Leben in dieser Region. "Einmal im Jahr, am 1. September, verkauften die Hirten ihren Käse in Castelnuovo und zogen sich danach wieder in die Schluchten und Berge zurück." Doch mit den Hirten, die immer öfter in die Industrien der Ebene abwanderten, verschwanden auch die Ziegen. "Als dann nur noch 40 übrig waren, zogen wir die Reißleine und entwickelten ein Programm zur Rettung der Garfagnina."

Romina Marovelli hat klare Ideen und Prinzipien, die sie in den letzten Jahren zu einem profunden Sprachrohr der Garfagnana gemacht haben. Sie bereist mit ihren Kreationen das ganze Land, hält Seminare und rückt dabei stets ihre Gegend in den Mittelpunkt. Ihr Handwerk versteht sie auch als Kulturauftrag: Die Milch kommt nur von Kleinbauern aus den umliegenden Dörfern.

Rezepte der Vergangenheit als Hoffnung für die Zukunft

Experimenten steht Romina Marovelli ähnlich aufgeschlossen gegenüber wie der Weinbauer da Prato, wobei sie stets in lokalen Dimensionen denkt. Sie veredelt den Käse mit Kastanienblättern, Honig, Traubentrestern und Kräutern aus der Region und ackert sich auf der Suche nach alten Rezepten und neuen Ideen durch die historische Käseliteratur. So kreiert sie auch immer wieder Variationen, die der Garfagnana nicht nur eine Vergangenheit, sondern auch eine Zukunft geben.

Das jüngste der vielen Projekte, die der Garfagnana wieder neues Leben einhauchen, ist in Bosa di Careggine zu finden, auf knapp 900 Metern Höhe. Es ist ein Ort, in dem die Kirchenglocken noch nicht vergeblich läuten, die Metzger noch selber schlachten und Frauen Kopftücher tragen. Hier haben Gian Luca Guidi und zwei Freunde vor drei Jahren die Maestà della Formica ins Leben gerufen, ein ambitioniertes Projekt, das sich traditioneller Formen der Landwirtschaft bedient und den Ertrag experimentell verarbeitet. Auf einem Plateau unterhalb des Dorfes, eingerahmt von den schroffen, sich vom restlichen Apennin abhebenden Bergen der Apuanischen Alpen, arbeiten die drei mit den natürlichen Ressourcen der Alta Garfagnana.

"Wir pflanzen wieder Apfelsorten an, die oft nur noch in der Erinnerung der alten Dorfbewohner existieren, verarbeiten Kräuter, Wurzeln und Blüten und loten das Potenzial der Wälder aus", erzählt Gian Luca Guidi. Ein Spaziergang mit ihm über die Wiesen der Maestà ist ein augenöffnendes und sensorisches Erlebnis: Alle zwei, drei Meter bleibt er stehen, zupft Blüten von Stängeln oder gräbt eine Wurzel aus und reicht sie zum Probieren weiter. Namen wie Knoblauchrauken, Portulak, Butzenklette und Eberwurzen schwirren durch die Luft und dringen ins Bewusstsein. In näherer Zukunft will er Workshops und kulinarische Touren durch die Pflanzenwelt der Garfagnana anbieten.

Strohblumen in der Marmelade, Löwenzahnkapern zum Käse

Die Maestà della Formica ist Teil einer Geopark-Farm, die nachhaltigen Tourismus fördert. Gearbeitet wird hier mit wissenschaftlichem Anspruch: Die Mitarbeiter durchforsten die Dörfer nach alten, einheimischen Obstsorten. Gleichzeitig wird untersucht, wie sich die klimatischen Bedingungen geändert haben, welche Pflanzen Zukunft haben. Der Geopark entwirft Wanderwege durch historische Kulturlandschaften, die immer wieder von steil abfallenden Felsen und dichten Wäldern durchbrochen werden. Ein kleines Museum gibt Auskunft über die Geschichte der Umgebung.

Direkt unter den Ausstellungsräumen türmen sich neben einem Druckkochtopf Gläser mit Garfagnana-Kimchi und Löwenzahnkapern. Hier wird eingekocht und fermentiert und zwar so originell und auf einem derart hohen Niveau, dass nicht nur Romina Marovelli ihren Käse damit verfeinert, sondern Küchenchefs mit Michelinstern anklopfen und nach Heu-, Tannenzapfen- und Schwarzkohlsirup fragen. Manch einer hat sich hier schon den Kofferraum vollgeladen mit Pfirsichmarmelade mit Strohblumen oder Brombeerengelee mit Lakritze.

"Wir kombinieren Tradition mit Fantasie", sagt Gian Luca Guidi. Und dazu gehört auch, gelegentlich etwas Ungewöhnliches auszuprobieren. "Wir haben dort oben Riesling ausgepflanzt", sagt Gian Luca Guidi und zeigt auf einen Hang in der Ferne, nicht unweit des einzigen Skilifts der Region. Riesling in der Garfagnana? Da sind sie die Einzigen hier. Die Weingärten liegen auf 1080 Meter, sie sind mit Abstand die höchsten der Toskana. Mangels geeigneter Edelreiser sind die drei Freunde dafür nach Deutschland aufgebrochen, haben sich mit Gabriele da Prato ausgetauscht und dann einfach losgelegt.

Auf das Resultat muss man allerdings noch warten. "Bis wir die ersten Trauben lesen können, wird es wohl 2018 werden", schätzt Guidi. Aber nach Jahrzehnten völligen Stillstands in der Garfagnana ist das eine überschaubare Zeitspanne.


Fonte: Süddeutsche Zeitung

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Insieme per Amatrice - Sabato 15 ottobre


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Assemblea Generale del Rione Monticello - 25 ottobre


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Farro della Garfagnana


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Farina di neccio della Garfagnana


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martedì 11 ottobre 2016

Ritorno ai sistemi socioeconomici locali - IV Convegno annuale


La Società dei Territorialisti (Associazione scientifica multidisciplinare di diversi Atenei italiani e europei) promuove l’ultimo convegno della quadrilogia “Ritorno al Territorio” sul tema del “Ritorno ai sistemi socioeconomici locali”.

Gli altri convegni, che hanno dato luogo ai primi quattro numeri della rivista Scienze del Territorio, si sono svolti sui temi “Ritorno alla terra” (Milano 2013), “Ricostruire la città” (Roma 2014), “Riabitare la montagna” (Torino 2015).

Il convegno si svolge sulle Alpi Apuane, oggetto negli ultimi anni di una grande battaglia nazionale – che ha coinvolto associazioni ambientaliste e culturali, mondo della cultura, dell’informazione e del sindacato in occasione del Piano paesaggistico della Regione Toscana – su due opposte ipotesi di futuro socioeconomico: la prima incentrata sulla monocultura del marmo, ormai concentrata in poche mani di multinazionali (dopo la crisi occupazionale del distretto industriale) con tecnologie che determinano un enorme consumo di risorse, con altissimi costi umani, ambientali, socioeconomici; la seconda che, riconducendo l’attività estrattiva agli usi di qualità per l’artigianato artistico, avvia un modello socioeconomico fondato su una valorizzazione integrata delle risorse patrimoniali di eccellenza del territorio (agroforestali, idrogeomorfologiche, paesaggistiche, escursionistiche, artigianali, artistiche, culturali, insediative, energetiche, ecc.), reinterpretato come bene comune da una molteplicità di soggetti sociali attivi, imprenditori e amministrazioni locali già operanti in questa prospettiva (unioni di Comuni, Ecomuseo, Osservatorio del paesaggio, imprenditori, Associazioni, Università, Regione, ecc.).

A partire da questo esempio concreto, presentato nella prima giornata, avviamo nella seconda la discussione sulle proposte avanzate da SdT per il futuro dei sistemi socioeconomici locali.

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Roc d'Azur 2016


Ho partecipato insieme agli altri ragazzi della Garfagnana EPIC, dal 6 al 9 ottobre, alla Roc d’Azur, la gara di MTB più famosa e frequentata d’Europa (20.000 partecipanti e 150.000 visitatori) che si svolge dal 1984 a Frejus in Costa Azzurra.

Tutti e otto (Alessandro Santi, Claudio Santi, Daniele Saisi, Federico Cardosi, Giorgio Favilla, Massimo Buccolieri, Mirco Toni e Riccardo Cassettari) siamo riusciti nell’impresa di concludere la Roc Trophy, un trofeo particolare per premiare i “malati di Roc” che partecipano a quattro prove:

la Roc Light (23 Km e 350 m. D+), la Marathon (82 Km e 2.300 m. D+), la Roc d’Azur Junior (42 Km e 750 m. D+) e la Roc d’Azur (56 Km e 1.300 m. D+).

Questa è la mappa delle 4 gare.




Questi sono stati i nostri tempi:

ROC TROPHY #1: 23 Km e 350 m. D+
ROC TROPHY #1 –   54 – 01:03:42 – BUCCOLIERI Massimo
ROC TROPHY #1 – 118 – 01:09:18 – CASSETTARI Riccardo
ROC TROPHY #1 – 126 – 01:09:55 – CARDOSI Federico
ROC TROPHY #1 – 134 – 01:11:30 – FAVILLA Giorgio
ROC TROPHY #1 – 149 – 01:14:09 – TONI Mirco
ROC TROPHY #1 – 155 – 01:14:44 – SAISI Daniele
ROC TROPHY #1 – 162 – 01:16:00 – SANTI Claudio
ROC TROPHY #1 – 166 – 01:17:22 – SANTI Alessandro

ROC TROPHY #2: 82 Km e 2300 m. D+
ROC TROPHY #2 –   44 – 05:22:22 – BUCCOLIERI Massimo
ROC TROPHY #2 – 117 – 06:28:23 – CARDOSI Federico
ROC TROPHY #2 – 120 – 06:37:06 – CASSETTARI Riccardo
ROC TROPHY #2 – 152 – 07:44:07 – TONI Mirco
ROC TROPHY #2 – 153 – 07:44:08 – SAISI Daniele
ROC TROPHY #2 – 154 – 07:44:15 – FAVILLA Giorgio
ROC TROPHY #2 – 159 – 07:53:55 – SANTI Alessandro
ROC TROPHY #2 – 162 – 08:16:35 – SANTI Claudio

ROC TROPHY #3: 42 Km e 750 m. D+
ROC TROPHY #3 –   47 – 02:10:17 – BUCCOLIERI Massimo
ROC TROPHY #3 – 114 – 02:34:48 – CASSETTARI Riccardo
ROC TROPHY #3 – 115 – 02:34:52 – CARDOSI Federico
ROC TROPHY #3 – 135 – 02:50:26 – SAISI Daniele
ROC TROPHY #3 – 139 – 02:53:13 – SANTI Claudio
ROC TROPHY #3 – 141 – 02:54:39 – TONI Mirco
ROC TROPHY #3 – 144 – 02:57:42 – FAVILLA Giorgio
ROC TROPHY #3 – 145 – 02:58:28 – SANTI Alessandro

ROC TROPHY #4: 56 Km e 1300 m. D+
ROC TROPHY #4 –   49 – 03:11:33 – BUCCOLIERI Massimo
ROC TROPHY #4 – 106 – 03:45:29 – CARDOSI Federico
ROC TROPHY #4 – 109 – 03:46:41 – CASSETTARI Riccardo
ROC TROPHY #4 – 135 – 04:12:10 – FAVILLA Giorgio
ROC TROPHY #4 – 146 – 04:30:04 – TONI Mirco
ROC TROPHY #4 – 147 – 04:37:40 – SAISI Daniele
ROC TROPHY #4 – 150 – 04:56:03 – SANTI Alessandro
ROC TROPHY #4 – 151 – 04:56:04 – SANTI Claudio

ROC TROPHY CUMULÉ –   38 – 11:47:50 – BUCCOLIERI Massimo
ROC TROPHY CUMULÉ –   96 – 13:58:35 – CARDOSI Federico
ROC TROPHY CUMULÉ – 104 – 14:07:49 – CASSETTARI Riccardo
ROC TROPHY CUMULÉ – 127 – 16:05:33 – FAVILLA Giorgio
ROC TROPHY CUMULÉ – 132 – 16:22:55 – TONI Mirco
ROC TROPHY CUMULÉ – 133 – 16:26:54 – SAISI Daniele
ROC TROPHY CUMULÉ – 135 – 17:05:44 – SANTI Alessandro
ROC TROPHY CUMULÉ – 136 – 17:21:48 – SANTI Claudio

Una bella esperienza!

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lunedì 10 ottobre 2016

Il calcio, a Gallicano, ingrana la seconda

Il mio articolo sul calcio gallicanese apparso sull'ultimo numero (settembre 2016) de L'Aringo - Il giornale di Gallicano.

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Festa della Castagna - Trassilico 16 ottobre 2016


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Concerto di beneficenza per Amatrice - Verni 16 ottobre 2016


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L'utilizzo del defibrillatore illustrato dal Dr. Cecchini


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martedì 4 ottobre 2016

La Garfagnana EPIC alla Roc d'Azur

 
Dal 5 al 9 ottobre 2016 i ragazzi della Garfagnana EPIC parteciperanno alla 33° edizione della Roc d’Azur, la gara di MTB più famosa e frequentata d’Europa (20.000 partecipanti e 150.000 visitatori) che si svolge a Frejus in Costa Azzurra.
 
La Roc d’Azur dura cinque giorni, durante i quali gli appassionati di Mtb avranno l’opportunità di partecipare a competizioni diurne e notturne, assistere ad esibizioni di Trial e Dirt Jumping nonché perdersi fra gli stand ricchi di novità, allestiti in una vera e propria cittadella in riva al mare.
 
Quest’anno la Roc d’Azur lancia una nuova sfida rivolta agli stakanovisti della mountain bike: il Trofeo Roc, una classifica particolare per premiare e mettere sotto i riflettori i “malati di Roc” che parteciperanno a quattro prove: la Roc Light (23 Km e 350 m. D+), la Marathon (82 Km e 2.300 m. D+), la Roc d’Azur Junior (42 Km e 750 m. D+) e alla Roc d’Azur (56 Km e 1.300 m. D+).
 
Noi della Garfagnana EPIC accettiamo la sfida!
 
Vi terremo aggiornati.

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In 400 alla festa dello sport

Il Tirreno del 04-10-16 Nicola Bellanova

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Garfagnana EPIC 2017: save the date!


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lunedì 3 ottobre 2016

On line il nuovo sito della Garfagnana EPIC

E' on line il nuovo sito della Garfagnana EPIC, rinnovato nella grafica e nei contenuti.
Per celebrare il momento, ufficializziamo le date della Garfagnana EPIC 2017: 3 e 4 giugno.
Le iscrizioni apriranno il 09/01/2017.
 
Visita il sito!

http://www.garfagnanaepic.com/

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Castagnata in piazza a Cascio - domenica 9 ottobre 2016


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La focaccia leva e le trote fario sulla rivista "La Cucina Italiana"


La Cucina Italiana, nel numero di ottobre 2016, parla dell'Antica Trattoria dell'Eremita, della focaccia leva, delle trote e della Garfagnana.
 
 

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Brutto inizio di campionato per il Gallicano

Il Gallicano, ad Altopascio, subisce un'altra pesante sconfitta contro il Tau Calcio: 5 a 0.
Peggio di così il campionato non poteva davvero iniziare: 3 partite, 3 sconfitte, 0 gol fatti e 11 gol subiti.
Le prossime 2 partite, entrambe al S. Toti, saranno determinanti per i bianconeri di Mister Salotti: Luccasette e San Filippo dovrebbero essere due squadre abbordabili, almeno sulla carta…
 
 

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