È quasi luglio e luglio a Gallicano è sinonimo di Palio.
Un evento che ha dello straordinario se pensiamo
che questo piccolo paese mette in piedi uno spettacolo
che fa invidia alle più blasonate compagnie
multispettacolo in giro per il mondo.
Il Palio è uno e trino contemporaneamente, è difficile
capirne il senso per chi non è nato sotto i colori dei
rioni, perchè di fatto sono i tre rioni a compiere un
miracolo ogni anno. Bufali Monticello e Borgo Antico,
eccoli qua i veri protagonosti, per ognuno di loro
il Palio infatti è materia viva, è come l’aratro che traccia
il solco attraversando in verticale la vita di ogni
gallicanese, dalla nascita al volo finale.
Sono loro che
ballano se vogliono ballare, sono loro che intessono
la trama e l’ordito del cencio, per loro il Palio rappresenta
tutto, gioia, luce, armonia e tripudio se riescono
ad alleviare le loro pene con la vittoria, e usano di
tutto, anche inganno, guerra, sotterfugio.
I tre rioni
conoscono molto poco la sportività, ciascuno deve
fare la propria parte per complicare la vita ai rivali,
perchè di fatto non ci sono secondi e terzi posti, il
Palio o si vince o si perde; con tutto ciò, c’è comunque
molto rispetto per chi “porta i carri in piazza” essendo
ogni anno sempre più difficile tirare le fila dei
rioni, perchè, anche se tutti si sentono parte di qualcosa,
in realtà sono pochissime le persone che lavorano
costantemente tutto l’anno all’interno del rione
e che permettono la realizzazione del progetto.
Sono pochi per davvero che hanno le responsabilità
e il peso del Palio sulle spalle, che trainano
tutto il resto, che oltre a pensare al tema, a cucire,
a lavorare ai carri, a truccare, a scegliere musiche, a
ideare le coreografie, a coordinare le gare sportive,
si sobbarcano un complicato lavoro di gestione sia
economica che di figuranti, e spesso ahimè, invece
di essere ringraziati, sono criticati per le scelte e per
le sconfitte.
Si riduce tutto, sommando tra tutti e tre i rioni, a forse
una trentina di personaggi, che nel bene e nel
male si occupano di Palio tutto l’anno, trenta persone
che respirano vittorie, delusioni e brillantini,
persone che da una vita sono lì, a disposizione di
tutti, che con pazienza ascoltano le idee, le lamentele,
compattano il gruppo e stimolano la creatività
di Gallicano.
E il Palio, che è l’anima di Gallicano, pesa molto e ha
un valore inestimabile, ma spesso si blocca proprio
per il poco ricambio ai vertici dei rioni; in tanti parlano,
in tanti giocano, in tanti amano il Palio ma il Palio
lo si deve a questo gruppo di appassionati forsennati
che ogni tanto si stancano e smettono.
Mi permetto di dare un consiglio ai gallicanesi che di
fatto si aspettano che il Palio duri in eterno: supportate
e aiutate chi è sempre presente, chi è a disposizione
dei contradaioli, e cercate pure di imparare il
mestiere, fare il Palio non è una passeggiata!
Queste persone sono le vere bandiere di Bufali,
Monticello e Borgo Antico e fanno girare il motore
pulsante del Palio di San Jacopo.
Palio Docet.
Quella Bufala
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