Inaugurato il 24 agosto 1924 si chiamava all’inizio Rifugio Pania e successivamente fu dedicato ad Enrico Rossi. Il rifugio, posto alla quota di 1609 metri, fu realizzato a cura della sezione lucchese del CAI nata appena un anno prima. E si capisce i sacrifici e la spesa non indifferente che la neonata associazione dovette sobbarcarsi per la sua realizzazione.
In questi 92 anni il rifugio ha vissuto tante vicissitudini e tanti cambiamenti.
E’ stato allargato e riammodernato, collegato a valle da una teleferica, munito di telefono. Vi è anche una piazzola per l’atterraggio degli elicotteri.
Sul problema, molto sentito, della disponibilità di acqua potabile al rifugio, ecco quanto scriveva nel 1924 l’Ing. Romeo Masini in un opuscolo stampato in occasione dell’inaugurazione.
“… La regione delle Panie è povera di acqua, pur tuttavia però la natura non è stata così ingrata da privarla completamente, poiché fra la Pania della Croce e la Pania Secca (altrimenti detta Paniella) si distende una coltre di terreni di natura spiccatamente scistosa e quasi tegolare, fortemente denudata, che costituisce l’Uomo Morto, coltre che con leggere inflessioni ricopre la sottostante formazione calcare.
Questi scisti sono rivestiti da uno strato erboso, bizzarramente abraso, che conferisce quella scura tonalità, la quale risalta, sul bianco paesaggio, ponendo in rilievo il profilo dell’Uomo Morto.
Questa coltre erbosa, dove la neve soggiorna fino alla fine di Maggio, agisce a guisa di spugna, s’impregna di acqua e la restituisce, goccia a goccia, dando luogo a due piccole sorgenti, se pure è il caso di chiamarle così, una delle quali, quella più prossima alla Pania Secca è di piccolissimo bacino, si esaurisce ai primi di Luglio e anche prima, rappresentando un vero e proprio scolo di monte, mentre l’altra, un poco più profonda e di bacino maggiore, persiste anche nei periodi di siccità, purchè alternativamente, nei mesi di Luglio e di Agosto, sia ravvenata da qualche pioggia.
Quest’ultima sorgente dista dal Rifugio pochi metri e ne costituisce la riserva idrica. Ma anche nell’ipotesi che per brevi giorni l’acqua dovesse mancare, il Rifugio sarebbe sempre alimentato dalla neve raccolta nelle caverne, di cui la maggiore e perenne, dista venti minuti di cammino dal Rifugio e trovasi sotto la Pania della Croce.”
Dal rifugio si raggiungono in 45 minuti la cima della Pania Secca, in 1 ora quella della Pania della Croce e in 1 ora e mezzo il Pizzo delle Saette.
Il Rifugio è oggi gestito da Antonello Chiodo (Telefono gestore 0583-74095 cell. 348-3898003 - Telefono rifugio 0583-710386), ha 22 posti letto ed è aperto in modo continuativo da giugno a settembre e nei rimanenti weekend, compresa la stagione invernale.
Sul problema, molto sentito, della disponibilità di acqua potabile al rifugio, ecco quanto scriveva nel 1924 l’Ing. Romeo Masini in un opuscolo stampato in occasione dell’inaugurazione.
“… La regione delle Panie è povera di acqua, pur tuttavia però la natura non è stata così ingrata da privarla completamente, poiché fra la Pania della Croce e la Pania Secca (altrimenti detta Paniella) si distende una coltre di terreni di natura spiccatamente scistosa e quasi tegolare, fortemente denudata, che costituisce l’Uomo Morto, coltre che con leggere inflessioni ricopre la sottostante formazione calcare.
Questi scisti sono rivestiti da uno strato erboso, bizzarramente abraso, che conferisce quella scura tonalità, la quale risalta, sul bianco paesaggio, ponendo in rilievo il profilo dell’Uomo Morto.
Questa coltre erbosa, dove la neve soggiorna fino alla fine di Maggio, agisce a guisa di spugna, s’impregna di acqua e la restituisce, goccia a goccia, dando luogo a due piccole sorgenti, se pure è il caso di chiamarle così, una delle quali, quella più prossima alla Pania Secca è di piccolissimo bacino, si esaurisce ai primi di Luglio e anche prima, rappresentando un vero e proprio scolo di monte, mentre l’altra, un poco più profonda e di bacino maggiore, persiste anche nei periodi di siccità, purchè alternativamente, nei mesi di Luglio e di Agosto, sia ravvenata da qualche pioggia.
Quest’ultima sorgente dista dal Rifugio pochi metri e ne costituisce la riserva idrica. Ma anche nell’ipotesi che per brevi giorni l’acqua dovesse mancare, il Rifugio sarebbe sempre alimentato dalla neve raccolta nelle caverne, di cui la maggiore e perenne, dista venti minuti di cammino dal Rifugio e trovasi sotto la Pania della Croce.”
Dal rifugio si raggiungono in 45 minuti la cima della Pania Secca, in 1 ora quella della Pania della Croce e in 1 ora e mezzo il Pizzo delle Saette.
Il Rifugio è oggi gestito da Antonello Chiodo (Telefono gestore 0583-74095 cell. 348-3898003 - Telefono rifugio 0583-710386), ha 22 posti letto ed è aperto in modo continuativo da giugno a settembre e nei rimanenti weekend, compresa la stagione invernale.
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