San Pellegrinetto |
Una signora di San Pellegrinetto, guardando con compassione una bimbetta che protestava sgarbatamente con la madre perché la merendina, in cellofan variopinto, non era di suo gradimento, mischiando mirabilmente l'italiano al garfagnino, mi ha detto:
"Quand’ero bimbetta a merenda s’ungeva il pane co’ l’oglio e aceto e de le volte, quando un c’era gnanco quello, sapete che faceva mi mà? Tagliava un troccolo grosso di pane e uno cicco, po’ mi dicea: - Quello più grosso edè il pane e quello più cicco fa conto che sia cagio. Me li porgea così, con tanto amore che li pigliavo e l’uno e l’altro insieme l’abboccavo, giocando felice per le piane a pomba, o quattro cantoni, ‘ntanto giù i bocconi. Quel pane lo finio che gnanco me n’accorgevo.
Vi dirò che il pezzetto più cicchino mi parea proprio cagio pecorino. Forsi dèra la fame opurr dèra l’amore che ci mettea mi’ mà, ma ci sentio drento quel sapore.
Oggigiorno i bimbetti ci han di tutto, cagi, salame, biscotti e prosciutto, ma fan dannà. Su’ mà per fagli mandà giù mezzo boccone scappino via facendo le frignate. Lessategli un laveggio di patate, come a mi’ tempi che ‘nsavea nulla, ma erimo contenti. ‘Nvece, proprio perché c’hanno tutto, fanno svernie e boccacce e su’ mà, stracca a caminagli dietro perché gli stiino boni, gli fa mangià scepro il companatico e il pane va a finì drento i bidoni".
Nessun commento:
Posta un commento