che da Soraggio mi ni vado al mare;
nun ho mai cambio riligion, né panni
e fo' l mi comodaccio a tutto andare.
Or camino cusì, ora cosà:
quando son cicco e quando grosso,
s'un mi piace sta qui, vado di là,
insomma faccio tutto quel che posso.
Prudente son coi muri e i cavalletti,
coi ponti tutti della firuvia
che se voleo con quattro minuetti
podevo e posso sbaraccalli via.
Lavo la roba sporca alle signore
e cerco di lavà grandi e cicchini,
ricevo roba di cattivo odore
e quello che mi danno j spazzini.
Porto spesso la legna a chi un ci n'ha.
rùtolo sassi eppò faccio la rena
e questo è tutto il mal che posso fa,
se qualche volta mi vedete in piena.
Ed ora, quasi un lavorassi assà,
m'han preso per l'orecchio come un ciuco
e m'han vinduto ad una società
per gusto che j passi drento il buco
(anonimo garfagnino)
Questa poesia l'ho trovata in un vecchio quaderno delle scuole elementari (maestra Casci Maria Annita).
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