Bici in spalla, addio. Sono, infatti, in arrivo miglioramenti strutturali delle stazioni ferroviarie che renderanno più facile la vita di coloro che scelgono la due ruote e il treno per viaggiare. Stalli pavimentati e coperti destinati al parcheggio delle bici; installazione nei sottopassi pedonali di scivoli e ascensori dimensionati per facilitare l’accesso ai binari; utilizzo per noleggio e manutenzione delle bici di tutti quei locali non più funzionali alle attività ferroviarie; organizzazione di aree dedicate al bike sharing nei piazzali antistanti le stazioni dei Comuni in cui il servizio è già attivo; installazione di una segnaletica apposita e un decalogo di buon comportamento per i viaggiatori con la bici al seguito.
Un protocollo d’intesa
Sono queste le misure del protocollo d’intesa firmato a settembre da Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi), e da Giulietta Pagliaccio, presidente della Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab). Misure che interesseranno 180 hub italiani e che saranno finanziate sia con i fondi già a disposizione di Rfi, sia con le risorse destinate alla mobilità sostenibile.
Il piano «500 stazioni»
Il piano si inserisce all’interno del progetto di Rfi «500 stazioni», che punta ad adeguare 500 stazioni di piccole e medie dimensioni, usate da circa l’80% dei viaggiatori, alle esigenze degli utenti, soprattutto di coloro con ridotta mobilità e disabilità, e a caratterizzarle con uno standard architettonico unico e facilmente riconoscibile. I lavori sono partiti quest’anno, per un investimento di 80 milioni di euro, e consistono nell’innalzamento dei marciapiedi a 55 centimetri dal piano binari così da migliorare l’accesso o l’uscita dei passeggeri dai treni; nel potenziamento delle informazioni sonore e visive; nell’abbattimento delle barriere architettoniche per migliorare l’accessibilità di stazioni e fermate; nella cura e decoro degli spazi della stazione e nell’introduzione dell’illuminazione a Led per il risparmio energetico.
Le linee dismesse diventano ciclabili
Non solo stazioni, però. In cantiere c’è, infatti, il progetto di recuperare quasi 1.800 km di tracciati ferroviari non più utilizzati, in oltre 330 Comuni italiani, e trasformarli in percorsi ciclopedonali protetti che potrebbero facilitare l’interscambio tra bici e treno. Se da un lato Rfi si preoccupa di rendere più accessibili ai ciclisti le stazioni, dall’altro Trenitalia, con una gara per 500 nuovi treni regionali, per un investimento di circa 4,5 miliardi di euro, ha impostato i capitolati in modo da consentire alle Regioni committenti di scegliere gli allestimenti più idonei al trasporto delle bici a bordo. Inoltre, ha stanziato 60 milioni di euro per il restyling dei treni oggi in circolazione e una parte di queste risorse è destinata alla creazione di spazi per il trasporto di almeno sei bici su ciascuno convoglio. Un intervento, quest’ultimo, che riguarda la flotta Taf in Lazio, Veneto, Piemonte e Campania e che si concluderà nel 2016, ma non è il solo.
L’amicizia bici-treno
Speciali kit portabiciclette verranno, infatti, allestiti sui treni Jazz e si sta lavorando a recuperare posti bici anche sulle locomotive E 464 in servizio sui treni regionali. Inoltre, sono allo studio misure per facilitare la prenotazione del posto, acquistare il supplemento bici sul web e incentivare partnership per favorire l’acquisto di biciclette pieghevoli da parte degli abbonati al trasporto regionale. Tutte misure che vanno ad aggiungersi alle buone pratiche di intermobilità che già l’Italia conosce, sebbene non diffusamente.
Le iniziative
Ad esempio, grazie alla convenzione siglata a maggio tra Trenitalia e Fiab, i gruppi di viaggiatori che usano treni regionali adatti al trasporto delle bici possono godere di uno sconto comitiva dal 10 al 15 per cento, mentre a Milano e a Verona i clienti di CartaFreccia che acquistano l’abbonamento annuale ai servizi di bike sharing hanno un rimborso sul prezzo totale. Tra il 26 luglio e il 6 settembre, inoltre, sulla linea Venezia-Calalzo di Cadore (Belluno), ha viaggiato un treno attrezzato per il trasporto di sessanta biciclette e a Cadore un autobus in grado di caricare fino a trenta bici aspettava i viaggiatori, così da dare uno strappo ai più pigri. In Toscana, invece, la Giunta regionale ha approvato il progetto di dare, ai pendolari di Trenitalia e del Trasporto ferroviario toscano che acquistano una bici pieghevole, un bonus di 150 euro e una tessera per viaggiare in treno con la due ruote. Sempre in Toscana, nel Comune di Massarosa (Lucca), l’amministrazione ha deciso di pagare 0,25 euro a chilometro a chi va al lavoro in bici, fino a un tetto massimo di 50 euro di rimborso mensile a persona. Un progetto che copia la cosiddetta «rivoluzione antismog» lanciata dal ministro dell’Ecologia francese Ségolène Royal e che riprende alcune buone pratiche europee e le migliora: in Belgio, infatti, il contributo è di 22 centesimi a chilometro.
Bici: boom vendita in Italia
Scelte che fanno bene ai portafogli e all’ambiente, ma anche alla produzione e alla viabilità. In Italia, l’anno scorso, il numero di bici vendute è stato superiore del 6,6% rispetto a quello del 2013, arrivando a quota 1.644.592, e quello delle due ruote prodotte è aumentato del 2,2% (2.728.600), con un export dell’1,1% in più. Nel nostro Paese ci sono 4 milioni di ciclisti (in Germania sono 7 milioni), che scelgono la due ruote soprattutto laddove c’è l’integrazione con i mezzi pubblici. La bici, infatti, è il veicolo più usato e conveniente, il 50% degli spostamenti nei centri urbani è inferiore ai 5 km e in questi casi risulta essere il mezzo più veloce. A quelle tradizionali, poi, si aggiungono quelle elettriche. In tutta Europa, ne circola oltre un milione e a Lecco si svolge BikeUp, la sola manifestazione europea dedicata alla due ruote elettrica. A Torino inoltre è stato inaugurato ToHandbike, il primo servizio sperimentale di bike sharing riservato ai disabili.
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