Da domenica prossima non sarà più obbligatorio esporre sul parabrezza il tagliando dell’assicurazione Rc auto. Ma ciò non implica l’avvio dei controlli automatici per stanare quei quasi quattro milioni di veicoli che si stima circolino senza copertura: se tutto andrà bene, occorrerà attendere che diventi legge il Ddl concorrenza, che contiene anche numerose altre novità in campo assicurativo. È invece già operativa da una settimana la smaterializzazione del certificato di proprietà.
Il tagliando
Il 18 ottobre scatta la smaterializzazione del cosiddetto contrassegno della Rc auto, cioè il tagliandino che oggi va esposto sul parabrezza o comunque nella parte anteriore dei veicoli (su motocicli e ciclomotori, invece, va solo portato con sé). Con la smaterializzazione, il contrassegno cartaceo perde valore: per i controlli, le forze dell’ordine dovranno consultare la banca dati delle polizze (Sita), messa in piedi dalla Motorizzazione con dati forniti dall’Ania (l’associazione delle compagnie).
La novità serve per rendere definitivamente inutile la falsificazione del tagliandino (sempre più praticata da quando la crisi ha aumentato il tasso di evasione dell’obbligo assicurativo) e per tagliare le gambe ai truffatori che finora hanno approfittato del contrassegno per chiedere il risarcimento di falsi incidenti (bastava avvicinarsi a un qualsiasi veicolo in sosta, annotare il nome della compagnia che lo copre e spedire a quest’ultima una denuncia per un presunto sinistro avvenuto in zona in quel momento).
Una controindicazione è nel rischio che, non vedendo più il contrassegno, ci si dimentichi della scadenza dell’assicurazione. Ma va detto che si riceve un avviso dalla compagnia e si potrà sempre verificare la propria posizione su «iPatente», la app della Motorizzazione.
Si è letto che con la smaterializzazione partono anche i controlli automatici, perché gli apparecchi di rilevazione di altre infrazioni che siano in grado di leggere le targhe, se connessi col Sita, possono capire se un veicolo in transito è assicurato o no. Tecnicamente è vero, giuridicamente non ancora (si veda l’articolo qui accanto). La soluzione sta in un emendamento al Ddl concorrenza votato dalla Camera, che ora è tornato al Senato.
Attenzione: resta in vigore l’obbligo di tenere a bordo il certificato di assicurazione. Serve per consentire di compilare il modulo blu in caso d’incidente e per dimostrare di essere assicurati anche quando la propria polizza non risulta nel Sita (si veda l’articolo qui accanto). Chi circola senza il certificato continuerà dunque a rischiare una multa di 41 euro e a vedersi richiesto di esibire il documento entro un termine indicato dagli agenti.
Le altre novità Rc auto
Il Ddl concorrenza, nel suo passaggio alla Camera, è stato molto modificato rispetto alla sua versione di partenza, scritta dal Governo a febbraio. Tra le tante modifiche, l’”equiparazione” di chi monta la scatola nera e non causa sinistri da almeno cinque anni ai migliori assicurati anche se abita in zone (come il Sud) che hanno tariffe alte, l’eliminazione dei tagli ai risarcimenti sui danni a persone e delle disposizioni che penalizzavano gli autoriparatori, come il divieto di cessione del credito da parte del danneggiato e gli “incentivi” a far effettuare le riparazioni in officine convenzionate con le compagnie. Ma per ora si tratta solo di novità “futuribili”, che attendono il vaglio del Senato.
Il certificato di proprietà
Lunedì 5 ottobre è scattata la smaterializzazione dei certificati di proprietà: tutti i veicoli nuovi e quelli usati su cui sarà annotata una variazione nei dati relativi alla proprietà non hanno più il documento cartaceo e fanno fede i dati contenuti nell’archivio Pra, che resta invariato così come le tariffe a carico degli utenti e tutte le norme su compravendite, ipoteche eccetera. I vantaggi sono che il Pra risparmia costi e il cittadino non rischia più di smarrire il certificato.
Fonte: Il Sole 24 Ore - Maurizio Caprino
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