Adesso, invece, sarà Da Prato a dover stappare bottiglie per brindare ai successi raggiunti: il bis della “eccellenza” per Melograno 2013 assegnato dalla Guida Vini dell'Espresso 2016, curata da Ernesto Gentili e Fabio Rizzari, e “la chiocciola” assegnata all'azienda da Slow Wine di Gianfranco Gariglio e Fabio Giavedoni.
Ancora in tipografia, saranno presentate la prima l'8 ottobre alla Stazione Leopolda di Firenze, la seconda il 24 ottobre al Teatro Verdi di Montecatini.
«I due super riconoscimenti - commenta entusiasta Da Prato - sono la conferma di aver ormai tracciato una nuova strada a Lucca e in Italia, ossia produrre vini di territorio con metodo biodinamico».
Definisce questa onda green che appassiona cultori del vino e pubblico in generale, sempre più attenti all'agricoltura sostenibile, «il Risorgimento dei piccoli produttori». Del resto, la scommessa della biodinamica, avvenuta circa diciassette anni fa, sembrava all'epoca piuttosto singolare. Pionieri, con Còncori, furono allora Valgiano e Fabbrica di San Martino.
La biodinamica si basa sull'uso di prodotti utili a stimolare naturalmente la fertilità della terra ed evita l'uso di pesticidi, diserbanti e molecole chimiche, assecondando le caratteristiche dei singoli terreni.
«La provincia di Lucca -spiega Da Prato- è un esempio virtuoso ed esaltante di come sia possibile condividere esperienze e fare rete: oggi più del 50% dei produttori sono votate al biologico: Terre di Matraia, lo Scompiglio, Sardi Giustiniani etc. Siamo un modello per molti giovani. Per anni la gente è fuggita dall'Appennino, adesso c'è un ritorno e c'è, soprattutto, la voglia di coltivare la terra, fosse semplicemente per curare il podere di famiglia, creando realtà interessanti come Maestà della Formica a Careggine o Nico bio a Gello».
Per fare esperienza delle aziende vitivinicole, settembre è il mese perfetto per il turismo del vino.
ln attesa che si concluda la vendemmia che promette, secondo la Confederazione Italiana Agricoltori «una eccellente qualità delle uve e dei vini, con una leggera crescita della produzione, ma ancora non significativa rispetto al 2014», appassionati di enologia o più semplicemente stranieri curiosi delle realtà “organic”, si riversano tra i filari, carezzano le piante, annusano i grappoli e gli odori intensi dell'uva pestata nei tini.
Nel Rodano della Toscana, come è soprannominato Còncori tra gli esperti per la somiglianza con le valli francesi perché i vigneti godono di un particolare microclima favorito dal Serchio, fanno tappa nord europei, americani, australiani, giapponesi, indiani, spesso ospiti del vicino resort Renaissance Il Ciocco. infatti, la chiocciola di Slow Wine inserisce Podere Còncori tra le 160 migliori aziende vitivinicole italiane, quelle che "rappresentano un sistema di valori rispetto al lavoro in vigna e l'interpretazione del terroir", si legge nella prefazione pubblicata sul portale di Slow Food.
Un giudizio importante che si somma a quello del Melograno 2013, syrah, censito tra i migliori vini della regione nella guida dell'Espresso, che si distingue per «eleganza, digeribilità assoluta e grande piacevolezza».
La qualità riconosciuta al podere e al vino è, alla fine di un anno difficile, il risarcimento della natura a chi lavora il suolo ogni giorno. Da Prato lo dedica al padre, scomparso pochi mesi fa, che, emigrato in Venezuela, tornò a Gallicano per occuparsi della sua terra.
Fonte: Tania Buonatesta - Il Tirreno
Nessun commento:
Posta un commento