sabato 31 ottobre 2015
I "sabatini" puliscono l'aringo
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venerdì 30 ottobre 2015
Castagnata del Borgo Antico - domenica 15 novembre
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giovedì 29 ottobre 2015
A proposito di Lucca Comics
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Amatori Gallicano: il punto della situazione dopo 5 giornate
5 partite disputate, 3 sconfitte e 2 vittorie, 5 gol fatti (3 di Frulletti) ed altrettanti subiti, 6 punti che equivalgono ad una posizione di metà classifica nel campionato di III Serie Amatori AICS Lucca.
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Gallicano, Acquedotto Pubblico irrigatorio, dell'epoca di Francesco V di Modena
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mercoledì 28 ottobre 2015
Sconfiggiamo il tumore al seno - Gallicano 29 ottobre 2015
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A Gallicano il Campionato Toscano di Ciclocross
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martedì 27 ottobre 2015
Itinerari MTB: Casone di Procecchia, le Forbici, Giovarello, Radici, Monte Spicchio, Saltello, Radici, Casone di Profecchia
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lunedì 26 ottobre 2015
Prevenzione e diagnosi precoce dei tumori al seno - Gallicano 29 ottobre
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sabato 24 ottobre 2015
Tramonto autunnale dal Monte Forato
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venerdì 23 ottobre 2015
I "sabatini" puliscono le terme di Gallicano
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1° Trofeo Ciclocross "Simone Pardini" - 8 novembre Turrite Cava
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Piscina Comunale di Gallicano - Attività stagionale invernale
- Corsi privati: su prenotazione;
- AFA (Attività Fisica Adattata): lunedì, mercoledì, venerdì ore 10,00
- Corso ragazzi primo livello: martedì e giovedì ore 17,00
- Corso ragazzi secondo livello: lunedì, mercoledì e venerdì ore 17,00
- Scuola nuoto: lunedì, mercoledì e venerdì ore 17,00
- Corso adulti: lunedì, mercoledì e venerdì ore 19,45
- Squadra propaganda: lunedì, mercoledì e venerdì ore 17,45
- Squadra agonistica: tutti i giorni ore 17,45
- Acquagym: lunedì, mercoledì e venerdì ore 13,00 e ore 18,00
- Hidrobike: lunedì, martedì,mercoledì, giovedì: ore 20,00 martedì, giovedì, sabato: ore 13,30
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mercoledì 21 ottobre 2015
Raccogli le tue patate - 23 e 24 ottobre Colle di Missignana
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martedì 20 ottobre 2015
Il fascino della Garfagnana: dalla Grotta del Vento a Castelvecchio
Eremo di Calomini |
Verni |
Trassilico |
Duomo di Barga |
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lunedì 19 ottobre 2015
Fabbriche di Careggine: lo show dimenticato del paese che emerge dal lago
La Chiesa di San Teodoro e le case in pietra del borgo dormono sul fondo del lago dagli anni '50, ma ciclicamente si risvegliano dall'oblio. Ogni 10 anni, infatti, l'Enel prosciuga l'invaso per lavori di manutenzione della diga e Fabbriche di Careggine riemerge per qualche mese. È accaduto finora quattro volte: nel 1958, nel 1974, nel 1983 e nel 1994, ultima occasione per vedere il paese fantasma, un evento che portò in Garfagnana un milione di turisti. Ora però sono 21 anni che non si parla più di svuotare l'invaso.
Un lasso di tempo troppo lungo per il sindaco di Vagli di Sotto, Mario Puglia, che vuole riportare alla luce le rovine del borgo. "C'era un vecchio accordo con la Selt Valdarno, costruttrice della diga - spiega Puglia - ogni 10 anni il lago doveva essere svuotato anche per permettere agli ex abitanti delle frazioni che erano all'interno dell'invaso di poter rivedere i luoghi dove erano nati. Ora purtroppo è dal 1994 che non viene più svuotato il lago. Per il Comune è anche una grossa perdita economica perché l'operazione attira un milione di persone, con ricadute occupazionali importanti per Vagli e per tutta la provincia di Lucca" spiega il primo cittadino.
Il sindaco aveva anche pensato a un avveniristico progetto (con tanto di bando pubblico) per la costruzione di una cupola che permettesse di visitare Fabbriche anche con il lago al massimo livello, ma per il momento la sua idea è risultata irrealizzabile.
Dall'Enel, intanto, non filtrano messaggi possibilisti. Non è difficile capire il perché: l'invaso rappresenta un'importante risorsa per la produzione di energia elettrica, oltre ad essere una riserva idrica fondamentale per la valle del Serchio e non solo. E il prosciugamento non sarebbe indolore: al di là delle operazioni di svuotamento, 5 o 6 mesi senza lago per l'Enel significherebbero una perdita di qualche milione di euro.
Dunque per ora il doppio no dell'azienda elettrica e dell'Autorità di Bacino sembra insormontabile. Ma Puglia non si arrende e promette battaglia: "Siamo in una situazione di attesa. L'Enel deve decidere qualcosa, altrimenti è inadempiente. Se si apre un contenzioso con noi, l'azienda elettrica rischia di perdere milioni di euro: questa è una delle dighe più grandi del Centro Italia, ci sono anche 35 acquedotti che tramite il Serchio servono Pisa, Lucca e Livorno. Noi non vogliamo arrivare allo scontro, ma trovare un percorso condiviso perché è l'intero territorio che lo chiede".
Il paese fantasma intorno a cui si svolge la disputa ha infatti una storia importante e suggestiva alle spalle, che lo rendono sito di grande valore. Fabbriche di Careggine è stata fondata da fabbri ferrai bresciani nel XIII secolo. Conquistata dagli Estensi, la città raggiunse la sua massima importanza nel XVIII secolo quando fu costruita la via Vandelli che collegava Modena a Massa. Le maestranze, diventate esperte dopo secoli di attività, trovarono sostegno nel Duca di Modena Francesco III d'Este che nel 1755, per incrementare la loro attività metallurgica, concesse esenzioni fiscali e numerosi altri privilegi. Dopo una fase di decadenza, all'inizio del Novecento l'economia del paese si risollevò, in seguito allo sfruttamento del marmo nelle vicinanze. Poi arrivò la diga e la creazione del bacino lacustre.
In attesa che la querelle con l'Enel trovi una soluzione, il vulcanico sindaco Puglia non si è perso d'animo e ha fatto costruire sul lago un ponte tibetano lungo ben 132 metri (opera interamente finanziata - come ha riportato Il Tirreno - dal ministero dello Sviluppo per due milioni e mezzo di euro). Il ponte, destinato a essere uno dei più lunghi del mondo, sarà ultimato nel giro di qualche settimana. "Porterà 100mila persone all'anno. Grandi aziende hanno già manifestato interesse a realizzare degli spot sul ponte e verseranno alle casse del comune fino a 150-200 mila euro l'anno" assicura il primo cittadino. Il rilancio turistico di Vagli passa anche dal singolare progetto del "Parco dell'onore e del disonore", dove sono già state collocate opere d'arte ("Non abbiamo speso soldi, ci sono state donate", sottolinea il sindaco) destinate a non passare inosservate: come le statue del comandante Francesco Schettino (con tanto di orecchie d'asino), ritratto mentre tenta la fuga, e quella del capitano Gregorio De Falco che gli intimò, nelle drammatiche ore del naufragio della Concordia, di tornare a bordo. Non è difficile intuire chi rappresenta l'onore e chi il disonore. "Non abbiamo ancora finito i lavori e già abbiamo avuto 30mila visitatori", afferma soddisfatto il primo cittadino.
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domenica 18 ottobre 2015
1975 - 2015: cena dei 40 anni gallicanesi
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sabato 17 ottobre 2015
A breve partiranno i lavori di recupero dell'Arco
http://paolomarzi.blogspot.it/2014/04/gallicano-il-canale-irrigatorio-e-i.html
Fonte: Amministrazione Gallicano
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La vicinanza dell'Amministrazione comunale di Gallicano ai lavoratori KME
L'Amministrazione comunale di Gallicano esprime la sua vicinanza a tutti i lavoratori interessati dalla vicenda della riconversione della Kme. L'industria metallurgica che ha dato lavoro a migliaia di persone nella nostra valle negli ultimi cento anni sembra destinata a essere cancellata nello spazio di pochi mesi per dar vita a una nuova attività nell'ambito dell'agricoltura idroponica.Alla Kme lavorano oltre cinquanta Gallicanesi, preoccupati per i loro stipendi e per il futuro delle loro famiglie: come Amministrazione abbiamo partecipato e parteciperemo a tutti i tavoli istituzionali al fine di acquisire le necessarie informazioni per avere garanzie sulla realizzazione di questo nuovo e interessante progetto imprenditoriale.Riteniamo opportuno che vi sia un confronto con le istituzioni a tutti i livelli ma è ovvio che dovranno essere quelle nazionali e regionali ad assumere il ruolo di garanti per questa riconversione che, seppur migliorativa da un punto di vista ambientale, spazzerà via cento anni della nostra storia e rappresenterà un cambiamento epocale della nostra valle.Crediamo infine che dalla partita occupazionale non possano essere escluse tutte le aziende e tutti i lavoratori che intorno alla Kme sono nati e cresciuti e che non possono sparire dalla panoramica economica della valle improvvisamente.
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venerdì 16 ottobre 2015
Trassilico: metato in funzione
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giovedì 15 ottobre 2015
Gallicano, il Nando
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Foto del giorno: San Pellegrino in Alpe
Questa foto ha avuto su Facebook un successo incredibile: 18.321 persone raggiunte, 175 condivisioni, 1.359 Mi piace e 89 commenti!
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Sabatini - pulizia delle Terme di Gallicano
LA GIORNATA DEI SABATINI
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Scuola elementare di Gallicano anni '80
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Attualizzatore in Excel: tradurre i valori monetari dal 1861 in valori odierni
Questo semplice programmino l'ho denominato "attualizzatore" (clicca qui per scaricarlo) ed è stato creato utilizzando i coefficienti pubblicati sul sito www.istat.it.
- 1.000.000 di lire del 1985 si traducono in 1.281,85 euro attuali.
- l'affitto di una camera doppia per studenti universitari in periferia di Pisa costava nel 1994 Lire 220.000 che equivalgono oggi ad € 176,23.
- l'Aprilia RX 50 costava nel 1990 Lire 3.990.000 che corrispondono oggi a € 3.882,29.
- 100 lire del 1900 corrispondono a 448,33 euro attuali
- divertitevi ad attualizzare i vostri importi!
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mercoledì 14 ottobre 2015
Come fu scoperta la Grotta del Vento? La coraggiosa avventura di una bimba chiamata Bettina
Pochi metri ancora e, alla base di una bassa parete calcarea in parte coperta dall’edera, si fermano davanti a una capanna murata a secco addossata alla roccia.
Qui, nonostante la luce abbagliante, l’aria si fa più fresca e le pietre, gelide sotto la pianta dei piedi, alleviano il peso dell’afa. Pochi istanti ancora e il massiccio battente di castagno consunto dal tempo, spinto con forza dai ragazzi, ruota cigolando sui cardini di ferro e libera verso di loro una violenta ventata gelida che pare nascere dal nulla.
La cosa non li stupisce, loro conoscono bene quel vento provvidenziale, quell’aria fresca e purissima che da secoli consente agli abitanti della vicina borgata di Trimpello di conservare a lungo le carni ed il latte, di mantenere fresche le verdure, la frutta e le bevande, di stagionare i formaggi e i salumi nella maniera migliore anche quando altrove la torrida stagione estiva non lo consente.
Ma anche se non vi è stupore vi è comunque curiosità, una forte curiosità che è andata crescendo assieme alla loro statura: da dove viene quel vento che i loro genitori e i loro nonni considerano semplicemente “un dono della Provvidenza”?
Il loro sguardo è fisso sulle fessure fruscianti che si aprono tra l’acciottolato della capanna e la roccia della parete… “e se provassimo a spostare qualche pietra? cosa diranno i nostri genitori se lo verranno a sapere?”.
Un’ora più tardi sono tutti al lavoro: coperti da ruvide maglie olezzanti di pecora e coi piedi protetti da pesanti calzature con la suola di legno chiodato spostano le pietre passandosele l’un l’altro e deponendole all’esterno della capanna.
Man mano che la fessura si allarga il vento aumenta e le mani si intorpidiscono per il freddo, ma la voglia di continuare aumenta perchè, spostato un grosso masso, vedono sotto di sè un vuoto oscuro nel quale vorrebbero calarsi ma non possono: il passaggio è ancora troppo stretto. Qualche sforzo ancora e, rimosso l’ultimo ostacolo, dopo aver dato un’occhiata alle tenebre sottostanti, si trovano a guardarsi smarriti tra loro, cercando negli occhi dei compagni il coraggio di calarsi nel buco soffiante. “…proviamo a buttare un sasso…”, “…però, non sembra poi tanto fondo…, “…e se provassimo a calare una pertica?”.
La pertica viene calata: neppure quattro metri. Subito dopo qualcuno scende trepidante lungo il palo di legno. Toccato il fondo, dopo la fatica, l’emozione della scoperta, il timore dell’ignoto e l’eccitante sensazione di profanare qualcosa di proibito, un’amara delusione: i deboli raggi di luce provenienti dall’esterno lasciano scorgere il foro dal quale proviene sibilando il vento, uno stretto pertugio tra le pietre del fondo e quella che sembra la volta di una galleria. Sarà sì e no una spanna, e tentar di allargare il foro sarebbe troppo difficoltoso perché non c’è spazio per spostare i sassi; non resta che rinunciare.
“E se provassi io?”. La vocina proviene dall’alto. Alla presenza della Bettina, una vivace bimbetta di quattro anni, nessuno ci aveva fatto caso, ma lei era lì sin dall’inizio ed aveva vissuto momento per momento tutta l’avventura, prima assistendo alle operazioni di scavo, poi attraverso le concitate parole di quelli che si erano calati.
Finalmente si presentava la sua grande occasione: fino a quel momento aveva provato un misto di invidia e di ammirazione per quelli che, essendo più grandi di lei, volevano entrare “nella casa delle fate”. Ora è lei che ha la chiave per entrare in quella casa e per svelarne i misteri. Nel suo piccolo mondo fatto di mamma e papà, fratelli, amici e vicini di casa, lei è l’unica persona abbastanza esile da entrare in quel pertugio soffiante dove nessun altro essere umano ha mai messo piede, e questo la fa sentire “grande”: una sensazione eccitante che la riscatta dall’umiliazione di essere sempre stata “la più piccola”.
Qualche dubbio, da parte dei “grandi”, sull’opportunità di mandare la Bettina dove nessuno potrà soccorrerla in caso di necessità viene fugato dall’ardente smania di sapere cosa c’è “dall’altra parte” e la bimba si prepara a partire.
I primi tentativi falliscono subito per l’impossibilità di accendere una candela, e soprattutto di mantenerla accesa con tutto quel vento. Qualcuno, guardandosi bene dal chiedere il permesso ai propri genitori, corre a casa a prendere una lanterna di vetro, di quelle quadrate coi fori di aerazione, nella quale viene sistemata la candela, e finalmente la Bettina si introduce nello stretto pertugio. La violenza del vento le agita i riccioli castani e minaccia più volte di spegnere la lanterna.
Mentre striscia, ventre a terra, lungo la breve strettoia, una goccia gelida e dispettosa le entra dal collo tra la pelle e i vestiti aumentando l’intensità dei brividi, che forse non sono solo di freddo.
Ma la bimba non perde il coraggio e, tre metri più avanti, riesce a mettersi carponi, poi in ginocchio: l’ambiente, alquanto più ampio, è meno ventoso e più accogliente, anche se alcune ossa sul pavimento destano una certa apprensione, non meno di un viscido mostriciattolo simile a una lucertola marrone che fissa l’intrusa coi suoi enormi occhi sporgenti. Sul soffitto tondeggiante alcune gocce scintillano come brillanti e, più avanti, oltre una strettoia simile a quella appena percorsa, altre gocce, precipitando nell’acqua, svegliano strani echi che ne prolungano il suono. “Saranno le fate?”.
E la Bettina si sdraia di nuovo per scoprire la fonte di quei suoni melodiosi, inoltrandosi nella seconda strettoia, ma ben presto l’incanto si trasforma in terrore: il vento, qui di nuovo impetuoso, penetra nei fori d’aerazione della lanterna e spegne la candela.
Sono attimi interminabili di angoscia, ma ben presto le voci dei ragazzi, allarmati dalle urla della bimba, la guidano nell’oscurità sulla via del ritorno. Dopo pochi minuti la sua avventura termina tra le braccia degli amici che per qualche istante avevano temuto il peggio.
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Cent’anni più tardi, agosto, stesso luogo: siamo in un giorno di festa del 1998 e della capanna-frigorifero non v’è più traccia, se non nei racconti degli anziani. L’ingresso è stato completamente sgomberato dai detriti, così come le strettoie successive, e migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo si avvicendano nella visita della “Grotta del Vento” ora attrezzata con comodi sentieri e ottimamente illuminata dalla luce di oltre cento riflettori.
Quando la Bettina visse la sua grande avventura durata pochi metri e pochi minuti, la strada carrozzabile più vicina distava più di tre ore di cammino. Oggi a poche decine di metri dall’ingresso della grotta si estende un grande piazzale di parcheggio (peraltro insufficiente) che trabocca di bus e autoveicoli privati mentre gli altoparlanti annunciano ogni dieci o quindici minuti l’entrata di un nuovo gruppo.
Domina il piazzale un moderno edificio che ospita la biglietteria, uno snack-bar, un grande negozio di minerali e fossili, un centro di informazioni turistiche ed un ufficio direzionale che si tiene in continuo collegamento con innumerevoli agenzie, tour operator ed organizzazioni turistiche di ogni genere.
Dall’altra parte del piazzale un vecchio fabbricato rurale, trasformato in ristorante, è in grado di servire alcune centinaia di pasti al giorno.
Per maggiori informazioni:
www.grottadelvento.com
www.facebook.com/grottadelvento
grottadelvento.wordpress.com
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Gallicano: cartoline di Via Cavour
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