La stangatina di (quasi) Natale è servita: un decreto del ministero dell’economia porterà sotto l’albero a centinaia, forse migliaia, di proprietari di terreni agricoli l’obbligo di pagare l’Imu sui propri appezzamenti. Una novità (che dovrebbe presto essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale) che colpirà gran parte dei nostri comuni che fino ad ora erano esenti e che da un giorno all’altro si troveranno invece nell’elenco di quelli dove tutti pagano l’Imu o, al massimo, l’esenzione vale solo per coltivatori diretti e imprenditori agricoli.
La regola, finora, era piuttosto semplice: nei comuni montani (la gran parte di quelli in provincia di Lucca), nessuno pagava. In quelli “parzialmente montani”, non pagava chi effettivamente si trovava in territori ad altitudine elevata. In quelli non montani, pagavano tutti.
Ora, per recuperare un po’ di soldi per coprire il bonus degli 80 euro, le cose sono cambiate. Conterà soltanto l’altitudine del centro principale del Comune, così come certificato dall’Istat: se siamo sopra i 600 metri, esenzione totale. Tra i 281 e i 599 esentati solo ci coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali. Al di sotto, pagano tutti.
L’incrocio fra le vecchie e le nuove regole penalizzano la quasi totalità dei nostri Comuni. L’esenzione totale, infatti, resta solo in alcuni centri dell’alta Garfagnana: Careggine, Giuncugnano, Minucciano e Sillano. Un’altra nutrita pattuglia passa invece dall’esenzione totale a quella riservata ai professionisti: si tratta di Barga, Camporgiano, Castiglione, Coreglia, Fabbriche di Vergemoli, Fosciandora, Molazzana, Pescaglia, Piazza al Serchio, Pieve Fosciana, San Romano, Vagli, Villa Basilica e Villa Collemandina. I due comuni principali, Capannori e Lucca (finora classificati come parzialmente montani) ricadranno anch’essi nell’esenzione parziale. Ma peggio di tutti va a chi passerà dalle stelle alle stalle, cioè della massima esenzione al “massimo pagamento”: si tratta di Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano, Castelnuovo e Gallicano. Continuerà a pagare la totalità dei contribuenti, invece, ad Altopascio, Montecarlo e Porcari.
Al di là della cifra da sborsare, quello che fa arrabbiare è il fatto che ancora una volta vengono cambiate le carte in tavola: il pagamento, cioè, è previsto già da questo 2014. E quindi chi - giustamente - non aveva pagato nulla con la rata di giugno si troverà a sborsare tutto entro il 16 dicembre, per non incorrere in sanzioni. Una vera e propria corsa contro il tempo, visto che alla scadenza mancano, esclusi i festivi, solo 18 giorni. E, ovviamente, non è nemmeno lontanamente immaginabile che i Comuni mandino bollettini prestampati.
Ma quanto si pagherà per questa nuova-vecchia tassa? L’aliquota è stabilita dai comuni (la base è al 7,6 per mille) e la base imponibile viene calcolata a partire dalla rendita dominicale rivalutata del 25% moltiplicata per 135 o per 75 nel caso di coltivatori “professionali”. Questi ultimi, inoltre, hanno diritto a riduzioni sulla base di scaglioni progressivi e pagano l’intero importo solo sopra il valore imponibile di 32mila euro.
Interessante anche quest'articolo di Matteo Barbero apparso ieri su Italia Oggi.
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