Cinque generazioni a tavola, tutte insieme per festeggiare la più anziana del paese. Antonietta Auneddu, sassarese di nascita ma gallicanese da settant’anni, ha infatti compiuto 103 anni. A dire il vero, il compleanno era venerdì, ma la grande festa è avvenuta ieri a pranzo. Erano circa quaranta i parenti ritrovatisi al ristorante “Eliseo”, dove la signora Auneddu ogni pomeriggio va a prendere the e pasticcini con le sue amiche Assunta e Lina, entrambi di 93 anni. Un pranzo che ha riunito figli, nipoti, pronipoti e la bellissima pro – pronipote Noemi di soli venti mesi. E a cui, naturalmente, non sono mancate le amiche storiche.
La signora Antonietta, visibilmente emozionata e simpaticissima, si è trovata a suo agio in questo giorno speciale. E, soprattutto, dimostra una lucidità da fare invidia a molti giovani: “Sono contentissima di vedere tutti qui accanto a me, anche se manca qualcuno – afferma la nonna di Gallicano -. E grazie a voi de Il Tirreno per tutti questa considerazione”. E infatti, alle spalle della signora fa bella mostra di sé, autografata da tutti i parenti compresi quelli non presenti, della locandina de “Il Tirreno” del 7 novembre che parlava di lei. I parenti, orgogliosi di questo traguardo, raccontano aneddoti che partono da prima della Seconda Guerra fino ad arrivare ai nostri giorni: “Il giorno in cui l’ho vista emozionata è stato quando nel 2001 (ossia a 90 anni suonati, ndr) abbiamo portato Antonietta a Sassari, a vedere la casa dove era nata e vissuta – racconta una nipote -. Dal 1933 non era più tornata in Sardegna, ma la cosa più bella fu vedere la nonna guidarci e dare indicazioni come se fosse vissuta sempre lì”.
La storia della signora Auneddu è tutta da raccontare, ed è fatta di emigrazione, passione, laboriosità e soprattutto una famiglia numerosa da accudire e godere: le figlie Giulia, Graziella e Maria (rispettivamente di 83, 74, e 71 anni) e lo scomparso figlio Renzo, dieci nipoti, tanti pronipoti e la quinta generazione con l’avvento di Noemi. Arrivò a Gallicano nel 1938 dopo qualche anno di residenza a Lucca, le ristrettezze della guerra e poi il lavoro alla Sipe Nobel, la polveriera all’ingresso del capoluogo: “Mamma ha un carattere forte – affermano le tre figlie assieme alla nuora -, e questo è uno dei motivi per cui si mantiene così. E’ la classica sarda (sorridono ironicamente, ndr), testarda e decisa.
Ma vuole ancora andare ogni giorno al bar, farsi i capelli una volta a settimana e coccolarsi nipoti e pronipoti”. Arriva la torta, ricoperta di cioccolato alla faccia del diabete. Mario, uno dei titolari dello storico ristorante Eliseo, è figlio di Assunta, amica per la pelle di Antonietta, con la quale fino a qualche anno fa andava in chiesa e persino in gita: “Antonietta per me e mio fratello ormai è una di casa da decenni – sostiene -, e con il caldo o con la pioggia, noi siamo sempre qui ad aspettarla per il the e i biscotti con mia mamma e la Lina. E’ un rito, praticamente”.
Al bar, infatti, le signore cantano stornelli di un tempo, vecchie canzoni e si raccontano le storie della loro giovinezza”. La nonnina è arzilla, e si gode la festa: “Il mio segreto? Uno stile di vita sano e la voglia di andare avanti ogni giorno. Poi, mi piace guardare la tv, e cerco di rendermi utile. Ma oggi è festa, lei signor Nicola resti qui con noi. Anzi, speriamo di rivederci qui anche l’anno prossimo”. Cosa dire di più su questo fenomeno della natura?
Fonte: Il Tirreno - Nicola Bellanova
La storia della signora Auneddu è tutta da raccontare, ed è fatta di emigrazione, passione, laboriosità e soprattutto una famiglia numerosa da accudire e godere: le figlie Giulia, Graziella e Maria (rispettivamente di 83, 74, e 71 anni) e lo scomparso figlio Renzo, dieci nipoti, tanti pronipoti e la quinta generazione con l’avvento di Noemi. Arrivò a Gallicano nel 1938 dopo qualche anno di residenza a Lucca, le ristrettezze della guerra e poi il lavoro alla Sipe Nobel, la polveriera all’ingresso del capoluogo: “Mamma ha un carattere forte – affermano le tre figlie assieme alla nuora -, e questo è uno dei motivi per cui si mantiene così. E’ la classica sarda (sorridono ironicamente, ndr), testarda e decisa.
Ma vuole ancora andare ogni giorno al bar, farsi i capelli una volta a settimana e coccolarsi nipoti e pronipoti”. Arriva la torta, ricoperta di cioccolato alla faccia del diabete. Mario, uno dei titolari dello storico ristorante Eliseo, è figlio di Assunta, amica per la pelle di Antonietta, con la quale fino a qualche anno fa andava in chiesa e persino in gita: “Antonietta per me e mio fratello ormai è una di casa da decenni – sostiene -, e con il caldo o con la pioggia, noi siamo sempre qui ad aspettarla per il the e i biscotti con mia mamma e la Lina. E’ un rito, praticamente”.
Al bar, infatti, le signore cantano stornelli di un tempo, vecchie canzoni e si raccontano le storie della loro giovinezza”. La nonnina è arzilla, e si gode la festa: “Il mio segreto? Uno stile di vita sano e la voglia di andare avanti ogni giorno. Poi, mi piace guardare la tv, e cerco di rendermi utile. Ma oggi è festa, lei signor Nicola resti qui con noi. Anzi, speriamo di rivederci qui anche l’anno prossimo”. Cosa dire di più su questo fenomeno della natura?
Fonte: Il Tirreno - Nicola Bellanova
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