Mia suocera abita in un appartamento di mia proprietà concesso in comodato d'uso. È assistita da una badante che convive con lei, ma con la quale non è stato stipulato nessun contratto di affitto o di altra natura. Il Comune imputa anche alla badante la quota Tasi (metà del 30% a carico della suocera, metà della badante). È corretto?
È corretto, perché la tassa sui servizi indivisibili è dovuta «da chiunque … detenga “a qualsiasi titolo” le unità immobiliari …». Da questo punto di vista («a qualsiasi titolo») è perfettamente irrilevante che con la badante non sia stato stipulato nessun contratto (il quale non avrebbe senso, giacché la badante risiede in quella casa per motivi di lavoro). Per essere tenuta alla Tasi basta il fatto che la badante abiti nell’appartamento, e questo risulta, tra l’altro, dai registri dell’anagrafe della popolazione.
È invece tutt’altra questione lo stabilire se, per la tassa addebitatale dal Comune, la collaboratrice familiare abbia diritto a farsi rimborsare dalla suocera del lettore, visto che la residenza nella casa – ed in quella casa - è strettamente connessa al rapporto di lavoro domestico.
È invece tutt’altra questione lo stabilire se, per la tassa addebitatale dal Comune, la collaboratrice familiare abbia diritto a farsi rimborsare dalla suocera del lettore, visto che la residenza nella casa – ed in quella casa - è strettamente connessa al rapporto di lavoro domestico.
Fonte: L'Esperto Risponde - il Sole 24 Ore
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