Un unico buono pasto di 4,10 euro per tutti i non residenti, senza distinzione di ordine e grado. Per i tanti genitori che hanno i loro figli iscritti nelle scuole gallicanesi, il nuovo anno didattico porta molte novità, che sicuramente faranno gongolare alcuni e discutere altri.
Come annunciato dal sindaco David Saisi in un partecipato incontro tenutosi all’inizio del mese a Palazzo Bertini, su sollecitazione di molti genitori è stata eliminata quella tassa fissa di 150 euro (che scendeva a 90 per gli alunni delle medie) come compensazione per il costo del servizio mensa per i non residenti, stimato per le casse comunali in circa sedici mila euro.
Come raccontato più volte su queste colonne, ai 176 genitori non residenti quella tassa istituita dalla giunta Adami non andava a genio, sia per la modalità che per il mancato preavviso e la contestata mancanza di trasparenza. Adesso che la maggioranza è cambiata, si è saputo per tempo ogni provvedimento. E la delibera di giunta del 4 settembre scorso, ha certificato le intenzioni manifestate nell’assemblea. Quindi, ci sarà un unico buono mensa differenziato per il servizio di mensa scolastica a carico degli utenti. Certamente, il sacrificio economico non sarà uguale per tutti, considerato ad esempio che il costo del buono pasto per la materna era di 2,90 al giorno, mentre per le medie ammontava a 3,40 euro giornaliere. Quindi, un carnet da dieci ticket passerà dai 29 ai 41 euro per la materna, da 31 a 41 euro per le elementari e da 34 a 41 euro per le medie. Però, non ci sarà da pagare altro in aggiunta o separatamente, se non per l’appunto i pasti effettivamente consumati.
Naturalmente, vige ancora il sistema degli accordi tra comuni, laddove le amministrazioni interessate potranno cofinanziare l’integrazione dei buoni mensa al posto dei genitori, attraverso apposite convenzioni tra enti. Finora, però, gli unici ad avere approvato questo accordo sono stati i sindaci di Fabbriche di Vergemoli e di Molazzana, mentre ad esempio il “fornitore di alunni” più importante è Barga, con circa la metà degli iscritti provenienti da fuori: «Abbiamo voluto assicurare un maggior equilibrio tra costi e ricavi del servizio di mensa scolastica – affermò il primo cittadino durante l’incontro -, e secondo le stime del fabbisogno e le varie soluzioni prospettate, il buono unico è un modo per evitare di non penalizzare eccessivamente le famiglie». Le cifre, illustrate ai presenti, sono frutto di stime ponderate. E poi, in fondo sono stati proprio i genitori a non volere la tassa fissa che comunque poteva essere pagata a rate, preferendo altre ipotesi: «E’ stato stimato un consumo limite di 177 pasti ad alunno per anno scolastico – affermano il sindaco Saisi e la consigliera delegata Silvia Simonini -, quindi alla fine se non si utilizzeranno tutti, la spesa per famiglia sarà inferiore rispetto al passato».
Soddisfazione da parte dei genitori, specie per quelli che hanno i loro figli alle medie, per l’abolizione dell’odiata tassa e la chiarezza manifestata senza indugi dagli amministratori locali, e la speranza (per molti vana) che i sindaci limitrofi eliminino la differenziazione dei ticket attraverso la firma della convenzione, per mantenere il costo dei buoni invariato rispetto al passato.
Nessun commento:
Posta un commento