Per il calcolo dell’acconto Tasi, il punto di partenza è lo stesso dell’IMU.
I due tributi, infatti, condividono la medesima base imponibile.
Una volta determinata la base imponibile, ad essa andrà applicata l’aliquota.
Per le prime case, si dovrà applicare l’aliquota eventualmente fissata dal Comune con provvedimento pubblicato sul sito Mef entro il 31 maggio. In mancanza, la prima rata non sarà dovuta e l’intera partita verrà rinviata al 16 dicembre. Per gli altri immobili, invece, in mancanza di una diversa decisione assunta a livello comunale (e resa pubblica entro il 31 maggio), si dovrà applicare l’aliquota base dell’1 per mille.
Stesso discorso vale anche per le detrazioni: se il Comune delibera in tempo, se ne terrà conto già in sede di acconto, altrimenti se ne riparlerà a fine anno.
Occorrerà leggere con estrema attenzione i provvedimenti comunali per capire se si rientra in una delle fattispecie agevolative da essi eventualmente previste (alla Tasi non si applicano le detrazioni in misura fissa come era per l’IMU: 200 euro per la prima casa e 50 euro per ogni figlio residente di età inferiore a 26 anni).
Ai fini Tasi la previsione di esenzioni (o altre agevolazioni) è rimessa alle scelte dei Comuni ed è obbligatoria solo per quelli che decideranno di sfruttare l’extra-aliquota consentita dal dl16 e che quindi alzeranno il prelievo di un ulteriore 0,8 per mille rispetto all’aliquota massima Tasi (2,5 per mille) o alla somma fra aliquota Tasi e aliquota Imu (11,4 per mille).
Esempio di calcolo:
1) Abitazione, categoria catastale A3, rendita 500, aliquota fissata dal Comune al 2,5 per mille, nessuna detrazione.
Tasi = 500*1,05 (rivalutazione del 5%) = 525 * 160 (coefficiente moltiplicatore) = 84.000 * 2,5/1000 (aliquota) = 210. Acconto = € 105
2) Abitazione, categoria catastale A2, rendita 1.000, aliquota fissata dal Comune al 3,3 per mille, detrazione 100 euro
Tasi = 1.000*1,05 (rivalutazione del 5%) =1.050*160 (coefficiente moltiplicatore) = 168.000 * 3,3/1000 (aliquota) = 554,40 – 100 (detrazione) = 454,40. Acconto = € 227,20
Un grosso problema riguarda gli immobili locati, per i quali calcolare l’importo da versare in acconto sarà impossibile nei Comuni che approveranno il regolamento dopo il 16 giugno. (clicca qui). Occorre quindi un correttivo a livello normativo o almento interpretativo.
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