Una vecchia foto di Gallicano dal libro "Gallicano in Garfagnana nella prima metà del '900" |
Il porta 'n collo - di Fiorello Achille Saisi
svelto salivi la vecchia via del Duomo,
oltre il cimitero prendevi la mulattiera.
Tigliora, le Calde, la Farnia, la Palodina, il Monte,
queste alcune località di tua competenza.
Avevi sulla fronte un fazzoletto per il sudore,
alla spalla portavi una bardella e una fune,
ai piedi gli "scappini".
Ti avvolgeva la cintura una fascia nera,
spesso fasce grigio-verdi ti stringevano i polpacci,
dietro, appeso alla cintola, il pennato splendeva.
Eri il "PORTA 'N COLLO".
Vero scollettino di legna e carbone,
dei muli suscitavi l'invidia per due sole gambe.
Salivi dunque, svelto, verso boschi ricchi di legna,
e gli scappini, suole di gomma e tomaie di canapa,
come molle reagivano al salire e sembravano spingerti.
Ricordi su in alto la Polla del Ciocco?
Un pezzo di pane e formaggio, acqua freschissima
E davanti… orizzonti infiniti.
Signore del monte, ti confondevi con la natura.
Poi, verso sera, fatto il carico, tornavi al piano.
Bardella in testa, curvo sotto il fascio,
ora di randoli ora di fascine, sudavi e scendevi;
con occhio attento al piede, lentamente scendevi.
Ogni tanto un posatoio ti ridava respiro.
Giù il carico, via la barella, spazzavi il sudore,
ma per breve tempo, che la brezza lo ghiacciava.
A casa, scaricavi nel "cigliere" il grave peso,
in cucina ti toglievi la fascia e gli scappini bagnati.
Emanavi olezzi di sudore e di bardella.
Da giovane subito ti drizzavi, da vecchio restavi curvo.
Sul tavolo, intanto, polenta fumante e salacchini.
Eroe d'altri tempi… il "PORTA 'N COLLO" gallicanese.
Ing. Achille Fiorello Saisi - Aprile 1988
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