Un po’ di respiro per chi è in difficoltà
economica: il cosidetto decreto
“del fare”, dal luglio scorso ha
vietato l’espropriazione della casa
d’abitazione del contribuente che
non paga la cartella esattoriale, anche
se vanta un debito complessivo
superiore ai 20.000 euro, che è il
precedente limite stabilito per evitare
la vendita all’asta dell’immobile.
D’ora in poi, se il contribuente
è proprietario di un solo immobile
che adibisce a sua abitazione principale
non “di lusso”, può subire
solo l’iscrizione dell’ipoteca da
parte dello Stato, ma non la vendita
all’asta dell’immobile.
Negli
altri casi, il pignoramento con successiva
vendita all’asta è possibile
quando l’importo complessivo del
credito supera 120.000 euro. L’espropriazione
può essere avviata
se, dopo aver iscritto ipoteca, sono
trascorsi 6 mesi (prima erano 4)
senza che il debito sia stato estinto.
Altra novità è che, in caso di
comprovata e grave situazione di
difficoltà economica, è possibile
rateizzare il pagamento in 120 rate
mensili (prima erano 70).
Fonte: Soldi & Diritti
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