Qual’è la differenza tra TARI e TASI? Su cosa si applicano?
Si tratta delle due componenti in cui è suddiviso il TRISE, il nuovo tributo sui servizi comunali. La TARI dal 2014 coprirà i costi di gestione del servizio rifiuti. La TASI, invece, coprirà il costo dei servizi indivisibili erogati dai Comuni (ad esempio, illuminazione pubblica, manutenzione e pulizia delle strade). La TARI si paga in base alla superficie dell’immobile – e ad eventuali indice di produzione dei rifiuti – mentre la TASI si applica sul valore catastale.
Chi deve pagare le due componenti del nuovo tributo TRISE sui servizi comunali?
La TARI dev’essere pagata da chi possiede o detiene a qualsiasi titolo locali o aree scoperte – a qualsiasi uso siano destinati – che siano in grado di produrre rifiuti. La TASI, invece, dev’essere pagata da chi possiede o detiene fabbricati o aree scoperte comprese quelle edificabili.
Per la determinazione della superficie su cui applicare la TARI, dovrà essere presentata una nuova dichiarazione al Comune?
No, il disegno di legge varato dal Governo prevede che restino valide le superfici dichiarate o accertate a fini degli altri tributi sui rifiuti: Tarsu, Tia 1, Tia 2 o Tares.
E’ vero che la Tasi sarà pagata dall’inquilino in caso di abitazioni affittate?
Sì e no. L’inquilino dovrà pagare una quota della TASI compresa tra il 10 e il 30% del totale, in base alle decisioni adottate a livello comunale. La stessa disposizione, però, si applicherà anche a chi affitta immobili diversi dalle abitazioni, e più in generale anche a chi li occupa: una dicitura che include anche chi ha ricevuto un immobile in comodato gratuito. Occupante e titolare del diritto reale saranno titolari di due distinte obbligazioni tributarie: se l’inquilino non paga, quindi, il Comune non potrà rivolgersi al proprietario.
Oltre ad azzerare la TASI, quali margini avrà il Comune nel dettare la disciplina del tributo?
Il Comune potrà disciplinare le riduzioni anche tenendo conto della capacità contributiva della famiglia. Il testo del Governo consente, ma non impone, di utilizzare l’indicatore Isee. Sarà invece obbligatorio per tutti gli amministratori comunali individuare i servizi indivisibili e indicare in modo analitico – per ognuno di essi – i costi alla cui copertura la TASI è destinata.
Le case date in prestito ai parenti continueranno a pagare l’Imu come seconde case?
Dal 2014 il disegno di legge del Governo permetterà ai Comuni di agevolare anche la casa data in comodato ai parenti in linea retta entro il primo grado – padri e figli, in pratica – che la usano come abitazione principale. Lo sconto sarà però limitato: il Comune potrà azzerare solo l’Imu sulla parte di rendita catastale che non supera i 500 euro, oppure limitarlo al caso la famiglia del comodatario abbia un Isee fino a 15000 euro.
Il TRISE dovrà essere versato in acconto e saldo come l’Imu?
Non necessariamente. Secondo il testo varato dal Governo, il TRISE sarà versato – per l’anno di riferimento – in 4 rate trimestrali in scadenza il 16/01, 116/04, 16/07 e 16/10. Ogni Comune, però, potrà variare la scadenza e il numero delle rate, anche allineandole a quelle dell’Imu. Il testo governativo fa salva anche la possibilità di pagare in un’unica soluzione entro il 16 giugno.
La TASI sostituirà l’Imu sull’abitazione principale?
Non esattamente. L’Imu sull’abitazione principale sarà abolita nel 2014, eccezion fatta che per le abitazioni accatastate in categorie di lusso (A/1, signorili; A/8. Ville; A/9 castelli e palazzi). La TASI, invece, sarà pagata su tutti gli immobili, comprese le prime case, con un’aliquota base dello 0,1%, cioè 1 per mille. Il Comune potrà azzerare la TASI per determinate categorie di immobili, ma potrà anche aumentarla.
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