Nessun intento di far cassa sulle spalle degli studenti non residenti. Anzi, visto che ci sono comuni che non aderiranno alla convenzione per la compartecipazione del servizio mensa, ci sarà massima disponibilità verso le famiglie, attraverso una serie di rateizzazioni per non gravare troppo sui bilanci familiari. Come era prevedibile, la decisione della giunta comunale di Gallicano di far pagare una quota fissa da 90 a 150 l’anno per ogni studente iscritto nelle scuole locali ma residente in altro comune, ha creato scalpore e preoccupazione tra molti genitori.
Dei 167 bambini frequentati gli istituti gallicanesi, solo quelli di Fabbriche di Vallico, Vergemoli e Molazzana non pagheranno la quota fissa. Per gli altri, provenienti per lo più da Barga (con 88 iscritti che costano oltre 16mila euro), bisognerà attenersi a quanto scritto nella delibera di giunta. Ma l’assessore al Bilancio, il vicesindaco Egidio Nardini, ci tiene a rassicurare tutti: «Abbiamo parlato della questione a livello politico e perciò posso già affermare che la quota a carico delle famiglie, potrà essere pagata in tre rate. La prima, proprio per andare incontro ai genitori, scadrà a fine dicembre o fine gennaio, il resto prima del termine dell’anno scolastico».
Tra le famiglie, specie quelle più numerose, serpeggiava un panico comunque giustificato dall’approssimarsi del salasso. Considerato che gli scolari della materna ed elementare pagano di quota 150 euro, che scende a 90 per gli alunni delle medie, una famiglia con due figli piccoli si troverebbe a pagare ben trecento euro. Perciò, col tam tam di Facebook e contatti informali, tanti genitori, specie del fondovalle borghigiano si stanno scambiando pareri e proposte. L’idea è quella di creare una sorta di comitato per trattare la vertenza con l’amministrazione, e vedere se si può trovare un punto d’incontro: «Siamo disponibili, come amministrazione – continua Nardini – a incontrare i genitori, spiegando i motivi che hanno portato alla scelta di istituire questa quota e delle soluzioni per andare incontro alle esigenze dei privati. Per quanto riguarda le rate, poi c'è la piena disponibilità a diluirle come vogliono gli utenti. Non vogliamo certo dissanguare le famiglie». Dunque, le strade son due: o i comuni del circondario aderiscono all’accordo, accollandosi con fondi propri l’onere di questo servizio, oppure come detto, bisognerà che questi soldi siano reperiti rivolgendosi direttamente agli utenti. Barga ha fatto sapere di non voler firmare la convenzione, gli altri enti locali saranno coinvolti nei prossimi giorni in via formale.
A livello burocratico, fatto il passaggio in giunta con la delibera suddetta, toccherà stilare un regolamento che esplichi cifre, modalità ed eventuali esenzioni. Il costo del singolo buono pasto, come è noto, è invariato dal 2006: per la materna 2,60 euro, per l’elementare 3,10 mentre per le medie si arriva a 3,40 euro per ogni giorno fruito. I genitori vagliano tre ipotesi: c’è chi vorrebbe mettere di tasca propria la differenza però per ogni singolo buono pasto effettivamente utilizzato (ma si rischierebbe l’ingorgo contabile e pratico, perché si farebbero differenziazioni all’interno di una stessa classe), c’è chi propone un dilazionamento prolungato nel tempo, ed infine chi preferirebbe pagare una somma fissa per singolo ticket a seconda del reddito e del numero di figli iscritti.
Fonte: Il Tirreno - Nicola Bellanova
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