I requisiti per accedere al regime dei minimi
- Essere persona fisica;
- Avere iniziato un’attività di impresa o lavoro autonomo dal 2012, oppure dopo il 31 dicembre 2007 (ma, in questo caso, fare attenzione al periodo massimo di permanenza);
- Non avere esercitato, nei tre anni che precedono l’attivazione della partita Iva, un’altra attività artistica, professionale o di impresa, anche in forma associata o familiare;
- Non realizzare una mera prosecuzione di altra attività svolta in precedenza sotto forma di lavoro dipendente o lavoro autonomo, escluso lo svolgimento del periodo di tirocinio obbligatorio;
- Produrre ricavi o compensi non superiori a 30 mila euro;
- Nel caso di continuazione di attività d’impresa già svolta da altro soggetto, l’ingresso nel regime è consentito se il dante causa (cioè il precedente titolare), nell’anno precedente al trasferimento, non ha superato la soglia dei 30 mila euro;
- Non effettuare cessioni all’esportazione;
- Non impiegare lavoratori dipendenti, anche interinali, né collaboratori a progetto (sono ammesse, invece, le prestazioni occasionali), né associati d’opera;
- Non acquistare, nel triennio beni strumentali, anche mediante appalto, locazione e leasing, per un ammontare superiore a 15 mila euro;
- Monitorare il periodo massimo di permanenza nel regime: questo, infatti, è applicabile per cinque anni dall’avvio dell’attività, o anche per un periodo superiore (vale a dire sino al compimento del 35° anno di età anagrafica) per i giovani contribuenti.
Il Sole 24 Ore del 18-02-13 |
Ecco quando non conviene
Difficile pensare che a qualcuno possa non convenire il regime dei minimi. Eppure, ci sono situazioni in cui la tassazione al 5% determina un peggioramento del saldo fiscale. Questo accade quando il contribuente ha deduzioni (diverse dai contributi previdenziali) o detrazioni che non possono essere recuperate, perché il reddito prodotto non confluisce nel quadro RN del modello Unico.
Così, ad esempio, se un contribuente avesse carichi familiari rilevanti o le rate del 55% sul risparmio energetico, passando tra i minimi verrebbe a perdere le quote “pendenti” della detrazione. Il beneficio resta, invece, se si possiedono altri redditi tassati ordinariamente (ad esempio la pensione).
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