E’ una di quelle notizie che, sulle prime, non si riesce a credere. Possibile che lungo un sentiero delle Alpi Apuane si possa venire investiti da un cinghiale? Si, è possibile, come mi dice Adolfo Da Prato, aspirante guida ambientale di Gallicano.
“Erano le 11.30 circa di sabato scorso quando sono stato travolto da un cinghiale riportando anche delle ferite poi curate al pronto soccorso di Castelnuovo di Garfagnana”, mi dice emozionato il Da Prato. L’emozione è comprensibile, dato che non si tratta di un’esperienza comune, tanto meno indolore.
Tentiamo una ricostruzione dei fatti. Il Da Prato e altre persone che stanno svolgendo un corso per diventare Guide Ambientali si ritrovano per svolgere un’escursione che li porterà lungo antichi sentieri e mulattiere a Trassilico. L’idea è quella di percorrere un sentiero che, però, si rivela inutilizzabile a causa di una battuta di caccia. Il gruppetto si dirige, quindi, verso Panicaglia, nel comune di Gallicano, dove lascia la macchina e si incammina.
Il Da Prato precede gli altri perché conosce il sentiero. Il gruppo procede con attenzione in una zona in cui il sentiero è interessato dalla presenza di pozze d’acqua frequentate dai cinghiali, cosa non certo inusuale il molti luoghi della Valle del Serchio. Come di solito accade di giorno, non sembra esserci traccia di questi animali e il cane di uno dei componenti della comitiva scodinzola tra gli escursionisti e fa avanti e indietro sul sentiero. Si tratta di uno dei vecchi percorsi che storicamente conducono a Trassilico e che in più occasioni ha ospitato la “Marcia dello Zappello”, manifestazione podistica molto nota in zona.
Ad un certo punto, ma tutto si svolge in pochi secondi, lungo il sentiero compare un cinghiale che sembra inseguire il cane. Il cinghiale piomba sul gruppetto travolgendo il Da Prato che ha la peggio. “Ho appena avuto il tempo di accennare una reazione e di urlare agli altri” – mi dice – “quando sono stato travolto. I bastoncini da trekking che avevo con me sono stati spezzati e il tessuto dei miei pantaloni si è lacerato insieme alla mia pelle”.
Gli altri, dietro il Da Prato, realizzano solo con difficoltà ciò che sta succedendo e di certo non si aspettano ciò che sta accadendo. Il cinghiale sale sopra il sentiero ma non trova una via d’uscita e piomba di nuovo sul gruppetto. Fortunatamente questa volta non ferisce nessuno e può allontanarsi.
Le persone presenti, appena comprendono che è tornata la calma, soccorrono il Da Prato.
Grazie alla presenza di un’infermiera, le sue ferite vengono immediatamente esaminate da una persona competente e si decide di tornare immediatamente all’auto per raggiungere il pronto soccorso. E’ qui che il Da Prato riceve le cure mediche, 4 punti di sutura, vaccinazioni e medicazioni, oltre a 7 giorni di riposo e cure.
“Ce la siamo vista davvero brutta” – dice il Da Prato – “ma sono qui a raccontarla e apparentemente va tutto bene”. “Mi chiedo” – prosegue – “se sia normale una cosa del genere: possibile che un gruppo di escursionisti con un cane debba correre un pericolo del genere?”.
Obietto che la fauna selvatica esiste ed è in espansione, quindi si tratta di un fatto di certo singolare ma non impossibile. “Questo lo capisco bene – afferma il Da Prato - ciò che non capisco è perché ci sia chi senza alcun controllo può pasturare” – (fornire cibo per abituare gli animali a frequentare una certa zona- ndr) – “a pochi metri dalla strada e nemmeno lontano dalle case”.
E’ possibile che questo possa aumentare il pericolo di subire danni dalla fauna selvatica a carico di che va a fare una passeggiata immerso nella natura? “Eccolo il grido d’allarme: secondo il Da Prato l’abitudine dei cacciatori o di chi altro di pasturare in luoghi facili da raggiungere espone a gravi pericoli escursionisti, turisti e chiunque voglia andare a fare una passeggiata a contatto con la bellissima natura delle Alpi Apuane.
Difficile pensare che sia nel torno, dato quello che gli è successo.
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