In attesa del riordino della disciplina sulla riscossione delle entrate, molti sindaci e assessori della nostra provincia sono incerti su come organizzarsi e cioè cosa fare dopo aver chiuso il rapporto con Equitalia. Sono infatti diverse le criticità evidenziate e la decisione di internalizzare la gestione delle entrate o affidarla all’esterno sembra farsi sempre più complicata.
«Da noi la questione è stata discussa in consiglio comunale – spiega Marco Bonini, sindaco di Barga – e pur non essendo giunti ad una sentenza, è sicuro che usciremo da Equitalia poiché siamo insoddisfatti». Il dibattito ruota, in gran parte, intorno al dilemma delle risorse economiche, come sottolinea Lara Pizza, assessore alle finanze e ai tributi di Capannori. «Qualsiasi decisione è prematura – dichiara -. Per realizzare questa proposta servono infatti strumenti di cui al momento non disponiamo: sarebbero indispensabili, ad esempio, risorse aggiuntive».
Ma il problema sembra riguardare anche chi, invece, avrebbe i fondi necessari, di cui però, non può usufruire. La denuncia arriva dal sindaco di Porcari, Alberto Baccini: «Abbiamo le mani legate per una serie di interventi. La buona volontà c’è, ma il patto di stabilità ce lo impedisce. Sta al governo informarci sulle modalità per migliorare il servizio e indirizzarci sul modo di usufruire delle risorse umane e finanziarie che abbiamo. Non possiamo assumere personale, né spendere soldi, nonostante che il Comune di Porcari ne abbia in cassa».
Difficoltà giungono anche dal Comune di Lucca che sta dedicando alcuni incontri agli istituti che si propongono per andare a sostituire Equitalia. «Per il momento è soltanto un lavoro di valutazione – spiega l’assessore alle finanze, Antonio Sichi – ma il vincolo stretto sulle assunzioni, costituisce un’ incognita non di secondaria importanza. Facendo un rapporto fra il numero dei dipendenti e quello dei residenti, il Comune di Lucca si presenta già sotto organico di cento persone. Con la legge secondo cui gli enti possono assumere personale solo fino al 40% della retribuzione totale versata per coloro che sono andati in pensione l’anno precedente, come possiamo anche aggiungere un servizio?». Secondo Sichi dunque, l’idea sarebbe interessante solo se il governo desse la possibilità, almeno a quei Comuni che si trovano sotto organico, di assumere personale, «ma risulta improbabile e stiamo quindi prendendo in considerazione l’ipotesi di affidarci ad una società esterna».
In attesa di chiarimenti si dice anche Maria Stella Adami, sindaco di Gallicano. «Con l’Imu al posto dell’Ici, questa tassa viene pagata direttamente attraverso l’F24. Di fatto quindi il problema riguarderà solo la Tarsu, trasformata in Tares. Per questo stiamo ancora valutando quale sia la modalità migliore per percepirla». A Castelnuovo invece, dice Ubaldo Pierotti, assessore con delega alle finanze e al bilancio «già da gennaio 2012 è stato adottato il servizio di riscossione volontaria che consente al Comune di incassare in tempi più brevi rispetto a quelli necessari ad Equitalia. «Così – spiega - i cittadini possono versare l’importo tramite bollettino, in banca, alla posta o attraverso la nostra tesoreria. Fa eccezione l’Imu che deve invece essere pagata con il modello F24, mentre per la riscossione obbligatoria e coatta ci affidiamo ancora ad Equitalia della quale, per questo ramo, possiamo dirci soddisfatti».
Ma c’è anche chi propone qualcosa di diverso. È il caso di Borgo a Mozzano che comunque è intenzionato a uscire dal rapporto con Equitalia. Data l’ unione dei Comuni, si suggerisce di creare un solo servizio almeno per alcuni di questi comuni e la soluzione permetterebbe una riduzione dei costi.
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