Il Monte Tambura e il Passo della Focolaccia |
Traforo sì, traforo no. I sindaci della Garfagnana non si sbilanciano troppo sull’ipotesi di realizzazione del tunnel della Tambura che collegherebbe il comune di Vagli al versante carrarese e massese delle Alpi Apuane.
Dai sindaci emerge la necessità di un miglioramento della viabilità in Garfagnana, specie verso la direzione nord, ma il progetto del collegamento - da anni auspicato dal sindaco di Vagli, Mario Puglia - viene ancora vissuto come qualcosa di astratto, qualcosa di difficile realizzazione.
Insomma, si attende di vedere un progetto concreto prima di effettuare determinate valutazioni considerando sia i lati positivi, uno sbocco in più e lavoro in zona, che quelli negativi, attenzione all’impatto ambientale e alto dispendio di risorse economiche.
La linea dei quattro sindaci dei comuni garfagnini confinanti è similare: se ci sono davvero i fondi per mettere in piedi un progetto da centinaia di milioni di euro (oltre 500 ma con una parte finanziata dalle concessioni di escavazione), ci sono altre priorità.
Ma tutti attendono di vedere il progetto concretamente prima di una valutazione.
«E’ impossibile bollare un progetto prima di fare un’attenta valutazione – dice il sindaco di Careggine, Mario Puppa – ad oggi non so niente di questa idea se non quanto apparso sulla stampa. Certamente, un intervento del genere dovrebbe vedere il coinvolgimento di tutto il territorio e va valutato attentamente. Il primo pensiero, vista l’ingente somma che occorre per l’opera, è che se ci sono queste risorse da spendere per la Garfagnana, le priorità da individuare sarebbero altre. Ma se sono destinate a questo progetto, si deve fare un’attenta analisi dei pro e dei contro. Dagli aspetti ambientali a quelli occupazionali. Ma, ripeto, per ora non abbiamo niente di concreto in mano».
Sulla stessa linea il collega Francesco Pifferi di Camporgiano.
«Le priorità per la Garfagnana sono altre come migliorare i collegamenti verso l’autostrada sia Aulla che Lucca, ma non sono contrario al progetto – spiega – però ci sono due condizioni fondamentali: vanno migliorate le strade di accesso al traforo, migliorare la 445 della Garfagnana e la strada provinciale da Poggio a Vagli perché va bene il foro, ma se per raggiungerlo o una volta raggiunto si trovano strade difficoltose, poco cambia. La seconda condizione riguardo un attento studio dell’impatto ambientale del progetto, si deve essere sicuri che il traforo del monte non causi problemi specie alle risorse idriche. Sicuramente potrebbe essere un grande opera con una ricaduta occupazionale sulla zona».
Chi teme invece che il traforo possa divenire un caso simile al ponte sullo Stretto è il sindaco di Piazza al Serchio: «Sono stato anche al ministero per discutere di diversi progetti e diversi soluzioni, ma parlo di anni fa e da allora non ho saputo più niente – chiosa Paolo Fantoni – non posso esprimermi dunque su qualcosa che non conosco. Ho sempre detto che uno sbocco verso nord è sempre importante, ma bisogna attentamente capire cosa comporta il progetto.
«Non vorrei - dice ancora il primo cittadino di Piazza al Serchio - fosse solo una cosa astratta, ma sono come sempre disponibile a sedermi ad un tavolo per parlarne. Come avevo già dichiarato assieme ad altri sindaci, assieme a questo progetto andrebbe collegato quello di un miglior collegamento verso la città di Aulla e la Cisa».
Più netta la posizione di Domenico Davini, sindaco di Minucciano.
«Stiamo parlando del nulla – chiude – non credo sia un progetto fattibile date le condizioni economiche attuali ed anche le difficoltà del mercato del marmo. Non c’è uno studio di fattibilità e nemmeno economico alle spalle di questo progetto.
«Se l’opera fosse fatta, a Minucciano saremmo più che contenti. In bocca al lupo al sindaco Puglia».
Fonte: Il Tirreno di Luca Dini
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