Negli anni che furono era
usanza piuttosto diffusa di
fare dei lasciti a favore, o
comunque legati, alla Chiesa.
Siamo rimasti colpiti da
quello che ancora oggi nel
paese di Calomini viene
mantenuto vivo e si rinnova
ogni anno nella ricorrenza
della Pasqua.
Siamo andati
quindi a farcelo spiegare
meglio dalla signora Elda
Roni, la quale si è prestata
gentilmente a raccontarcelo.
E’ un lascito che risale a ben
oltre cento anni fa, quando
una signorina appartenente
alla famiglia Valenti, famiglia
che all’epoca aveva non pochi
possedimenti nel paese, volle
aiutare i contadini paesani i
quali, in un periodo nel quale
certamente il cibo non
abbondava, almeno nel giorno
di Pasqua dovevano avere il
loro pezzo di pane per
pranzare.
Questo lascito,
legato alla casa in cui ancora
oggi vive la signora Roni,
prevedeva che la famiglia che
abitava quella casa dovesse
impastare 16 kg. di farina di
grano, per far sì che ogni
paesano avesse appunto il suo
pezzo di pane.
Questo
ovviamente ci fa capire
quanto all’epoca il paese
fosse molto più abitato di oggi
quando, e qui sopraggiunge
una malinconica ironia, con
16 kg. di farina probabilmente
sforneremmo pane per l’intero
comune. Il lascito è
regolarmente registrato e
l’eventuale cancellazione
prevede un deposito in denaro
per l’equivalente del pane
oggetto del contratto. Pertanto
ogni anno, nel giorno di
Pasqua, questa bella
tradizione paesana si rinnova.
Ora ne conosciamo l’origine!
Dal giornalino "La Tramontana"
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