È possibile detrarre dall’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche)
una parte degli oneri sostenuti per ristrutturare le abitazioni e le
parti comuni degli edifici residenziali situati nel territorio dello Stato.
A seguito delle novità introdotte dal decreto legge n. 83 del 2012, i contribuenti possono
usufruire delle seguenti detrazioni:
- per il periodo d’imposta 2012 detrazione del 36% per le spese sostenute fino al 25 giugno 2012, per un ammontare massimo di 48.000 euro – detrazione del 50% per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al termine del periodo d’imposta, per un ammontare massimo di 96.000 euro, al netto delle spese già sostenute alla predetta data, comunque nei limiti di 48.000 euro, per le quali resta ferma la detrazione del 36%
- per il periodo d’imposta 2013 – detrazione del 50% per le spese sostenute dall’inizio del periodo d’imposta fino al 30 giugno 2013, per un ammontare massimo di 96.000 euro, tenendo conto – in caso di mera prosecuzione dei lavori – delle spese sostenute negli anni precedenti – detrazione del 36% per le spese sostenute dal 1° luglio 2013, per un ammontare massimo di 48.000 euro.
Se alla data del 30 giugno 2013 sono state sostenute spese per un ammontare pari o superiore a 48.000 euro, le ulteriori spese sostenute nel periodo d’imposta non consentiranno alcuna ulteriore detrazione del 36%
L’ammontare complessivo della spesa va suddiviso fra tutti i soggetti che l’hanno sostenuta
e che hanno diritto alla detrazione.
Se gli interventi realizzati in ciascun anno consistono nella prosecuzione di lavori iniziati in
anni precedenti, per determinare il limite massimo delle spese detraibili si deve tenere conto
di quelle sostenute nei medesimi anni: si avrà diritto all’agevolazione solo se la spesa per la
quale si è già fruito della relativa detrazione non ha superato il limite complessivo previsto.
Quando gli interventi di ristrutturazione sono realizzati su immobili residenziali adibiti promiscuamente all’esercizio di un’attività commerciale, dell’arte o della professione, la detrazione spetta nella misura ridotta del 50%.
L’agevolazione può essere richiesta per le spese sostenute nell’anno, secondo il criterio di cassa.
Per gli interventi effettuati sulle parti comuni dell’edificio, il beneficio compete con riferimento
all’anno di effettuazione del bonifico da parte dell’amministrazione del condominio.
In tale ipotesi, la detrazione spetta al singolo condomino nel limite della quota a lui imputabile,
a condizione che quest’ultima sia stata effettivamente versata al condominio entro i
termini di presentazione della dichiarazione dei redditi.
Ciascun contribuente ha diritto a detrarre annualmente la quota spettante nei limiti dell’Irpef
dovuta per l’anno in questione. Non è ammesso il rimborso di somme eccedenti l’imposta.
ESEMPIO
Se la quota annua detraibile è di 1.200 euro e l’Irpef (trattenuta dal sostituto d’imposta, o comunque da pagare
con la dichiarazione dei redditi) nell’anno in questione ammonta a 1.000 euro, la parte residua della quota annua
detraibile (200 euro) non può essere recuperata in alcun modo.
L’importo eccedente, infatti, non può essere richiesto a rimborso, né può essere conteggiato in diminuzione dell’imposta
dovuta per l’anno successivo.
La ripartizione della detrazione
La detrazione deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo, nell’anno in cui è
sostenuta la spesa e in quelli successivi.
Per le spese effettuate entro il 31 dicembre 2011, i contribuenti di età non inferiore a 75 e 80
anni possono ripartire la detrazione, rispettivamente, in cinque o tre rate annuali di pari importo.
È necessario, però, essere proprietari o titolari di altro diritto reale sull’unità abitativa oggetto
di intervento. Non può beneficiare di tale ripartizione, per esempio, l’inquilino.
Dal 1° gennaio 2012 non è più prevista questa diversa modalità di ripartizione.
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