A piedi, di monte in monte, per realizzare un concatenamento sulle Alpi Apuane. Dodici cime in tutto. In una sola giornata. Lo tenterà domenica prossima Graziano Viviani, 36 anni, nato a Carrara e residente a Bedizzano, dove fa il portalettere, in barba alla sua laurea in Scienze della Produzione Animale alla facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa: «Il mio lavoro — confessa — mi permette di dedicare tempo a mia moglie Paola e a mio figlio Marco e di coltivare le mie grandi passioni, la montagna e la fotografia».
Panorama dal Roccandagia: Tambura, Cavallo e Pisanino |
E la macchina fotografica sarà uno dei pochissimi oggetti che Graziano Viviani il 16 settembre avrà con sé, quando tenterà di unire idealmente in un unico cammino tutte le quote superiori a 1750 metri. Porterà anche uno zaino con sacca idrica, i bastoncini e il gps. Il percorso si snoderà per circa 45 chilometri, con un dislivello in salita di circa 4300 metri e di circa 4000 in discesa: «Per rifornirmi di acqua e di alimenti — puntualizza Viviani — ho previsto cinque soste di recupero in vari punti del tracciato che toccherà i monti: Grondilice, Pizzo d’Uccello, Pisanino, Contrario, Cavallo, Tambura, Sumbra, Pizzo delle Saette, Pania della Croce».
Una vera e propria ‘traversata’ che Graziano si rifiuta di definire ‘sfida’: «Non è una sfida né alla montagna, né a me stesso. Conosco troppo bene i miei limiti per tentare di superarli e conosco benissimo la montagna per sapere che non va mai sfidata. Questo concatenamento sarà solo un’esperienza intensa».
Graziano si è allenato a lungo prima di decidere di tentare questo concatenamento, facilitato da un fisico esile che gli consente di raggiungere velocemente lo stato di forma ottimale: «Il che non significa — spiega — che affronterò le maggiori cime apuane di corsa. Il percorso è molto tecnico in alcuni passaggi e non credo esistano persone che affronterebbero di corsa la salita del monte Pisanino dalla Bagola Bianca o la cresta del Monte Cavallo». Il concatenamento, dunque, sarà effettuato «di buon passo» correndo «solo in quei tratti che mi permettano di farlo in tutta sicurezza. Questo mi permetterà di godere appieno delle Apuane, andando ad abbassare qualsiasi tipo di rischio». Un’avventura a due passi da casa, su quelle montagne troppo spesso snobbate proprio perché ‘a portata di mano’ e con cime non elevate, ma soprattutto spesso evitate per la severità dei percorsi. Particolare attenzione è stata riservata agli allenamenti in notturna per abituare il corpo a lavorare nelle ore in cui dovrebbe riposare. E di notte Graziano ha ‘camminato’ a una media 6.5 chilometri l’ora.
La partenza è fissata alle 6 del mattino del 16 settembre dal rifugio «Orto di donna», che Viviani raggiungerà venerdì sera con tutto il materiale necessario ad affrontare questa sua nuova avventura che, stando alla tabella di marcia preparata, dovrebbe durare 24 ore. C’è il dottor Paolo Barghini a seguire Graziano Viviani in questo suo progetto dando alla gioia di camminare di Viviani anche un valore scientifico: «Barghini — spiega Viviani — è ultramaratoneta del deserto ed ha un palmares invidiabile. Lo ho contattato per avere alcuni consigli sullo zaino e sull’alimentazione ed ho trovato in risposta anche la proposta di affiancare una ricerca scientifica al mio concatenamento perché non esistono studi scientifici simili». Così, Barghini ha creato un apposito protocollo di valutazione per la «no-stop» sulle Apuane con controlli ogni 4 ore sul peso, sulla concentrazione sul lattato ematico e della glicemia durante tutta la durata dell’evento. «Senza dimenticare di registrare le condizioni di temperature e di umidità» aggiunge Graziano.
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