Se due coniugi non separati hanno la residenza in Comuni diversi, in immobili intestati a ciascuno, è legittimo, secondo la nuova normativa fiscale, che ciascuno usufruisca del trattamento agevolato per la prima casa? A rigore, la nuova disciplina dell'agevolazione per l'abitazione principale sembrerebbe applicarsi solo per immobili situati nello stesso Comune. Pongo questo quesito perchè è diffusissima la pratica dell'intestazione fittizia di immobili posti anche in Comuni diversi (molto spesso di villeggiatura-turistici) a componenti della famiglia, proprio per aggirare a suo tempo l'Ici. Oggi, questo potrebbe essere lo strumento per godere delle agevolazioni Imu per abitazione principale. Come faranno i Comuni ad accertare questo tipo di situazioni?
La normativa disciplina espressamente il caso in cui lo stesso nucleo familiare abbia due abitazioni nello stesso Comune, limitandone i benefici a una sola abitazione. Nulla si dice nel caso in cui due coniugi abbiano stabilito la residenza e la dimora abituale in Comuni diversi, ma la bozza di circolare dell’Economia apre alla possibilità di pagare come abitazione principale su entrambe le case, in quest’ultima situazione. Fermo restano, ovviamente, che devono esserci sia la residenza che la dimora. Purtroppo, oltre a casi in cui si è obbligati a prendere la residenza in altro Comune, ad esempio per motivi di lavoro, c’è una pratica diffusa di spacchettamento della famiglia per ottenere agevolazioni anche ai fini dei tributi comunali, pratica molto diffusa nell’Ici e intercettata dalla Corte di Cassazione (sentenza n.14389/2010), facendo riferimento alla nozione di abitazione principale dell’Ici che considerava come tale quella dove il possessore ed i "suoi famigliari dimoravano abitualmente". L’aver sostituito il riferimento ai familiari con il nucleo familiare apre sicuramente la strada a comportamenti elusivi difficilmente intercettabili, se non con la prova che, pur sussistendo la residenza anagrafica, non c’è la dimora abituale.
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Facciamola più difficile. Nel mio caso, io sono unico proprietario di una casa, ove dimoro regolarmente ed il nucleo familiare risultante all'anagrafe comunale è composto da me solo, pur essendo io coniugato in regime di separazione dei beni. Mia moglie e mia figlia risiedono e dimorano in un'altra unità immobiliare adiacente e comunicante con la mia. Secondo la legge io debbo pagare come seconda casa perchè il "nucleo familiare di fatto" (non certificabile da chicchessia) non è quello che risulta all'anagrafe. Questo è quanto mi hanno detto....in pratica sembra che prevalga il concetto di "nucleo familiare valido ai fini degli assegni familiari". Ripeto..."sembra"....in realtà nella circolare di chiarimento della AdE questo non è esplicitato....anche perchè non saprebero più come fare. E' ovvio che la porta è aperta per l'elusione; controllare è impossibile. Saluti
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