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Carnevale 2012 |
PROLOGO
Cari amici son tornato
Dopo un anno assai sofferto
Il mio cuore ho riaperto
Come vuole il Carneval
Ho vissuto un lungo anno
Di miserie e frustrazioni
Molte, tante umiliazioni
Da dovere sopportar
Come sempre irriverente
Sarò verso il “popolin”
Per far rider immantinente
Quelli grandi ed i “cicchin”.
Oggi devo riportare
Il sorriso e la baldoria
E ai bambini la memoria
Dell’antica tradizion.
Su coraggio ora iniziamo
ché ne son successe tante
E per dirle tutte quante
Tanto tempo ci vorrà.
CAPITOLO I°
VIA DEI CIPRESSI
Il filare dei cipressi
che alla scuola se ne Va,
Ferma il passo al pie distratto
E gli vuole raccontar
Della quiete della via:
dei passeggi serotini
delle voci dei bambini
le giornate a rallegrar
poi L’altranno l’han sconvolto
con le macchine rombanti
gli autovelox luccicanti
gli schiamazzi a tutte l’or
ed i cipressi saggi …
con l’esperienza in vetta
ti dicon la ricetta
che viver ti farà:
“…il 30 all’ora è d’obbligo,
per risparmiar benzina
se no la multa arriva
la sera e la mattina…”
CAPITOLO II°
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA ED ALTRE STORIE
Anche il camion del rusco
Ci ferma per la strada
E narra del suo periplo
Per tutta la contrada.
Di quella volta che
E non è successo invano
rimasto senza fieno
Il cavallo lasciò la mano
Il sudicio si accumula
Il cassonetto impazza
La mosca e la zanzara
Ballano nella piazza
e pure il cavaliere
Ormai senza la paga
Sperando nella sorte
A briglia sciolta vaga
Ed anche ci racconta
Sfogando il disappunto
di come del suo giro
non ne sia resto punto
adesso ad ogni casa
deve partì e restà
e l’isola ecologica
chissà quando verrà.
CAPITOLO III°
IL FANTASMA DEL LUGLIO CHE VERRA’
Che dire del fantasma
Del Luglio che verrà
Ci arresterà il cammino
E poi si sfogherà
In che paese sono?
Il vecchio Luglio ho “incontro”
Mi ha detto tante cose
Che tutte non le conto
Che l’hanno scorso il palio
Purtroppo non s’è fatto
Con il gallicanese
Che si fingea distratto
La piazza tutta vuota
Il viadotto desolato
Perché della staffetta
Nessuno avea parlato
E gli spettacolini
Con musica e cantanti
Con pochi spettatori
Han fallito tutti quanti
Così che la pro-loco
Depressa e sconsolata
Di colpo ha cancellato
L’orchestra e la serata
Di chi sarà la colpa?
Di chi ha organizzato?
Di chi per defezione
Non ha partecipato?
Ancor vedo fantasmi
Che fluttan per la via
Lavorano d’impegno
Chè il palio non ci sia.
CAPITOLO IV°
VIA CAVOUR
Le pietre che calpesti
Gallicanese “stracco”
Mi parlan di un paese
Che ormai ce l’ha nel sacco
S’è persa la bottega
La chiacchiera per strada
Ci restan tre negozi
Purché bene ci vada
Che c’e di “naturale”
In questo centro vuoto
Lo sa soltanto chi
Vuole giocar col fuoco
Perfino a Natale
Non m’hanno “lascio” in pace
Han messo ghiaccio finto
Sui tetti delle case
Così il polistirolo
Al primo temporale
È diventato neve
Sul mio fondo stradale
E l’auto che passava
In questa stretta via
Senza la gomma termica
Potea scivolar via.
Un poco di rispetto
Un poco di umiltà
Vi sapranno riportare
Alla solidarietà.
EPILOGO
Gli spiriti ci osservano
Ci guardano e stan muti
Han preso la mia voce
E parlato compiaciuti
Vogliono pentimento
Vogliono espiazione
Accendete la miccia
Ed avranno la ragione
La paglia già si aggrinza
Le fiamme sopraffanno
Il povero pupazzo
Vi saluta: a quest’ al’ anno
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