Oggi abbiamo analizzato l’IMU per le seconde case.
Come sapete, per le seconde case, l’aliquota base dell’IMU è pari al 7,6 ‰ ma i Comuni hanno la facoltà di aumentarla (o ridurla, ma sarà quasi impossibile) di 3 punti. Quindi l’aliquota IMU potrà variare da un minimo del 4,6 ‰ ad un massimo del 10,6 ‰.
Andiamo a vedere come si legge la figura sopra riportata prendendo ad esempio la parte evidenziata: abitazione non principale con rendita catastale pari ad € 500.
Se il Comune decidesse di applicare l’aliquota base del 7,6‰ il cittadino pagherebbe € 638,40 di IMU contro i 367 euro di ICI pagati nel 2011. Quindi, rispetto all’anno precedente, il cittadino avrebbe un aggravio di spesa pari ad € 270,90, il Comune avrebbe una minore entrata di € 48,30 e lo Stato ci guadagnerebbe € 319,20.
Se il Comune decidesse invece di applicare l’aliquota del 9.6‰ il cittadino pagherebbe € 806,40 di IMU contro i 367 euro di ICI pagati nel 2011. Quindi, rispetto all’anno precedente, il cittadino avrebbe un aggravio di spesa pari ad € 438,90, il Comune avrebbe una maggiore entrata di € 119,70 e lo Stato ci guadagnerebbe sempre € 319,20.
E così via…
Quindi?
Il cittadino in ogni caso pagherà sempre di più rispetto all’ICI 2011 (nel nostro esempio pagherà in più da € 18,90 ad € 522,90).
Lo Stato in ogni caso ci guadagnerà (nel nostro esempio € 319,20) indipendentemente dall’aliquota IMU.
E il Comune?
Come vedete nell’esempio, il Comune guadagnerà con aliquote IMU superiori all’8,175‰ e perderà con aliquote inferiori.
Aspettiamo di vedere cosa deciderà il nostro Comune...
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