Ho trovato su un libro del 1874 intitolato "Guida alle Alpi Apuane" di Cesare Zolfanelli e Vincenzo Santini la storia di Gallicano che qui fedelmente trascrivo.
GALLICANO
Trovasi alla distanza di 23 chilometri e mezzo al nord di Lucca, sulla destra del Serchio, in faccia e sul limite comunale della Terra di Barga, da cui è lontano circa 4 chilometri.
Nella Tavola alimentaria di Veleia, tra i nomi dei coloni lucchesi che doveano contribuire all'orfanotrofio, è registrato quello di un Cornelio Gallicano, onde se ne trae che costui avesse quivi il suo fondo.
I nobili di Corvaia fino dal 991 ne ottennero il possesso che lo conservarono fino al 1170. Ribellatisi gli abitanti ad istigazione di Rolando Interminelli, Lucca vi spedì una mano d’armati, i quali espugnato il castello, nel luglio del 1371, distrussero il cassero e la torre sopra l’antiporto; quindi fatto radunare il popolo nell’arringo, o piazza avanti la chiesa, gli fecero giurare fedeltà ai lucchesi.
Caduto il Guinigi si sottomisero questi abitanti a Niccolò III duca di Ferrara, per il che ne nacque lunga guerra colla Repubblica di Lucca, cui pose fine un lodo di Nicolò V, lasciando Gallicano a quella ed i paeselli del suo territorio al Duca.
Una bellissima terra cotta di Luca della Robbia si ammira nella chiesa parrocchiale.
Il castagno è il maggior prodotto del paese; i pascoli ed il bestiame sono il secondo, cui non va disgiunta la coltivazione dei legumi, dei cereali, della canapa e del lino. Rari sono gli ulivi e le viti, perciò poco il loro prodotto.
Una cartiera è la parziale industria di questo Comune, oltre a qualche telaio.
Molto onore fa a Gallicano quel Domenico Bertini, che commise diverse opere a Matteo Civitali. Gallicano nell’ultimo censimento aveva 3211 abitanti.
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