La messa in liquidazione di Pantarei Srl è un altro duro colpo per Se.Ver.A. spa. La situazione delle società controllate e collegate alle “madre” è disastrosa: fallita la Se.Ver.A. Servizi Srl, in liquidazione la Pantarei, al concordato preventivo la Se.Ver.A. Acque, senza bilancio da 3 anni la Fast Voice Srl e, infine, gravi problemi anche per la S.e.t.a. srl, apparentemente l’unica che sembrava sana. Infatti, il fallimento della Pantarei influisce anche sulla S.e.t.a. che deteneva il 36,9% della società che produceva energia elettrica e teleriscaldamento.
La fine di Se.Ver.A. spa sembra scritta. Si cerca di rinviarla, ma il quadro è critico. Per i lavoratori sono mesi di tensione anche se un loro re-impiego in qualsiasi nuova società di raccolta rifiuti pare certo e solo gli operatori dell’impianto di Belvedere dovrebbero rivedere il loro ruolo per continuare a lavorare. Ben diverso il discorso per i creditori che rischiano di non vedersi pagate le fatture.
Pantarei srl è una società in mano al Comune di Gallicano per il 62,69% per un capitale sociale di 626mila 800euro, per il 36,92% era collegata a S.e.t.a. (con una partecipazione di 369mila 240 euro) che ha portato quest’ultima a una chiusura in passivo. Tutta la holding si trova in uno stato critico. S.e.t.a. è costretta a ridurre il capitale sociale per la svalutazione delle quote derivante dal fallimento di Pantarei e questo avrà influenza anche sulla spa visto che la società madre detiene il 65% di S.e.t.a. srl, l’unica che sembrava avere i conti a posto. La spa vanta 242mila euro di crediti da Pantarei per fatture, con tanto di decreto ingiuntivo che va così a svalutare il capitale sociale.
Ma nel gioco delle scatole cinesi, fare chiarezza non è facile. La struttura del gruppo Se.Ver.A. è complicata: la spa detiene l’81,12% della Servizi (oggi fallita), il 57,62% della Acque, in attesa il prossimo 22 settembre dell’approvazione o meno del concordato preventivo ma ci sarà quasi sicuramente un nuovo rinvio, e il 65% di S.e.t.a. Se.Ver.A. Acque detiene a sua volta il 3,15% della Servizi e il 25% di S.e.t.a. Dalla Servizi è nata Fast Voice, quote per il 50,50%, e dalla S.e.t.a è nata la Pantarei, quote per il 36,9%. Sulla S.e.t.a quindi potrebbe incidere anche il concordato che riguarda Se.Ver.A. Acque in un doppio filo pericoloso per la spa. Di fatto, come ventilato anche dal vicepresidente Aurelio Russo, se il concordato non andrà a buon fine, ci sarà il fallimento della spa. Dopo tre rinvii, la nuova udienza è fissata il 22 settembre ma probabilmente ci sarà un nuovo aggiornamento. Se i creditori non accetteranno il concordato, sarà fallimento. Se il concordato andrà a buon fine, ci sarebbe poco da sorridere perché i debiti e i crediti di Se.Ver.A. Acque andrebbero a ricadere sulla Spa.
Ma che succede se la spa fallisce? Si potrebbe ipotizzare la responsabilità di chi ha trascinato la società in questa situazione, essendo a partecipazione pubblica c’è un obbligo morale in più per i soci visto che i fornitori si sentono più “sicuri” ad avere debiti verso un’amministrazione comunale. Ma se fallisse, l’effetto sui comuni sarebbe minimo visto che il capitale societario della spa è stato ridotto e con quello si dovrebbe rispondere ai creditori. Ai comuni resterebbero i siti da bonificare, quelli dell’impianto in Belvedere e della discarica.
Fonte: Il Tirreno - Luca Dini
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