Pantarei non rimarrà sola. Il Comune di Gallicano rassicura sul percorso che sarà intrapreso per l’azienda messa in liquidazione. A danneggiare la società, di cui il Comune è maggiore azionista con oltre il 60% delle quote, che produceva energia elettrica e teleriscaldamento, è stata - spiega il Comune - «un’altra società della zona, la Verde Azzurro Spa, attualmente in procedura di concordato». Infatti, il bilancio di Pantarei ha chiuso in rosso proprio a causa di un credito vantato verso la Verde Azzurro. «Le perdite - continua - hanno eroso il capitale sociale e non c’è stato margine di manovra per i soci». Insomma, non sembra andarne una per il verso giusto a Se.Ver.A. spa, visto che la messa in liquidazione di Pantarei ha effetti sulla S.e.t.a. Srl e quindi sulla capogruppo Se.Ver.A.
Per ripianare le perdite di Pantarei, non ci può essere l’intervento dell’amministrazione gallicanese che però è in prima linea per cercare di risolvere lo stato attuale di forte crisi: «Il Comune sta lavorando affinché la società o un consulente individuato dall’amministrazione, elabori un piano dal quale possano emergere le possibili soluzioni della crisi anche mediante valorizzazione e/o parziale dismissione di alcuni beni aziendali - viene spiegato - ove quindi vengano rimosse le cause che hanno dato origine alla liquidazione nullaosta che la società possa proseguire la sua attività, eventualmente anche con l’ingresso di nuovi soci».
L’amministrazione comunale, proseguendo l’impegno rivolto all’utilizzo di energie rinnovabili e alla riduzione delle emissioni, riconosce «ancora alla società un valore strategico nell’ambito delle politiche ambientali del comune e un ruolo importante della società stessa nella estensione della rete di teleriscaldamento collegato all’impianto a biomasse, di prossima realizzazione in località Zinepri del capoluogo».
Pertanto l’amministrazione comunale, nel limite delle normative vigenti, «affiancherà la società in questo percorso volto a trovare le giuste soluzioni per uscire da questa crisi aziendale».
Fonte: Il Tirreno
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