Un incentivo in denaro, versato per 20 anni ai titolari degli impianti e commisurato alla quantità di energia elettrica prodotta tramite la conversione fotovoltaica della luce solare. È questo, in estrema sintesi, il conto energia, la cui nuova versione debutterà dal 2011.
Le regole sono contenute nel Dm 6 agosto 2010, terzo provvedimento sul tema emanato in Italia dopo i decreti ministeriali del 2005-2006 e del 2007. Il decreto stabilisce gli importi degli incentivi – più propriamente definiti «tariffe incentivanti» – per gli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio a partire dal 1° gennaio 2011. Per quelli entrati in esercizio fino al 31 dicembre di quest'anno continuerà ad applicarsi, invece, il Dm 19 febbraio 2007.
Chi sta progettando adesso un nuovo impianto deve preparare il business plan alla luce del nuovo conto energia, perché il momento in base al quale si individua la tariffa incentivante è l'entrata in servizio dell'impianto.
Tuttavia, gli impianti per i quali saranno finiti i lavori entro il 2010 – anche se non ancora entrati in esercizio perché non connessi alla rete – potranno ricevere le tariffe incentivanti del 2010. L'importante sarà aver concluso l'installazione dell'impianto entro il 31 dicembre ed entrare in esercizio entro il 30 giugno 2011.
Secondo stime del Gse, gli impianti che potrebbero rientrare in questa ipotesi hanno una potenza complessiva di circa 1.000 MW. Peraltro, la dichiarazione di effettiva conclusione dei lavori di installazione entro la fine dell'anno va asseverata da un tecnico abilitato, come previsto dal decreto legge 105/2010 (cosiddetto salva Alcoa). Gli uffici del Gse, intanto, promettono massima vigilanza – e sopralluoghi mirati – per verificare che chi otterrà le tariffe 2010 abbia effettivamente le carte in regola.
In linea generale – al di là delle previsioni del "salva Alcoa" – secondo il decreto, l'impianto entra in esercizio alla data in cui si verificano tutte le seguenti condizioni:
1) l'impianto è collegato in parallelo con il sistema elettrico;
2) risultano installati tutti i contatori necessari per la contabilizzazione dell'energia prodotta e scambiata o ceduta con la rete;
3) risultano assolti gli eventuali obblighi relativi alla regolazione dell'accesso alle reti;
4) risultano assolti gli obblighi previsti dalla normativa fiscale in materia di produzione di energia elettrica.
La novità più forte del nuovo conto energia è la riduzione delle tariffe, mediamente più basse del 15-20% rispetto a quelle del 2010. Il 2011 è stato suddiviso in tre quadrimestri (gennaio-aprile; maggio-agosto; settembre-dicembre), che vedranno una progressiva diminuzione dell'incentivazione. Dopodiché, nel 2012 e nel 2013, ci sarà un'ulteriore riduzione del 6% annuo rispetto ai valori dell'ultimo quadrimestre 2011. Va detto, però, che la riduzione si accompagna a una diminuzione del costo dei pannelli, che non dovrebbe rendere troppo penalizzante il recupero dell'investimento iniziale. Anzi, le tariffe restano tra le più vantaggiose al mondo.
Altra novità del 2011 è l'abolizione della distinzione tra impianto totalmente integrato, parzialmente integrato o non integrato. Con le regole valide fino al 2010, i più incentivati sono gli impianti integrati in un edificio (costruiti sui tetti e, per lo più, in sostituzione della copertura esistente), mentre la tariffa più bassa è riconosciuta agli impianti costruiti sul suolo.
Dal 2011, invece, scompare questo tipo di classificazione, sostituito da uno diverso: impianti costruiti sugli edifici e impianti a terra. Gli incentivi, poi, potranno godere di premi ulteriori rispetto alla tariffa base in casi particolari (si veda l'articolo in basso).
Una volta che è stata remunerata con le tariffe incentivanti, l'energia elettrica prodotta dall'impianto può essere direttamente utilizzata dal titolare (autoconsumo) oppure ceduta, in tutto o in parte, alla rete. Un impianto fotovoltaico, infatti, non produce energia con il buio e ne produce meno in inverno o quando il cielo è coperto: quindi può capitare che il titolare si trovi a dover utilizzare elettricità che non produce (prelevandola dalla rete elettrica) o a produrre elettricità che non utilizza (cedendola alla rete).
L'energia prelevata dalla rete va sempre pagata al proprio fornitore. Quella ceduta, invece, può essere remunerata con diversi meccanismi. Quello più interessante per gli impianti fino a 200kW di potenza è lo scambio sul posto, che consente di "compensare" il valore di prelievi e cessioni. Ogni anno il Gse valorizzerà l'elettricità ceduta alla rete e verserà un contributo in conto scambio, che tiene conto sia del valore dell'energia sia di alcune componenti della bolletta elettrica. Dopodiché, se alla fine dell'anno ci sarà un "credito", il titolare potrà scegliere se utilizzarlo negli anni seguenti o farselo liquidare dal Gse.
L'alternativa allo scambio sul posto è la vendita, che può essere effettuata attraverso il ritiro dedicato da parte del Gse, oppure tramite contratti bilaterali al prezzo direttamente negoziato con un grossista di energia elettrica o, ancora, in borsa elettrica.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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