«Se.Ver.A - ricordano i lavoratori - è un’azienda di proprietà pubblica posseduta per oltre il 90% dai Comuni della Garfagnana. La sua gestione, le sue sorti sono quindi completamente in mano agli amministratori locali. La nostra crisi non è una qualsiasi crisi occupazionale derivante da motivi di mercato. Qui il mercato c’è, anzi è sovrabbondante. Qui ci sono invece le responsabilità macroscopiche degli amministratori.
Il Comune di Gallicano e di Castelnuovo riscuotono la Tarsu dai cittadini e non ne riversano i proventi a Se.Ver.A. I Comuni della Garfagnana non riescono ad assumere una linea condivisa per la raccolta e smaltimento dei rifiuti, che sono attività fondamentali per un paese civile. Spendono risorse ingenti per piani industriali che poi non vogliono neanche discutere.
La Provincia di Lucca fa di tutto per affossare l’impiantistica di Se.Ver.A per poter continuare a portare i rifiuti altrove. Si continua ad affidarsi a persone che hanno compiuto errori macroscopici nella gestione della società, si usano dipendenti Se.Ver.A per servizi esterni poi non remunerati. E la lista sarebbe purtroppo ancora molto lunga.
«Alla fine - proseguono i dipendenti - si vorrebbe che gli unici a pagare siano i lavoratori, che hanno comunque portato sin qui la società. La cassa integrazione e la riduzione di orario che stiamo già subendo porta disagio alle nostre famiglie, mentre arreca benefici irrisori alle finanze della società in confronto dei mancati pagamenti dei Comuni e delle scelte assurde praticate. «Nel silenzio della politica, questa è una delle pagine più brutte scritte in Garfagnana».
Un’altra lettera è stata indirizzata al consigliere regionale Marco Remaschi, presidente della commissione consiliare sanità e politiche sociali. Ecco cosa scrivono i lavoratori: «La nostra vicenda occupazionale, e quella di Se.Ver.A spa in generale, viene pressoché ignorata dalle autorità politiche della Valle, della Provincia e della Regione. Tutto sta avvenendo nel silenzio assordante di istituzioni e rappresentanti politici ad ogni livello (sindaci, consiglieri e assessori provinciali, regionali, deputati).
«Si sta parlando di una Provincia da sempre incapace di gestire in maniera moderna questo settore. Si sta parlando ancora di gestioni sia politiche che tecniche poco trasparenti e sciagurate, sulle quali non si è ancora trovato il modo, e la volontà di incidere con i giusti provvedimenti sulle persone responsabili».
Fonte: Il Tirreno
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