- adeguare (per la quinta volta?) l'attuale piccolo impianto mantenendo la stessa potenzialità ma con costi insostenibili di rinnovo impiantistica e gestione (le bollette rifiuti potrebbero triplicare)
- agevolare l’entrata in Se.Ver.A. di un nuovo socio privato, che acquisterebbe il pacchetto di maggioranza relativa e la direzione tecnica della società, subordinando il tutto ad un accordo preventivo sulla costruzione di un nuovo inceneritore, molto più grande dell’attuale, e importare rifiuti da incenerire a Castelnuovo Garfagnana.
Il Comitato Non Bruciamoci la Garfagnana, di fronte all'ormai consueta proposta di trasformare la Garfagnana nel più grande sito di incenerimento rifiuti della Toscana settentrionale (è la terza o quarta volta che ci viene proposto in 20 anni!) ribadisce la non correttezza e la non praticabilità di entrambe le ipotesi presentate, per motivi sia economici che di immagine per la Valle.
Rivolgendosi, quindi, agli amministratori pubblici chiede che la gestione dei rifiuti venga ricondotta a termini consoni alle caratteristiche di una zona montana che ha un territorio di alto pregio, una vocazione ambientale, e dove l’economia è già integrata fra paesaggio-agricoltura-prodotti tipici-ospitalità di qualità-montagna e parchi.
Il Comitato ritiene, perciò, che l’unica strada percorribile sia verificare se sia possibile riportare Se.Ver.A. ad operare in maniera conforme alla sua originaria “mission aziendale”, cioè di ditta pubblica al servizio dei cittadini, pensando, non ad importare rifiuti da bruciare in Garfagnana, ma alla qualità dell'igiene urbana ed ambientale nei nostri paesi e al capitale umano presente in ditta. Un siffatto servizio dovrebbe basarsi su alti livelli di raccolta differenziata (peraltro già previsto dalle leggi vigenti: 55% nel 2010 e 65% nel 2012) e non sull'impiantistica di smaltimento finale dei rifiuti indifferenziati che con una corretta gestione potrebbero rapidamente contrarsi, in tutta la Valle, a circa 3000 tonnellate/anno, con più economica collocazione nel ciclo di selezione trattamento negli impianti esistenti dell’ATO Costa.
Il Comitato ha la netta sensazione che la maggioranza dei cittadini della Garfagnana non siano affatto d'accordo sulla ipotesi di cedere la maggioranza di Se.Ver.A.spa e trasformarla in un polo privato di incenerimento industriale (per rifiuti che non produciamo e non è necessario smaltire in Garfagnana). Che fare allora se Se.Ver.A. fosse talmente indebitata da non poter salvarsi senza un privato esterno che la rilevi per fare business importando ed incenerendo rifiuti? Potremmo lasciarla al suo destino (d'altronde è una s.p.a....) e al conseguente accertamento delle responsabilità dei dirigenti e presidenti che l'hanno allegramente gestita, coi nostri soldi, nell'ultimo quindicennio.
L'alternativa possibile? Ricominciare tutto da capo: un soggetto diverso ed un sistema nuovo e virtuoso di gestione rifiuti, impegnato sulla qualità ed economicità dei servizi, che previlegi e incrementi l'occupazione, e dia il necessario decoro urbano ai nostri magnifici paesi.
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