Con il suo lago, il villaggio di Campocatino, le cave e la maestà delle Apuane rimane senza dubbio una delle mete turistiche più gettonate della Garfagnana, ma la domanda che ogni turista giunto a Vagli formula è sempre la stessa: ma il paese sommerso dove si trova e quando si può vedere? Purtroppo saranno in molti a rimanere delusi ancora a lungo, perché finalmente, dopo anni di annunci e rinvii, adesso è certo che almeno per i prossimi cinque anni l’Enel non ha in programma lo svuotamento del bacino artificiale che nasconde sul suo fondo il paese di Fabbriche di Careggine. E niente fa presagire che neppure fra 5 anni possa avvenire un nuovo svuotamento dopo quello del 1994, quando l’apparizione del paese sommerso diventò un evento capace di richiamare 1 milione di visitatori con troupe televisive della Cnn e giornalisti arrivati anche dall’Australia. A chiarire la situazione è l’ing. Coletta, responsabile dei bacini idroelettrici della Garfagnana dell’Unità di business Enel Bologna. «Nei nostri piani - dice Coletta - non è in programma alcun svuotamento in quanto tale operazione viene fatta solo se richiesta da motivi di sicurezza o per sostituire qualche pezzo meccanico. Il lago di Vagli, il più grande della Toscana, è sicuro e nel 1994 sono stati inseriti pezzi meccanici in acciaio inossidabile nei punti chiave della diga, quindi al momento non è necessario da parte nostra alcun intervento». Lo svuotamento di un bacino grande come quello di Vagli (oltre 30 milioni di metri cubi d’acqua), inserito in un complesso sistema a cascata che collega tutti gli invasi artificiali della Garfagnana, non è un’operazione semplice e la motivazione del richiamo turistico non è certo prioritaria. Il lago ha infatti un’importanza strategica enorme per tutta la Toscana, accresciuta ancor di più dopo l’estate del 2003. Infatti, Vagli garantisce, grazie alla Centrale Enel di Torrite (Castelnuovo) che ne riceve attraverso condotte forzate l’impeto delle acque, una produzione di energia elettrica enorme: circa 150 milioni di kwh l’anno. Ma non c’è solo la produzione di energia, in questo caso assolutamente pulita e rispettosa dell’ambiente. Nell’estate del 2003 l’Italia fu colpita da un lungo periodo di eccezionale siccità. Le riserve idriche andarono in riserva ovunque, i fiumi erano ridotti a rigagnoli e gli acquedotti di alcune città iniziarono ad avere problemi. Fu proprio l’enorme riserva idrica del lago di Vagli a far superare l’estate alle famiglie della Valle del Serchio, di Lucca, Pisa e Livorno. Oltre 180mila famiglie non rimasero all’asciutto proprio grazie all’acqua della Garfagnana. L’unico motivo che potrebbe spingere l’Enel e l’Autorità di Bacino a programmare uno svuotamento potrebbe essere la necessità di un intervento di manutenzione. L’ultimo è stato particolarmente lungo (il lago rimase vuoto da giugno ad ottobre) ed accurato. Furono utilizzate tecniche prima non disponibili e la diga venne ispezionata da cima a fondo. In particolare le parti meccaniche soggette ad usura vennero sostituite con pezzi in acciaio inossidabile dalla durata praticamente eterna. Tutti gli strumenti ed i controlli che ogni giorno, per non dire ogni ora, monitorano la diga di Vagli sono concordi nel dire che al momento non sono necessari interventi di straordinaria manutenzione.
Fonte: Il Tirreno
Informazioni interessanti, grazie :-)
RispondiEliminaIn effetti la delusione è forte, ma capisco anche che svuotare il lago senza una reale necessità, solo per richiamare turisti, deve essere una spesa e deve arrecare un disagio non indifferenti...
E torniamo ad aspettare... Uffaaaaa! >.<