mercoledì 14 aprile 2010

Alpi Apuane: la Pania

Con i miei amici stiamo organizzando la "prima" in Pania (forse il I Maggio).




A proposito di Pania, diversi letterati hanno scritto della "nostra" Pania...


Dante Alighieri
La Pania della Croce fu citata da Dante nella Commedia, Inferno, canto XXXII, versetti 28-30 per sottolineare la consistenza del massiccio strato di ghiaccio nel quale sono rinchiusi, fino al viso, nell’ottavo cerchio (Cocito), i traditori dei parenti, della patria e della propria parte politica.
Infatti Dante dice che il ghiaccio non si sarebbe minimamente incrinato anche facendoci precipitare sopra la Tambura (Stamberlicche) o la Pania della Croce (Pietrapana dall’antico nome Pietra Apuana).


"...Non fece al corso suo sì grosso velo
di verno la Danoia in Osterlicchi,
nè Tanaì là sotto ‘l freddo cielo,
com’era quivi; che se Tambernicchi
vi fosse sù caduto, o Pietrapana,
non avria pur dall’orlo fatto cricchi..."


Se leggiamo il commento di Benvenuto da Imola alla Commedia:
Petrapiana, quae est montanea altissima omnium Tusciae, quae olim vocata est Petra Appuana, sicut saepe patet apud Titum Livium, et est prope Petra sanctam non longe a civitate lucana in confinibus Tusciae.

(trad: Petrapana, la montagna più alta di tutta la Toscana, che una volta era chiamata Pietra Apuana come si ricava da Tito Livio, si trova vicino a Pietrasanta non lontano da Lucca nei confini della Toscana).


Boccaccio
Boccaccio parla della Pania nella sua opera minore “De montibus, silvis, fontibus, lacubus, fluminibus, stagnis seu paludis, et de nominibus maris liber” del 1360. Essa è un repertorio ordinato alfabeticamente di nomi geografici ricorrenti in opere latine.


Petra Appuana mons est olim Gallorum Frimenatum ab initio Apoenini in agrum Lucensium protensus, hinc Ligustinum Tuscumque mare et veterem Lunam civitatem, indi Pistoriensium et Florentinorum campos aspiciens et procurrentia in euroaustrum Apoenini iuga, rigens fere nive perpetua, et a quo quondam Apuani nominati sunt Galli.


(trad: il monte Pietra Apuana è proteso dall’inizio dell’Appennino dei già Liguri Friniati verso la pianura lucchese e da qua verso il mare Ligure e Tirreno e la vecchia città di Luni, quindi guarda verso la piana pistoiese e quella fiorentina e si avanza verso i gioghi dell’Appennino sud-orientale, è fredda quasi per neve perpetua e dal suo nome i Galli furono chiamati Apuani).


Ludovico AriostoNella Satira IV a Messer Sismondo Malegucio, vv. 139-144, così scrive:
La nuda Pania tra l’aurora e il Noto,
da l’altre parti il giogo mi circonda
che fa d’un Pellegrin la gloria noto.
Questa è una fossa, ove abito, profonda,
donde non muovo piè senza salire
del silvoso Apennini la fiera sponda.


Giovanni Pascoli
Io che l’amo, il vecchio monte
gli parlo ogni alba, e molti dolci cose
gli dico


Gabriele D’AnnunzioTra le diverse sue citazioni del monte, nelle sue poesie, ricordiamo:


Ogni cosa più gran dolcezza impetra.
Tutto avvolge l’immensa pace urania.
Fin, nell’aere tenue, si spetra
la cruda Pania.


In ogni sostanza si tace
La luce e il silenzio risplende
La Pania di marmi ferace
Alza in gloria le arci stupende
.


Fonte: Escursioni Apuane

Che ne diresti di leggere un altro articolo a caso del blog? Potresti trovarlo utile e interessante!

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