Per qualunque importante progetto si voglia realizzare, è importante prima di tutto capire e conoscere bene tutti gli aspetti (compresi anche quelli tecnici più complessi) e tutte le implicazioni che si potranno avere.
Non fermiamoci agli slogan come Biomassa + filiera corta = fonte rinnovabile sostenibile, non seguiamo le mode o il business senza applicare i filtri della ragione e del buon senso che sono molto più efficace dei limiti di legge
L’Unione Europea, l’Italia, la regione, la provincia hanno dato delle linee guida, ci sono delle leggi, degli incentivi, tutti azioni giustissime che ci fanno andare nella giusta direzione, e questo ci da delle grosse opportunità ma ci mette di fronte anche a dei grossi rischi di speculazione: dopo le bolle speculative della New Economy, del mercato immobiliare e dei derivati, gli analisti mondiali prevedono che la prossima bolla (quando l’economia ed i mercati ripartiranno) sarà quella della GreenEconomy.
Da una parte sarà positivo, perchè ci saranno molti investimenti nel settore delle energie alternative, si creeranno posti di lavoro, migliorerà la tecnologia, ma gli incentivi, che sicuramente servono per far crescere il mercato, sono una droga che in piccole dosi crea euforia, ma può alterare i meccanismi del mercato stesso, e generare situazioni paradossali. Se vogliamo dare un futuro alle prossime generazioni è indispensabile cambiare lunghezza d’onda, introducendo meccanismi economici e decisionali che tengano conto non solo del profitto (che comunque ci deve essere), ma anche del benessere sociale ed ambientale della collettività (presente e futura), dobbiamo entrare in quella che qualcuno ha definito una SlowEconomy (F.Rampini).
Vogliamo che almeno le imprese partecipate dal comune di Gallicano adottino il concetto di responsabilità sociale di impresa, che consiste in una serie di processi che le imprese intraprendono per ridefinire la propria governance nell’ottica di rispondere responsabilmente alle istanze che provengono dalla molteplicità di attori interni, esterni, sociali e istituzionali con i quali quotidianamente l’impresa stessa interagisce.
Vogliamo che vengano attivati dei procedimenti di democrazia partecipata, a partire dal progetto biomasse, in cui le istituzioni dialogano con i cittadini al fine di intraprendere le scelte migliori per la collettività, mettendo assieme il meglio delle capacità, delle esperienze professionali, delle competenze specifiche, delle intelligenze, della cultura, delle sensibilità e del buon senso che una comunità può esprimere.
Non fermiamoci agli slogan come Biomassa + filiera corta = fonte rinnovabile sostenibile, non seguiamo le mode o il business senza applicare i filtri della ragione e del buon senso che sono molto più efficace dei limiti di legge
L’Unione Europea, l’Italia, la regione, la provincia hanno dato delle linee guida, ci sono delle leggi, degli incentivi, tutti azioni giustissime che ci fanno andare nella giusta direzione, e questo ci da delle grosse opportunità ma ci mette di fronte anche a dei grossi rischi di speculazione: dopo le bolle speculative della New Economy, del mercato immobiliare e dei derivati, gli analisti mondiali prevedono che la prossima bolla (quando l’economia ed i mercati ripartiranno) sarà quella della GreenEconomy.
Da una parte sarà positivo, perchè ci saranno molti investimenti nel settore delle energie alternative, si creeranno posti di lavoro, migliorerà la tecnologia, ma gli incentivi, che sicuramente servono per far crescere il mercato, sono una droga che in piccole dosi crea euforia, ma può alterare i meccanismi del mercato stesso, e generare situazioni paradossali. Se vogliamo dare un futuro alle prossime generazioni è indispensabile cambiare lunghezza d’onda, introducendo meccanismi economici e decisionali che tengano conto non solo del profitto (che comunque ci deve essere), ma anche del benessere sociale ed ambientale della collettività (presente e futura), dobbiamo entrare in quella che qualcuno ha definito una SlowEconomy (F.Rampini).
Vogliamo che almeno le imprese partecipate dal comune di Gallicano adottino il concetto di responsabilità sociale di impresa, che consiste in una serie di processi che le imprese intraprendono per ridefinire la propria governance nell’ottica di rispondere responsabilmente alle istanze che provengono dalla molteplicità di attori interni, esterni, sociali e istituzionali con i quali quotidianamente l’impresa stessa interagisce.
Vogliamo che vengano attivati dei procedimenti di democrazia partecipata, a partire dal progetto biomasse, in cui le istituzioni dialogano con i cittadini al fine di intraprendere le scelte migliori per la collettività, mettendo assieme il meglio delle capacità, delle esperienze professionali, delle competenze specifiche, delle intelligenze, della cultura, delle sensibilità e del buon senso che una comunità può esprimere.
NOI VOGLIAMO POTER SCEGLIERE (E SCEGLIERE BENE) COME IMPIEGARE IL CAPITALE NATURALE E AMBIENTALE A VANTAGGIO DELLA VALLE.
Chiediamo quindi una pausa di riflessione ed un confronto sui vari aspetti del progetto, allargando il dialogo a tutta la cittadinanza, anche quella dei comuni limitrofi, visto che i fumi che generiamo noi se li prenderanno anche altri comuni.
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