venerdì 20 settembre 2013

"il Zappello" - storia di questo saggio sentiero

"Il Zappello", sentiero che unisce Trassilico a Gallicano, è stato recentemente "messo a punto" da alcuni appassionati di bicicletta: Tiziano, Osel, Helenio, Piero, Federico, ecc..
Tra questi un ringraziamento particolare va a Federico Graziani, trassilichino ormai trapiantato a Gallicano, che ha addirittura installato delle tabelle segnavia e che presto piazzerà anche una bacheca con la storia  (leggi sotto) di questo antico sentiero.

Scendere "il Zappello" in MTB ora è veramente spettacolare!! 



"il Zappello" - di Federico Graziani

Creato nei primi dell' 800 "il Zappello" è un sentiero ancora oggi usato sia per i bikers sia per chi lo vuole percorrere a piedi.
La sua lunghezza complessiva di 2.400 metri ci regala delle bellissime viste panoramiche accompagnate da incontri con animali selvatici tuffandoci nella natura più incontaminata e ricordandoci quanto importante sia stato nel suo passato questo saggio sentiero!
Usato dai trassilichini sia per il pellegrinaggio al famoso Eremo di Calomini, sia per portare il bestiame al paese di Gallicano "il Zappello" ci racconta tutta la storia dei nostri nonni e bisnonni mostrandoci il loro racconto con i resti di quello che è stata la vita passata.
Dai ruderi che ancora oggi possiamo ammirare, ai cavi delle famose "teleferiche" ancora stesi sul terreno, "il Zappello" ci testimonia quanto tempo è passato da quel momento ad ora e di come era difficile la vita a quel tempo.
Una sola cosa ci chiede tutti gli anni questo sentiero.......TANTO RISPETTO PER LUI E PER CHI LO COSTUDISCE!

Che ne diresti di leggere un altro articolo a caso del blog? Potresti trovarlo utile e interessante!

2 commenti:

  1. Bravi, grazie.Era l'unica strada che univa Trassilico al resto del mondo.Frequentavamo le medie a Gallicano, l'Eugenio Rebechi, Pierantonio Grassi (che purtroppo non c'è più) ed io. Tutti i giorni, pioggia o sole,caldo o freddo, "il zappello" era il nostro pulmino.Quando la notte aveva nevicato molto, attendevamo "Il Galanti" Gigi, il postino, per scendere, era l'unico che possedeva gli stivali e ci faceva da apripista.La scuola si trovava dove ora c'è l'ufficio tecnico del Comune e da lì, all'una e mezzo partivamo per il ritorno. Non sempre però, perché, tanto per avere la vita facile, il giorno della settimana che nelle ultime due ore c'era "ginnastica", andavamo al campo sportivo, e da lì, dalle sponde del Serchio iniziava il nostro affamato ritorno.
    "Il zappello" l'ho sempre ricordato con affetto, con tutte le sue tappe per posare carichi troppo pesanti: Sapina, Molevigne, Sardegna, la buca dei cacati e così via.L'ho sempre considerato nei decenni successivi(troppi purtroppo)il mio più importante maestro di vita.E' dura scendere col vento che ti spinge e col freddo che ti pungola, quando gli altri ancora dormono, e tu a dodici anni devi per forza andare avanti.E' dura, finita la scuola,farti quasi un'ora di salita con la lingua di fuori per il caldo, la fame e la fretta di arrivare, e quando stavi per giungere al traguardo: ecco la salita di Fonti "la montatella", l'ultimo breve ripido strappo che ti toglieva le energie residue. Era dura, ma imparavi subito che le difficoltà esistono e le devi superare e se non vuoi soccombere devi contare sulle tue forze e la tua volontà.Anche quando per andare al lavoro me ne stavo "stravaccato" su treni che viaggiavano a 200 Km all'ora, o su auto superaccessoriate, ogni tanto mi veniva alla mente "il Zappello", serviva per farmi abbassare la cresta, nel caso avessi avuto la tentazione di darmi troppe arie.
    Grazie ragazzi, grazie di cuore e scusate se l'ho tirata per le lunghe.
    Italo Pierotti

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